Ma vi siete mai chiesti, fratelli, chi è che vive il presente?
Chi è che vive questo “adesso” di cui avete discusso nel corso della riunione? Chiedetevelo un attimo e vedete se sapete rispondere a questa domanda; anzi, ve la farò più precisa: in che epoca vive l’Io, secondo voi? Rodolfo
presente
Favola del cane consapevole
Un cane ingoiò con gusto una briciola che era caduta dal tavolo un attimo prima che scoccasse la mezzanotte.
Nella stanza c’era allegria, grida e rumori.
«Evviva!»
«Tanti auguri!»
«Buone feste!»
La favola dei tre fiori
C’erano una volta tre fiori, nati nello stesso giorno di sole e nello stesso prato rigoglioso, simili perché della stessa specie, ma dissimili in quanto ogni componente di una specie è, in se stesso, una specie a sé, differenziato non solo da elementi formali ma anche, e soprattutto, dal diverso modo d’essere.
Questi tre fiori appartenevano ad una specie che, per ragioni biologiche, richiudeva la corolla al tramonto per riaprirla non appena il sole illuminava l’aria.
Nel loro mondo, da fiori, tutte e tre le creature avevano i loro pensieri.
Quando si avvicinò il loro primo crepuscolo – cosicché la reazione di chiusura della corolla avrebbe dovuto venire messa in atto – il primo fiore così andò pensando mentre, con riluttanza,
Nel presente, il cambiamento senza fine di sé stessi
Il vostro valore all’interno dell’universo non è quello che voi, nella vostra arroganza, siete soliti attribuirvi. Non esiste una scala di valori tra l’essere delle cose, delle piante, degli animali e dell’uomo: esistono soltanto dei diversi modi di essere adeguati alle diverse necessità evolutive. Così è errato affermare che l’uomo è – per sua natura – superiore al fiore, poiché l’essere del fiore, all’interno del mondo in cui è inserito, è altrettanto adeguato e specializzato dell’essere umano. Si può parlare semplicemente di diversità, di differente ampiezza di sentire, ma non si può fare una graduatoria in cui un “sentire” sia classificato come migliore di un altro.
La consapevolezza del qui ed ora e la sincerità con sé stessi
Essere consapevoli non vuol dire mettersi nei panni dell’Io ad auto-analizzarsi, bensì porsi al di là dell’Io stesso e osservare le sue azioni e le sue reazioni come se egli fosse un’altra persona; vuol dire esaminarvi nel qui e ora cercando di essere consapevoli e di constatare quanto e quando è l’Io che vi spinge ad agire.
Non dovete fare l’errore di considerare la consapevolezza un fine ultimo: essa non è altro che un mezzo per arrivare a conseguire il vero fine, che è quello di raggiungere la verità del vostro vero essere interiore.
Spesso viene commesso l’errore di pensare che conoscere voi stessi significhi essenzialmente riesaminare le azioni che avete fatto e che vi hanno fatto soffrire o gioire,