[Segue da A174] Ecco che, gradatamente e inevitabilmente, stiamo finendo con lo sconfinare nella prospettiva fornita dall’insegnamento filosofico. Il Cosmo, come abbiamo detto ormai più e più volte, tende a mantenere intatto il suo equilibrio energetico e vibrazionale, operando al suo interno in maniera da riequilibrare quelle porzioni della sua Realtà che i vari processi dinamici che operano al suo interno, localmente e momentaneamente, rendono squilibrati.
Questo è un passaggio non facile da comprendere veramente osservandolo dal circoscritto punto di osservazione dell’individuo immerso nella materia, e la domanda che può sorgere è cos’è che rende possibile il ristabilirsi dell’equilibrio senza che l’intero Cosmo non vada, come avevamo detto in un messaggio precedente, a carte quarantotto.
Il perno intorno al quale ruota l’intero processo di continuo riequilibrio interno del Cosmo è l’esistenza dell’Eterno Presente. Il concetto dell’Eterno Presente, in tutti questi anni che veniamo a parlare tra di voi, vi ha sempre affascinato, forse perché stimolava in ognuno di voi l’idea di essere venuti a conoscenza di qualche cosa che vi elevava, per una vostra supposta meritata “iniziazione” esoterica, al di sopra degli altri uomini meno a contatto di voi con l’insegnamento che vi abbiamo portato.
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Tuttavia vi siete fermati – come spesso tendete a fare – in superficie, all’enunciazione del concetto che probabilmente vi è sembrato facile da comprendere e da acquisire. Ma come sapete, miei cari, conoscere non significa certamente comprendere.
[…] Ritornando all’Eterno Presente, cosa possiamo aggiungere a tale concetto sulla scorta delle osservazioni che abbiamo fatto negli ultimi tempi? Con un piccolo sforzo immaginativo e adoperando schemi di pensiero già così di frequente da noi usati nel tempo (in particolare il concetto del “così in alto, così in basso”, ovvero la ripetizione di schemi di processi o singole caratteristiche ripetitive – pur se adattati a condizioni diverse – nelle diverse fasce di sviluppo della Realtà all’interno di un Cosmo) possiamo considerare l’Eterno Presente come l’immagine del Cosmo.
[…] Ma forse risulterebbe più utile e più preciso definire l’Eterno Presente come una fotografia della Realtà del Cosmo: esso risulta essere, infatti, un’immagine stabile, ormai completata in tutte le sue parti e non passibile di alcun tipo di mutamento. L’eterno Presente, d’altra parte, non è qualcosa in via di evoluzione bensì è qualcosa di fisso, nel quale vengono riportati e rappresentati tutti i tracciati evolutivi che si sono sviluppati, si stanno sviluppando o si svilupperanno all’interno del Cosmo definendone la storia, il percorso i collegamenti e gli intrecci che lo definiscono ma in una condizione difficilmente comprensibile dalla mente umana anche solo per il fatto che, essendo “eterno” e “presente”, ha inscritti in sé tutti gli elementi che definiscono la Realtà del Cosmo ma in maniera atemporale, ovvero tutti gli elementi e i processi esistono nell’Eterno Presente contemporaneamente, fatto questo che, per creature abituate a ragionare in termini di “prima e dopo”, risulta di assoluta difficoltà di reale comprensione.
L’Eterno Presente – situabile (e lo diciamo in questo modo per vostra comodità di comprensione, anche se non del tutto propriamente, ma risulta veramente difficile farvi comprendere questo tipo di concetto, quindi cerchiamo di accontentarci di un’approssimazione molto aleatoria) – in strati vibrazionali precedenti alla costituzione delle varie materie, non può subire l’influenza dei processi che nelle varie materie prendono vita, ma ha annotato in sé ogni piccolo o grande mutamento che le materie subiscono mentre il processo evolutivo permea il Cosmo.
