Uomo solo, sono millenni che giri intorno al nocciolo dei tuoi problemi, adeguando te stesso ai tuoi bisogni e ai tuoi impulsi, creando complesse teorie per mascherare quanto siano questi bisogni e questi impulsi – peraltro facilmente governabili, se tu davvero lo volessi – a governare te stesso come capricciosi e crudeli padroni.
La solitudine dell’uomo e la sua eterna ricerca per annullarla: quanti romanzi, quante poesie, quante musiche, quante opere d’arte hai creato per giustificare ciò che tu vuoi essere, fino a far affondare le radici della tua stessa tradizione nel mito della solitudine umana, usato come scudo per occultare – inserendola in una falsa cornice di forza d’animo – la tua innata tendenza al vittimismo e all’autocommiserazione più gretta!
solitudine
La solitudine, la necessità e lo scopo della relazione
Che noia! E che silenzio! Posso quasi sentire i pensieri che mi si muovono in testa!
Che giornata lunga! Giro per la casa, mi trascino avanti e indietro e non c’è niente che mi interessi!
Mi sento solo! Senti che brutta questa parola: “sssolo”! Sembra il sibilo di un serpente: “Tu sei sssolo!” Bleah…
Solo. Potrei anche non esserlo! Potrei? Sì, potrei anche non esserlo! Costerebbe fatica, ma potrei anche non esserlo! Però è un rischio, a un certo punto!
E chi mi dice che, quando riesco a non essere più solo, gli altri non mi ci crescano?! E quando poi l’hai fatto, li devi tenere, eh!