Vademecum spirituale per anziani [sf16]

[…] Com’è facile sentirvi dire: “Non ho più le energie che avevo quando ero giovane! Solo che 10 anni fa riuscivo a fare cose che adesso non riuscirei più a fare”. Frottole! Questo è un atteggiamento mentale dovuto a qualche mancata comprensione da parte vostra! 

Pensate alle energie, creature; le energie attraversano il vostro corpo fisico, ma la loro provenienza non fa parte del corpo fisico; il corpo fisico, tutt’al più, può riuscire per deterioramento a condurre in misura maggiore o minore le energie che vi attraversano ma, in realtà, le energie che fluiscono attraverso di voi hanno la stessa intensità che avevano quando eravate dei bambini.

Io vi garantisco che nulla, all’interno del vostro corpo di ultracinquantenni, possiede minor energia di quella che aveva vent’anni prima; quello che fa la differenza è il vostro modo di affrontare la vita.

Perché, vedete, quando si incomincia a perdere l’attenzione degli altri, quando si incomincia a pensare, che so io, che la propria vita lavorativa incomincia a essere verso la fine, quando si incomincia insomma a intravedere l’avvicinarsi del momento dell’addio al mondo fisico, ecco che immediatamente, in qualsiasi individuo scatta qualcosa.
Cos’è questa cosa che scatta per tutti e vi fa comportare molte volte come se foste un po’ deficienti? (in senso buono, s’intende)

Qualcosa di cui avevamo già parlato tanto tempo fa: la paura della morte! Eh, sì, creature, perché malgrado voi siate in contatto ogni 15 giorni con la morte, in realtà, dopo quasi trent’anni di contatto ne avete ancora paura!

Uomini e donne di poca fede, se voi davvero aveste compreso fino in fondo quello che noi vi andiamo dicendo, la vostra paura si scioglierebbe come neve al sole e voi non avreste alcun motivo di temere l’abbandono del piano fisico; e, se non aveste questa paura, molte delle energie che trattenete, che nascondete, che talvolta opprimete per crogiolarvi del vostro vittimismo, nel vostro autocompiacimento, potrebbero da tutti voi essere usate in maniera più utile e più proficua, potreste essere più attivi, potreste – come è stato detto prima – vivere ancora veramente la vostra vita. Scifo

Tutte le qualità spirituali sono intatte

Forse che la vostra capacità di amare, di essere sensibili, di soffrire o di gioire è diversa da quella che avevate vent’anni prima? Forse che il dolore non vi tormenta più come è accaduto in passato? Forse che un momento di felicità non vi rende più allegri o spensierati; non vi fa sembrare una giornata, apparentemente vuota, una giornata degna da ricordare? 

La vostra capacità di avere emozioni e sensazioni resta comunque intatta malgrado il trascorrere del tempo sul piano fisico; questo perché essa deriva dal vostro corpo astrale e il vostro corpo astrale non invecchia, ma continua comunque a reagire a ciò che vi accade. Se le vostre reazioni non arrivano a manifestarsi nel modo giusto sul piano fisico questo avviene soltanto perché voi le bloccate. Rodolfo

E i vostri pensieri, creature? Tutti voi direte: “Ma io, invecchiando, mi dimentico le parole”; oppure ancora: “Io, invecchiando, non riesco più a fare gli stessi ragionamenti che facevo una volta”; o ancora: “Sotto sforzo non riesco più a essere coerente e mi capita talvolta di perdermi nel vuoto” e non comprendete che la vostra capacità di pensare, di ragionare, è rimasta inalterata e che queste apparenti mancanze che voi manifestate nel vivere la vostra vita sono dovute a che cosa?

Alla vostra incapacità, poca volontà di continuare a tenere in allenamento questa capacità; perché, ricordate: qualsiasi capacità che ognuno di voi possieda, si atrofizza se non viene usata!