Il concetto di Eterno Presente ha fatto penare negli anni più di uno di voi, disorientati dall’apparente impossibilità di sciogliere il dilemma tra una Realtà in cui tutto è già scritto e fisso in ogni suo più piccolo particolare e l’orgoglio tutto umano di poter essere artefice della propria vita a seconda delle proprie scelte individuali.
In altri termini – ritornando così alla nostra frase di partenza, ovvero “volere è potere” – com’è possibile coniugare l’applicazione della volontà dell’individuo con l’esistenza di qualcosa che dice fin da prima che l’individuo incominciasse il suo percorso evolutivo quale sarebbe stato il percorso che egli avrebbe compiuto?
Come abbiamo già cercato di farvi comprendere negli anni passati questo è, in realtà, un falso problema e, in fondo, è risolvibile in maniera anche più semplice di quello che potrebbe a prima vista sembrare.
Quando la Vibrazione Prima, infatti, dà vita al processo di formazione del Cosmo deve, necessariamente, sapere perfettamente quale sarà il percorso evolutivo del Cosmo in ogni sua più piccola componente, in maniera da garantirne la coesione e la coerenza, pena la sua immediata dissoluzione. Ecco così che all’interno dell’Eterno Presente viene tracciata tutta la storia evolutiva del Cosmo che, essendo assolutamente un percorso logicamente concatenato, tiene conto, nel tracciare quello che abbiamo chiamato il Grande Disegno, di quelle che saranno di volta in volta le scelte di ogni individuo presente all’interno del Cosmo, in armonia con quelle che saranno di volta in volta le sue scelte, obbligate dalle sue caratteristiche naturali, ovvero dal suo carattere, dal tipo di corpi che possiederà, dal grado di sentire che gli apparterrà in ogni determinato momento della sua esperienza all’interno del Cosmo.
In altre parole l’Eterno Presente non scrive una Realtà a cui le forme di vita del Cosmo si devono adeguare ma è determinato e strutturato dalle scelte che, nel tempo, ogni elemento che compone il Cosmo compie lungo il suo cammino evolutivo
Ecco che, a questo punto, possiamo trovare risposta a un’altra delle domande che vi avevo posto in un messaggio precedente: Fino a che punto può spingersi la volontà e, di conseguenza, l’esercizio del potere, senza risultare in netto e aperto contrasto con il Grande Disegno e con l’Eterno Presente?
Questa risulta essere, in definitiva, una domanda priva di senso, dal momento che l’individuo non può essere in contrasto con il Grande Disegno e con l’Eterno Presente, dal momento che ne è parte integrante e che è in essi inserito, atti di volontà individuale compresi, avendo contribuito, con la sua vita e il suo modo di interagire con l’esperienza all’interno del piano fisico, a strutturare l’Eterno Presente e a fissare nel Grande Disegno le pennellate che descrivono la sua appartenenza e il suo percorso all’interno del Cosmo.
È evidente che esistono dei paletti all’esercizio della volontà da parte dell’individuo, paletti che non gli è possibile ignorare o aggirare. Ma – e questo è un punto importante – tali paletti non provengono da dogmi fissi esterni, bensì dalla sua stessa realtà interiore e dai processi logici e consequenziali che accompagnano tutti i processi sia interiori che esteriori che l’individuo sperimenta nel corso della sua progressione evolutiva.
Questi paletti, che mutano di qualità, di forza e di prospettiva con l’ampliarsi della coscienza dell’individuo si chiamano: “comprensione” e “sentire”, cioè quegli elementi imprescindibili che modulano e regolano la reazione dell’individuo nei confronti delle esperienze che si trova di volta in volta a dover affrontare.
E, in fondo, anche l’uso del potere che l’individuo mette in atto è soggetto allo stesso tipo di paletti dal momento che, come abbiamo detto, per applicare una qualche forma di potere è necessario che l’individuo abbia la volontà di farlo e, ancora una volta, tale applicazione è delimitata – e, in fondo, limitata – dalla forza e dall’ampiezza del sentire dell’individuo.