L’argomento in sintesi
La terra è associata al piano fisico; l’acqua al piano astrale; l’aria al piano mentale; il fuoco al piano akasico. La natura dell’ambiente sociale.
Terra, acqua, aria, fuoco … Devo dire che gli antichi, anche se non possedevano le meraviglie tecnologiche che voi oggi possedete e quelle che ancora verranno, certamente non erano degli sciocchi e il loro pensiero, che la realtà che potevano osservare si basasse su questi quattro elementi, proveniva da conoscenze arrivate da molto lontano.
È da questo che voglio partire per esaminare l’aspetto ambientale della realtà in cui l’individuo compie la sua evoluzione.
Al di là dei tantissimi significati che a quelle quattro parole sono stati dati – spesso giusti, spesso meno giusti, spesso addirittura fantasiosi – quello che mi preme sottolineare questa sera è che ritroviamo ancora una volta il numero 4, il che vi può far pensare che – tutto sommato – quei 4 elementi possono essere il simbolo dei piani più vicini alla vostra realtà, ovvero il piano fisico, il piano astrale, il piano mentale e, naturalmente, il piano akasico. Infatti, se si volesse scegliere – ad esempio un elemento per simboleggiare il piano fisico, quale miglior elemento potrebbe essere scelto che la terra!
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Terra: piano fisico
Senza la terra, creature, il piano fisico non esisterebbe, così come voi lo conoscete; non esisterebbe la grande quantità di mondi; non esisterebbe, quindi, un ambiente fisico sul quale l’individuo possa compiere, attraverso le varie fasi che attraversa, la sua evoluzione.
Acqua: piano astrale
Per certi versi anche la scelta dell’acqua come simbolo del piano astrale trova una sua giustificazione simbolica: l’acqua, infatti, in qualche modo maschera la realtà; è qualcosa che impregna la terra e ne entra a far parte, e può passare anche inosservata; può essere uno specchio di quella che è la realtà fisica, ma nel contempo possiede delle qualità che sfuggono allorché cerchi di raccoglierla tra le dita, di portarla alla tua razionalità.
Può servire da specchio per osservare, ma anche da specchio per deformare; e possiede la capacità di mutare abbastanza facilmente caratteristiche a seconda dell’ambiente fisico in cui viene a trovarsi: ora può diventare solida, ora può essere liquida, ora può addirittura volatilizzarsi come se fosse un gas.
Queste sono le qualità che, in qualche modo, possono anche essere riconosciute nel piano astrale; infatti voi sapete che la materia del piano astrale è una materia molto pronta a trasformarsi, attimo dopo attimo, sotto la spinta dei desideri e delle emozioni; voi sapete che il piano astrale – e lo provate quotidianamente voi stessi personalmente – travolge i vostri sensi, travolge il vostro modo di vivere la realtà fisica, travolge addirittura la vostra razionalità, deformando spesso e volentieri ciò che voi riuscite a percepire di quello che state attraversando.
Aria: piano mentale
È anche evidente che l’aria è un buon simbolo per il piano mentale. Infatti, il pensiero non si vede; il pensiero in realtà non si riesce ad afferrare, eppure – come l’aria – è necessario per mettere in moto i meccanismi della vostra razionalizzazione; è necessario per far sì che, attraverso il pensiero, si arrivi a influenzare la realtà con le azioni, e questo attraverso qualcosa d’invisibile, irraggiungibile e apparentemente – per la vostra percezione – inesistente.
Se voi non sapeste di possedere il pensiero, se non foste consapevoli di pensare, come potreste rendervi conto che il pensiero esiste? E la vostra stessa consapevolezza di pensare, alla fin fine, poi, da cosa nasce? Se ricordate, tempo fa avevo detto – più o meno scherzosamente – che il cervello potrebbe essere situato nel dito di un piede invece che nella testa, eppure voi percepite che così non è e sapete, sentite, che il pensiero, le sue vibrazioni, nascono proprio – o per lo meno arrivano al piano fisico, in cui voi siete – attraverso la parte alta del capo, cioè del vostro corpo fisico.