Guardatevi intorno, osservate le persone anche molto più anziane di voi che, pure, sono brillanti, riescono ancora a condurre una vita intellettiva interessante. Sotto molti punti di vista – al di là di quella che è l’evidente età fisica – talvolta sembrano più giovani di voi, e voi sembrate vecchietti al loro confronto!

Non è dovuto a chissà quale particolare alchimia dell’individuo, ma è dovuto al fatto che quella tal persona o la tal altra, hanno saputo tener vivi i loro interessi, e quindi stimolare i loro desideri; hanno saputo manifestare i loro bisogni, hanno saputo ragionare su ciò che pensavano fosse importante, hanno saputo entrare dentro se stessi e continuare a lavorare, non sono rimasti fermi aspettando che arrivasse il momento della parola “fine”. 

Questo è importante, creature! Non cristallizzate, non fermatevi, pensate che quanto noi vi abbiamo insegnato in questi anni sulla cristallizzazione se era valido nel momento in cui vi parlavamo di osservare e conoscere voi stessi, ed eravate ancora giovani, è ancora più valido nel momento che questo discorso viene rivolto a voi, condizionati dall’idea della vecchiaia che intorno a voi viene esposta!

Rifiutate questa idea; ricordate che non è l’età anagrafica quella che conta, ma la vera età che conta è quella che non ha anni ed è quella della coscienza, quella dello spirito; e se voi mantenete in contatto voi stessi col vostro spirito, la vostra coscienza, se voi mantenete intatti i legami che con essa avete creato nel tempo, voi sarete “vivi” al di là di quello che il vostro corpo fisico possa voler o sembrar dimostrare. Scifo

L’alimentazione: diventare vegetariani?

Uno dei problemi di chi arriva a una certa età riguarda l’alimentazione. Chi tra voi non ha paura a mangiare certe cose, è indeciso se questo può mangiarlo o non può mangiarlo, e via dicendo? Penso tutti. Tutti quanti vi preoccupate, forse – secondo me – oltre misura, di quello che vi fa bene o di quello che vi fa male. Certamente non è il caso di abbuffarsi nel corso della giornata, ma perché negarsi quelle cose che possono far piacere? Per paura di un po’ di mal di stomaco? Ma se voi mangiate una cosa con piacere, il più delle volte il mal di stomaco non arriva.

Qual è l’alimentazione migliore per le persone anziane? Diventare vegetariani? Ma la natura dell’uomo non è vegetariana; la natura dell’uomo è come quella del maiale, è onnivora; e, se è onnivora, ci sarà un motivo; e voi sapete che tutto quello che accade, accade per una sua logica, una sua giustezza; quindi, se l’uomo ha come sua capacità quella di digerire, sintetizzare qualsiasi tipo di alimento, questo è stato preordinato perché vi sono diverse sostanze che l’individuo deve assimilare.

Il che significa che – anche se in maggiore o minore misura – anche col procedere dell’età l’individuo, anche se anziano, deve arrivare ad assimilare, a introdurre nel proprio organismo un po’ tutte le sostanze. Certo, con l’avanzare dell’età, e quindi un minore lavorio fisico, le proteine animali forse non sono più necessarie come prima, ma da lì a diventare totalmente vegetariani il passo è lungo; non sono necessarie come prima ma, in una certa misura, sono ancora necessarie.

Cercate, quindi, di considerare la vostra alimentazione un po’ come una sorta di banco di prova di voi stessi; un banco di prova che vi consenta di adeguare voi stessi a quello che siete, in maniera tale da trovare quel giusto equilibrio che, unico, può garantire nel tempo la migliore funzionalità di tutto il vostro corpo. N’cono

Cercate di capire cosa veramente volete

Insomma, creature, il problema principale che sta alla base dell’idea della vecchiaia è il fatto che non riuscire ad avere un’immagine giusta, adeguata, di voi stessi. C’è chi si ricorda di essere stato il giovane, atletico e allegro e, quindi, si ricorda ancora così e non riesce a staccarsi da quell’immagine; c’è chi invece si vede come un individuo tristemente avviato verso il declino e si adegua allora a questa immagine, finendo per trasformarsi il più possibile in questa direzione. Cercate di essere obiettivi con voi stessi; guardate la vostra realtà, guardate l’immagine reale di voi stessi: ma non è quella che voi pensate! Cercate di comprendere quella che è veramente! 

