È passato del tempo da quando avete affrontato con altri Maestri il discorso riguardante il condizionamento. Vediamo allora se si può trovare qualche elemento ancora alla luce di quanto fino a questo punto abbiamo assieme cercato di sviscerare, per comprendere più a fondo questo importante tema.
sentire
Domande sul sentire di coscienza
Ascoltandovi è risultato evidente che avete molta confusione nelle vostre menti in merito al sentire; è stato facile rilevare quanto questo sentire sfugga poi, in realtà, alla comprensione di tutti voi. La maggioranza di voi si è soffermata a cosa fare?
Domande sull’istinto e sul fluire non condizionato del sentire
Domanda – Prima ho avuto l’impressione che tu scindessi il corpo fisico, fisiologicamente parlando, da tutto il resto, cioè lo tenessi come se non fosse troppo legato al resto degli altri corpi.
“Certamente siete migliori di come vi esprimete solitamente”
Ci sono dei momenti in cui dici: “Vedo un tramonto e sono con Dio!”. È quel momento in cui io “sgancio un attimo”. Perché può succedere? È proprio lì il punto sbagliato, in realtà tu non “sganci” affatto; semplicemente, la tua percezione fisica costruisce un ponte che ti aggancia per qualche attimo ad un sentire più vasto quale può essere il sentire la presenza della Divinità in un tramonto.
La manifestazione del sentire nelle relazioni e l’interferenza dell’Io
[Ci sono state nella vita del Cerchio tante fasi in cui abbiamo trattato svariati argomenti] ma non c’è mai stata una fase del sentire.
Certo, sul sentire avete discusso, anche se non molto, tuttavia ciò non ha lasciato in voi grandi conseguenze. Come mai? Forse perché del sentire avevate già letto in altri luoghi? Forse per presunzione ritenendolo un concetto facile da comprendere? Forse perché non vi dava la possibilità di giustificarvi, di depenalizzarvi, di concettualizzare, di teorizzare o anche, soltanto, di sognare?
La vita come metamorfosi
Ciò che noi insegniamo non è la morte, ma è la vita!
È la vita che vi appartiene, non la morte, è la vita che deve insegnarvi a conoscere la realtà di ciò che si incontra nelle esperienze di tutti i giorni.
Ciò che le nostre parole vogliono comunicarvi è il senso del vivere, la necessità di saper vivere il momento che si vive, la bellezza di ciò che si sta attraversando, delle esperienze che si compiono.
La morale è soggettiva e risponde all’intenzione
Vi avevo chiesto una volta se è più morale colui che uccide nel nome di un ideale in cui crede fermamente, o colui che uccide per salvare la propria vita e quella dei suoi familiari.
Poiché siamo qui con il solo scopo di discutere e di cercare di allargare – se ci è possibile – la comprensione personale, svolgerò io stesso il compito assegnatovi, facendolo dal mio punto di vista – come al solito in apparenza bizzarro – liquidando il tutto con poche parole, e non per presunzione ma perché, effettivamente, la risposta era molto più semplice di quanto poteva apparire.
Il sentire, la sua evoluzione, le scelte dell’umano (IF26)
Insegnamento filosofico 26
Il “sentire” è quella condizione dell’individuo che proviene dal suo corpo akasico, cioè dal corpo in cui vengono trascritte tutte le esperienze che l’individuo ha compiuto nel corso delle sue varie incarnazioni.
Questo sta a significare che non ha niente a che fare con il piano mentale, con il piano astrale e con il piano fisico.
Questo cosa sta ancora a significare? Sta a significare che non ha proprio nulla a che fare con quello che è l’Io di uno persona.
Ora, a questo punto, è necessario che dia anche una definizione di Io, mi sembra giusto.
Non vincolarsi ad organizzazioni spirituali, confidare nel sentire
Ed il Buddha parlava per chi voleva ascoltare; e chi voleva ascoltare non sempre sapeva farlo; e chi sapeva ascoltare spesso non riusciva a capire le parole dell’Illuminato; e chi riusciva ad applicarle, quasi sempre lo faceva soltanto nei casi in cui ciò gli ritornava utile; e chi le applicava costantemente si trovava faccia a faccia con la sofferenza; e chi si trovava faccia a faccia con la sofferenza aveva la possibilità di comprendere fino in fondo la prima delle otto vie insegnate dal Buddha. Moti
Nel presente, il cambiamento senza fine di sé stessi
Il vostro valore all’interno dell’universo non è quello che voi, nella vostra arroganza, siete soliti attribuirvi. Non esiste una scala di valori tra l’essere delle cose, delle piante, degli animali e dell’uomo: esistono soltanto dei diversi modi di essere adeguati alle diverse necessità evolutive. Così è errato affermare che l’uomo è – per sua natura – superiore al fiore, poiché l’essere del fiore, all’interno del mondo in cui è inserito, è altrettanto adeguato e specializzato dell’essere umano. Si può parlare semplicemente di diversità, di differente ampiezza di sentire, ma non si può fare una graduatoria in cui un “sentire” sia classificato come migliore di un altro.