D – Quando noi moriamo e veniamo dall’altra parte, in qualche modo abbiamo una qualche forma di carattere, di talenti, che fa sì che le esperienze che dobbiamo fare di là siano orientate? Le Guide che sono venute a parlare, a volte sono guide con evoluzioni diverse, alcune ci dicono: «Sono venuto qui perché devo sperimentare questa cosa, sto imparando» Mi sono fatta l’idea che ognuno abbia un proprio compito.
Quante idee sbagliate che ti sei fatta! Sono tutte sbagliate! È completamente diversa da quella che tu ti stai immaginando la nostra realtà! Tu dirai: «ma allora spiegami com’è».
La realtà è che siamo un tutt’uno; in realtà – l’abbiamo sempre detto – noi veniamo manifestandoci in maniera diversa perché «voi» ne avete bisogno; in realtà siamo tutti la stessa Entità, ma non nel senso che potete intendere voi, di un’Entità sola, ma siamo tutti la stessa isola akasica, apparteniamo tutti allo stesso gruppo di Entità che hanno seguito lo stesso tipo di percorso, siamo tutti legati tra di noi e, quindi, c’è la parte più evoluta tra noi e c’è la parte meno evoluta tra noi; e ognuno di noi concorre, insieme alle altre, per portare avanti quello che è il percorso dell’intera isola akasica.
Però anche il discorso che c’è la parte più avanti e la parte più indietro è un’illusione perché, in realtà, l’isola akasica è già perfetta, costituita e unita a tutta la Realtà.
D – Però voi avete parlato di «tappeto akasico» e allora, rimanendo nell’esempio, immagino un tappeto con dei disegni, dei fiori colorati, se io di questo tappeto akasico sono quella piccola parte che fa il fiore verde, la mia evoluzione mi porterà a diventare esattamente il fiore verde perfetto che devo essere.
Giusto.
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D – Quindi, sia di qua che di là sperimenterò tutto quello che deve fare di me il più bel fiore verde che possa stare sul tappeto. Se tu devi fare la foglia…
È qua che stai sbagliando: non farà di te il più bel fiore verde sul tappeto, tu sarai già quel fiore verde!
D – Ma io sono un fiore verde; se tu sei una foglia, allora siamo diversi, comunque!
Ma no, è un’illusione, credete di essere diversi! In realtà tu sei già quel fiore e stai portando il tuo compito in questo preciso momento!
D – Non riesco a immaginare in questo numero finito di vite di poter veramente sperimentare abbastanza!
Perché?
D – Eh, sarà una mia difficoltà di comprensione! No, perché, lo dici tu stesso, ci sono così tante sfumature…
Certamente. Vuoi costringermi a parlare di quelle complicate, però ti posso fare un accenno, così poi ci pensi un attimo con calma…
Non c’è bisogno che tu sperimenti tutto lo sperimentabile; ci sono tutti i componenti della tua isola akasica che hanno fatto miliardi e miliardi di esperienze; arriva un momento in cui l’esperienza di uno diventa l’esperienza di tutti.
Tu porti la tua parte di esperienza, e Zifed porta la sua parte, Gneus la sua parte; e poi arriva un momento in cui c’è la possibilità, grazie alla comprensione raggiunta da tutti, all’unione tra tutti i corpi akasici, che l’esperienza di uno diventi l’esperienza di tutti; quindi non c’è necessità di fare tutte le esperienze possibili, ma c’è la possibilità di portare ognuno la propria parte di esperienza. Scifo
La mia vita gira in un cerchio continuo e io percorro senza sosta questo cerchio cercando di avvicinarmi alla luce che brilla al suo interno, ma fino a quando non vedrò la candela nella sua totalità, il mio cerchio continuerà a farmi girare. Labrys
Credevo che una isola akasica fosse composta da entità con lo stesso sentire.
Mi è chiaro come l’esperienza di uno diventi l’esperienza di tutti.
Grazie