D – Io volevo chiedere, se ho capito bene quello che avete detto sull’armonia…
È una parola che ti piace, questa! Tutte le volte che viene citata intervieni, mio caro!
D – Si piace moltissimo e ritengo che sia sostanziale al discorso che stiamo facendo ed anche alla fatica di vivere. Secondo me, se ho capito bene, deve esserci un’armonia tra il comprendere, il desiderare e l’agire, e tutto questo dovrebbe ampliare il nostro sentire, quindi dovrebbe andare a beneficio dell’akasico, quindi i nostri corpi inferiori dovrebbero contribuire ad un ampliamento di coscienza e quindi ad un allargamento della nostra coscienza e ad una maggiorazione dell’akasico.
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Quella sarebbe senza dubbio la condizione ottimale, su questo non vi può essere alcun dubbio! Se tutte le energie dei corpi inferiori fossero indirizzate sulla stessa lunghezza d’onda – per farvi comprendere – sarebbe molto più facile che l’esperienza arrivasse nella sua vibrazione al corpo akasico permettendogli di trarre i dati in modo più immediato, più veloce e questi dati sarebbero più precisi.
Purtroppo questa è una delle grosse difficoltà che tutti voi avete; non soltanto porta delle difficoltà poi per il corpo akasico, che si vede arrivare le risultanze delle esperienze sul piano fisico frammentate, e non in una sola vibrazione comprensibile ma in tante sottovibrazioni che scompigliano un po’ tutto il discorso non rendendolo logico e coerente, ma questo fa sì che egli a sua volta, nel tentativo di cercare di comprendere, rinvii una vibrazione che ritorna indietro e questa sua insoddisfazione per non aver avuto una risposta precisa, ottimale porta poi un movimento tale che aiuta quei fenomeni di psicosomatismo di cui così tanto abbiamo parlato in passato. Ma qua forse andiamo ancora nel complicato, nel difficile. Direi che forse, come visione generale, potrebbe andar bene quanto abbiamo detto fino a questo punto.
D – Forse noi, in questo allineamento dei tre corpi che, chiaramente, ci avete detto che sarebbe una buona cosa, siamo un attimo impediti perché seguire i nostri desideri è estremamente egoistico; allora sappiamo, d’altra parte, che fare gli egoisti non va bene; invece, specialmente dopo l’ultimo incontro di 15 giorni fa…
Non è vero che non va bene fare gli egoisti!
D – Eh, appunto.
Non voglio fare il “bastian contrario”.
D – No, no, era quello che volevo arrivare a dire, infatti.
Non è vero che non va bene essere egoisti; anzi, non potete fare a meno di essere egoisti, in realtà, perché – non avendo compreso – non potete essere talmente evoluti da fare tutto istintivamente il meglio per gli altri oltre che per voi stessi.
Voi continuereste comunque a fare gli egoisti anche se non voleste farlo.
Diventerebbe soltanto più inconsapevole, la cosa; sareste tranquillamente e pacificamente egoisti. Invece voi dovete essere egoisti però accorgervi del vostro egoismo.
La differenza è tutta qua: nella vostra attenzione in ciò che voi siete, in ciò che voi fate; senza torturarvi, mia cara, sul vostro egoismo.
Siete stati egoisti, accettatelo; dite: “Bene, vedremo cosa si può fare per non essere più ancora egoisti a quel modo”. Georgei
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Non bisogna rivolgersi all’egoismo con un giudizio di valore, il che potrebbe generare un malsano senso di colpa nonché vittimismo, piuttosto accoglierlo come una dimensione dell’umano che a noi è data lavorare e passo dopo passo, attraverso le esistenze, superare.
Grazie.
L’egoismo e il non egoismo
Da ruminare a lungo la questione delle vibrazioni dei corpi inferiori come risposta agli input del corpo akasico
Quante volte avrò mandato e continuo a mandare vibrazioni non chiare al corpo akasico.
Vedere il proprio egoismo, accettarlo e via via cercare di attutirlo. Questa è la via per gli incarnati.
Grazie a Georgei e all amministratore per il post chiarificatore
Comincio ad associare egoismo anche ad un modo di preservare se stessi dalle continue invasioni di campo.
Devo lavorarci su evitare di cadere nel vittimismo di cui parla Leo.