Conoscere non è comprendere: il limite del desiderio (IF28)

Insegnamento filosofico 28
Da quanto fin qui appreso, risulta evidente che ai fini dell’evoluzione la conoscenza ha in fondo soltanto un’importanza relativa.
Se voi pensate bene, questo concetto dovrebbe rivoluzionare tutto il vostro modo di vivere e di concepire l’esistenza e la stessa società in cui vivete e nella quale chi più conosce più viene ritenuto, solitamente, grande e di conseguenza molto evoluto.
In realtà la conoscenza è semplicemente un mezzo che può tornare utile, come è stato detto prima, a conseguire evoluzione, ma non è stato strettamente necessario a questo conseguimento.

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L’aspettativa di una nuova era e il lento cammino della comprensione

Molti figli, in tutto il mondo, si guardano intorno un po’ straniti, cercando di scorgere i segni di un’età nuova, migliore, più soddisfacente anche solo nelle piccole cose di ogni giorno; ma poi abbassano lo sguardo delusi, come per rifiutarsi di vedere.
Noi speriamo che, almeno per coloro che seguono attraverso vie molteplici e diverse le nostre parole e quelle di altre guide – siano esse incarnate o disincarnate – ciò non accada, e non solo per fiducia in ciò che le nostre o le altrui parole vi dicono, ma perché esse vi offrono la possibilità di vedere un poco oltre l’apparenza di ciò che vi circonda,

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Si offre al prossimo ciò che si è conosciuto e compreso di sé

Vi è un dubbio che assilla spesso tutti coloro che sentono le richieste d’aiuto che provengono dall’umanità che li circonda, e che è sintetizzabile in questa domanda: “È giusto che io mi ritragga in me stesso, che mi ritragga dagli altri uomini che cercano il mio aiuto, o è più giusto che io mi dedichi a essi con tutte le mie forze?”
Ciò che noi spesso vi diciamo sembra essere detto apposta per accrescere la vostra confusione, ma così non è; certo, noi vi diciamo “conosci te stesso”

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A colui che lotta, a colui che comprende

Uomo che lotti per un denaro in più, uomo che lotti per un privilegio in più, uomo che lotti per avere prestigio, uomo che lotti per non soccombere, uomo che lotti contro gli altri uomini, uomo che lotti per te stesso, uomo che lotti per la tua famiglia, uomo che lotti per la tua patria, uomo che lotti per il tuo mondo, fermati un attimo e medita sulla ragione del tuo lottare. Non è forse nel nome di una minoranza: te stesso, la tua famiglia, i tuoi concittadini, la tua razza, l’umanità?
Ma vuoi davvero lottare, vuoi davvero prevaricare te stesso e gli altri in una lotta già persa in partenza, mettendoti alla pari con la falena che brucia le sue ali perché non sa fermare la sua corsa verso la luce?

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Oltre materialismo o spiritualismo, la spinta che ci conduce

Se voi fate attenzione a quanto viene presentato nelle varie trasmissioni, o a quando sentite parlare la gente, la prima impressione è che tutto sia rivolto all’esterno, all’esteriorità, però, se riuscite ad andare un pochino più in profondità, un pochino oltre, vedrete che sotto questa ricerca apparentemente esasperata dell’esteriorità cosa c’è?
C’è una spinta: non fermatevi soltanto alla considerazione di come esce fuori la spinta, ma considerate come essa significhi che all’interno dell’individuo, per quanto apparentemente proiettato verso l’esteriorità, la spinta della Realtà – dell’Assoluto, della coscienza, della Vibrazione Prima o come volete definirla – continua a esserci e a spingere l’individuo verso la comprensione e la conoscenza dell’interiorità.

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Imparare a vivere, a comprendere, ad amare, a lasciar andare

“Imparare a vivere”, che significato può avere una frase apparentemente così semplice?
Vivere è la cosa più difficile che l’individuo possa riuscire a fare nel corso delle sue esistenze.
È facile pensare che basta abbandonarsi al flusso della vita ed ecco che ogni individuo, sul piano fisico, vive la sua vita.
Purtroppo, non è mai così semplice; tutto quello che ognuno vive, lo vive per imparare; per imparare, appunto, a vivere; eppure l’uomo non è mai soddisfatto della propria vita;

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Il senso di colpa sorge dalla comprensione negata

Mettiamo in chiaro una cosa ben precisa: il senso di colpa è qualcosa che riguarda l’individuo nei rapporti con stesso.
Abbiamo notato, nel corso della discussione, che i vostri Io si sono affannati a cercare di trovare mille modi diversi per spostare l’attenzione da voi stessi al vostro esterno, ed ecco così che siete riusciti a dire che sono le attese degli altri a provocare i vostri sensi di colpa.
Il senso di colpa dell’individuo nasce nel momento in cui vi era la possibilità di comportarsi in un certo modo, seguendo il proprio sentire e quindi una comprensione raggiunta, ed invece l’individuo si è comportato in maniera tale da non seguire questa comprensione.

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Le innumerevoli vie della comprensione

Talvolta voi pensate che la comprensione si debba precipitare al vostro interno come una valanga inarrestabile, come un’intuizione improvvisa, e non vi rendete conto, invece, che la comprensione arriva dentro di voi – lungo i percorsi che fate singolarmente – goccia dopo goccia, costruendo la vostra coscienza, molte volte senza che neppure la vostra mente cosciente, di incarnati, se ne renda conto.
Comprendere è un processo che accompagna strettamente l’evoluzione in tutti i suoi termini;

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Scorgere in una lacrima l’umanità intera

Beato l’uomo che guarda una lacrima e non s’accorge solo della sua forma, del suo colore, della sua lucentezza, ma riesce a capire la sua origine, il suo destino, la sua essenza.
Beato l’uomo che guarda una lacrima e si accorge che in essa è racchiuso l’intero Creato, e che basta osservarla con occhi d’amore per scoprirvi grandi verità e svelare molti misteri. Sappiate osservare il mondo con occhi puri e scoprirete Dio, la Sua dolcezza, il Suo Amore, la Sua corroborante presenza, non solo all’esterno di voi ma anche in voi.

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