L’uomo di una certa età che si gira a guardare una bella ragazza, magari a 85 anni, a 90 anni, e quelli intorno a lui lo guardano, e c’è chi sorride, c’è chi ridacchia, c’è chi è infastidito. Perché, creature? Forse che l’idea di bellezza, all’interno dell’individuo, non esiste più soltanto perché la persona ha 85 anni? 

Certo, quello che è importante non è il fatto di guardare la bella ragazza o (scusino le donne) il bel ragazzo, ma “il modo” in cui questa osservazione viene messa in atto.

Perché se guardate un bel quadro anche a 90 anni e dite: “Che bello questo quadro” nessuno trova da ridire, ma se guardate un bel ragazzo, una bella ragazza, e dite: “Che bella questa ragazza” (o questo ragazzo) molti trovano da ridire?! Non lasciatevi condizionare da quello che gli altri vogliono da voi; ormai, dopo decenni di vita sul piano fisico, dovreste avere imparato a comprendere che quello che voi volete è ciò che è meglio e utile per voi; che gli altri possono, sì, darvi le loro opinioni, ma poi siete voi che dovete condurre avanti la vostra vita.

E allora fate almeno adesso, adesso che avete molti meno problemi di tempo di quelli che avevate prima, ciò che non siete riusciti a fare in età più giovane; cercate di capire cosa davvero volete.
Fate sì che i vostri ultimi anni o decenni di vita arrivino veramente a concludere qualche cosa che renda la vostra vita degna di essere vissuta, e non soltanto il desiderio di lasciare un buon ricordo, un buon gruzzolo o una buona opera perché gli altri si ricordino di voi; perché, ricordate creature: quando voi abbandonerete il piano fisico passeranno uno, due, cinque, dieci, vent’anni, cinquant’anni, e poi, chi si ricorderà di voi?

Se anche accadesse che qualcuno si ricordi di voi, quello che verrà ricordato non è ciò che voi eravate, ma ciò che gli altri hanno pensato, o immaginato o elaborato di voi. Cos’è che allora resta della vostra vita sul piano fisico? Una cosa soltanto: quello che voi siete riusciti a fare per voi stessi! 

E non dovete credere che poiché avete raggiunto una certa età siete esonerati dal conoscere voi stessi; anzi, con l’esperienza che avete accumulato negli anni, le vostre responsabilità, nel momento in cui non volete vedere voi stessi, sono ancora più grandi di quelle che erano prima. Scifo

Dal ciclo Sfumature di sentire 2002-2007

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Roberto DE

Argomento con molte sfaccettature. Mi trovo parzialmente d’accordo con le guide. Se guardo mia madre è l’esempio della longevità perché grazie ai suoi interessi ha una vitalità di gran lunga superiore alla mia quanto ad impegni ed occupazioni.
E’ pur vero che il rimanere sola è un grosso problema per lei. Non può fare altrimenti, deve cercare compagnia. E questo è un limite: il non saper accettare che esistono stagioni. Poi ci sono anche i casi estremi del Berlusconismo. Insomma argomento da discutere.

Natascia

Questo tema, cade proprio in umomento in cui mi sento più ciaccata del solito e mi accorgo di dire sempre più spesso, sarà l’eta’.

Le parole di Scifo, mi arrivano come uno schiaffo e mi esortano a non trastullarmi in una sorta di rassegnazione.

Le cristallizzazioni si evidenziano anche in tanti modi, che diamo per assodati.

Invece tutto può essere messo in discussione. Di tutto dobbiamo dubitare e avere il coraggio di osare.

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