Fuoco: piano akasico
E quale simbolo migliore, poi, per il piano akasico (il piano della coscienza) del fuoco?! Il fuoco, che nostro Fratello Labrys ha così spesso usato per parlare di ciò che attiene la coscienza dell’individuo; il fuoco, che illumina l’essere; il fuoco, che con i suoi movimenti, e quindi con le sue vibrazioni, fa sì da creare i presupposti per un’azione motivata all’interno del piano di esistenza; il fuoco, senza il quale non esisterebbe la realtà come voi la conoscete.
Infatti, il fuoco è calore e senza il calore vorrebbe dire che non vi è interazione tra le particelle che compongono la realtà e, se non vi fosse interazione tra queste particelle, la realtà si disgregherebbe; quindi è evidente che il calore, come vibrazione e come fuoco, può essere preso come simbolo di quella realtà della coscienza, di quella realtà del piano akasico, che appartiene a tutta una razza; e non soltanto a tutta una razza ma a tutta la necessità della realtà per fondare la sua esistenza e per far sì che, attraverso i suoi movimenti, venga a dipanarsi un po’ alla volta tutto ciò che voi conoscete come percepibile fisicamente, emotivamente, mentalmente, storicamente, socialmente.
Una delle domande possibili da farsi per quanto riguarda l’ambiente è questa: l’ambiente esisterebbe lo stesso, se mancasse una di queste componenti? La risposta mi sembra ovvia: potrebbe anche esistere un ambiente, però sarebbe un ambiente amorfo, disorganizzato; in cui, quindi, la vita e l’evoluzione non potrebbero trovare gli elementi per costruire il Grande Disegno dell’Assoluto.
Ma quanti sono gli ambienti? Certo, voi avete parlato di ambiente familiare, di ambiente di lavoro, di ambiente associativo, e potreste parlare di tantissimi altri ambienti, quelli che voi avete definito – se non vado errato – «microambienti»; però, se dovessimo parlare di tutti gli ambienti, veramente ci sarebbe la necessità di alzare ancora la media della vita di ognuno di voi! Io direi che, per semplificare – si fa per dire, naturalmente – le cose, conviene forse partire, sulla base di quanto detto prima, da quelli che possono essere considerati i quattro ambienti principali: l’ambiente fisico, l’ambiente astrale, l’ambiente mentale e, naturalmente, l’ambiente akasico. Siete d’accordo?
Vedrete che così forse sarà un pochino più semplice, anche perché voi potreste dire: «Esiste però un ambiente sociale» ad esempio «un ambiente sociale molto importante perché in qualche modo condiziona gli individui che compongono la società» e su questo avrei già qualcosa da dire perché forse può essere che sono gli individui che in qualche modo condizionano l’ambiente sociale, ma lasciamo stare questo discorso per il momento.
Io posso essere d’accordo con voi; certamente vi è un ambiente sociale, certamente vi sono dei condizionamenti da una parte o dall’altra che sono importanti, però, se ci pensate bene, l’ambiente sociale che cos’è, in fondo?
Rispondo io: l’ambiente sociale non è altro che la risultante dell’ambiente fisico, dell’ambiente astrale, dell’ambiente mentale e dell’ambiente akasico; non è un ambiente che ha una sua esistenza di per se stesso, è un ambiente che scaturisce dal modo in cui gli individui si trovano inseriti nei quattro ambienti che abbiamo preso come punto di partenza. Quindi, parlando degli ambienti di partenza, si arriverà necessariamente a comprendere anche quelli che sono gli ambienti che derivano da questi quattro ambienti principali. Scifo
Interessante ed istruttivo.
Ambienti dentro noi stessi…
Interessante la divisioni tra “ambienti primari” e “ambienti secondari” e come i primi generino i secondi ovvero gli “ambienti sociali”, seconda una logica della necessità dell’apprendimento.
Aspetti dell’insegnamento che non mi era capitato di incontrare. Molto interessante.