La solitudine, la necessità e lo scopo della relazione

Che noia! E che silenzio! Posso quasi sentire i pensieri che mi si muovono in testa!
Che giornata lunga! Giro per la casa, mi trascino avanti e indietro e non c’è niente che mi interessi!
Mi sento solo! Senti che brutta questa parola: “sssolo”! Sembra il sibilo di un serpente: “Tu sei sssolo!”  Bleah…
Solo. Potrei anche non esserlo! Potrei? Sì, potrei anche non esserlo! Costerebbe fatica, ma potrei anche non esserlo! Però è un rischio, a un certo punto!
E chi mi dice che, quando riesco a non essere più solo, gli altri non mi ci crescano?! E quando poi l’hai fatto, li devi tenere, eh!

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Imparare a vivere, a comprendere, ad amare, a lasciar andare

“Imparare a vivere”, che significato può avere una frase apparentemente così semplice?
Vivere è la cosa più difficile che l’individuo possa riuscire a fare nel corso delle sue esistenze.
È facile pensare che basta abbandonarsi al flusso della vita ed ecco che ogni individuo, sul piano fisico, vive la sua vita.
Purtroppo, non è mai così semplice; tutto quello che ognuno vive, lo vive per imparare; per imparare, appunto, a vivere; eppure l’uomo non è mai soddisfatto della propria vita;

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Perché non valorizzare la parte migliore di voi?

Guardarsi allo specchio e cercare di ritrovare in quell’immagine riflessa se stessi, non è certamente un compito molto facile.
Molte maschere, molte barriere, molte illusioni si frappongono fra voi e quell’immagine riflessa di voi stessi; eppure, volendo, con la buona volontà e con tanto amore si potrebbero abbattere tutte quelle illusioni, quelle irrealtà, quelle speranze che la realtà sia diversa da quella che purtroppo invece è.
Riuscire a conoscere se stessi in maniera diversa, pronti ad affrontare quelle difficoltà che vengono taciute, nascoste, sopite perché fanno paura; perché non sempre è facile riconoscere se stessi diversi dall’immagine che ora ognuno di voi si è creato di .

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Molte strade, un’unica destinazione

Non tutti quelli che sono incarnati si rendono pienamente conto di quanto la vita che stanno vivendo sia in realtà un viaggio; un viaggio di cui quasi sempre non si ha consapevolezza della destinazione, ma anche un viaggio che, lungo il percorso, dà la possibilità, di volta in volta, di raccogliere degli elementi per precisare i suoi contorni.
Certo, il fatto che manchi il concetto di destinazione, di punto d’arrivo, può essere destabilizzante, può far sembrare estremamente faticoso il viaggio, ma se si riesce a guardare attorno con attenzione, può essere consolante il fatto di rendersi conto che non è mai, comunque, un viaggio solitario, ma è compiuto in grandissima compagnia,

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Accettare, conoscere, imparare dai propri limiti

Quando si è incarnati sul piano fisico, voi lo sapete, si tende ad attribuire alle cose esterne il perché dei problemi che si incontrano; quindi, prendendo proprio come esempio quello fatto da G., ovvero della persona che ha il problema del naso, è giusto sottolineare – secondo me – che il problema non è il naso, esso è soltanto l’elemento procurato dall’esistenza per far sì che l’individuo vada incontro a un problema interiore; il naso è la manifestazione esterna del problema, è quello che punta dritto (non solo metaforicamente) indicando la direzione in cui l’individuo deve guardare il proprio limite.

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La sofferenza nella conoscenza e nella consapevolezza di sé

È molto facile porsi nello stato d’animo che scarica la responsabilità di quello che accade sulle altre persone, riuscendo bellamente ad evitare di trovare anche soltanto il più piccolo perché che riguarda se stessi!
Siete maestri in questo, così come lo fummo noi ai nostri tempi! Eppure, noi veniamo, siamo qua, proprio per rendervi attenti e consapevoli che questo atteggiamento nei confronti della vita e delle esperienze che vivete è sbagliato.

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Condividere le esperienze con l’altro e farsi conoscere

Comunicare alle altre persone – e non soltanto ai propri figli o ai propri genitori – quello che veramente si pensa significa offrire la possibilità di comprendere meglio la persona che sta loro davanti.
Com’è possibile essere compresi se non ci si mette in gioco scoprendo una parte di sé stessi?
Certo, per farlo è necessario superare gran parte delle barriere che da soli si mettono perché si ha paura di mostrarsi deboli; ci si arrampica sugli specchi per trovare mille scuse e mille motivazioni per non fare ciò che in realtà si sentirebbe come giusto. “Io non ho ricevuto nulla da giovane, quindi non ho imparato a ricevere e cosa posso dare se non so, se nessuno mi ha insegnato a dare?”.

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