Pubblico questa serie di domande e risposte, apparentemente di importanza secondaria e solo personale, perché contengono a mio parere, tra le righe, indicazioni utili per molti di noi. Ndr
D – Mia mamma che ha dei problemi di pressione e di cuore, volevo chiedere cosa può fare lei e cosa possiamo fare noi per aiutarla, perché da una settimana a questa parte non va proprio bene.
Cosa poter fare? Bisognerebbe, a volte, cambiare un attimo la testa: svitare una testa e metterne un’altra al suo posto, ma non è che questo sia facile da farsi!
Bisognerebbe che modificasse un po’ il suo carattere, il suo mettersi di fronte alla vita e di fronte anche a voi; bisognerebbe che riuscisse a proporre meglio se stessa e le sue idee senza magari interiormente restare armata se le sue idee non vengono condivise completamente; bisognerebbe insomma che la nostra cara figlia riuscisse a essere più tranquilla, a prendere la vita con meno ansia e a comprendere fino in fondo che non sempre le cose vanno come si desidera.
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Questa, d’altra parte, è una cosa che tutti voi dovreste imparare a comprendere. C’è un modo di dire che afferma: «La vita va come vuole lei, non come volete voi» e questa è una grande verità e dovrebbe essere qualcosa che dovete tenere sempre presente perché, se entrate in quest’ottica, allora invece di sentirvi vittime della vita riuscireste a interagire con la vita, a far sì da rendere utile e positivo ciò che la vita di inutile e di negativo sembra proporvi.
Cosa fare per aiutare quella nostra figlia? Dal punto di vista medico, secondo noi, non vi è molto da fare; anche perché reali problemi fisici, se non quelli dell’età – e spero che non si offenda per questo – non ve ne sono. È una questione di emotività ma anche di stanchezza fisica; quindi cercate di farla stare tranquilla, cercate che non si stanchi oltre il lecito e cercate, forse, anche voi di eliminare qualche tensione che qua e là appesantisce magari certe reazioni.
Vi è poi qualcos’altro in particolare che potreste fare, perché c’è qualche problema particolare che la turba ma, non essendo presente ed essendo una cosa piuttosto personale, non mi sembra il caso di parlarne con voi.
D – Cioè una cosa che riguarda proprio lei?
Qualche cosa di interiore che le provoca un po’ di sommovimenti e che, quindi, alimenta quelle che possono essere delle predisposizioni fisiche da parte sua, certe reazioni fisiologiche. Comunque direi che potete stare abbastanza tranquilli.
D – Passerà questo momento?
Oh, è passata a Napoleone e passerà anche a lei! D’altra parte, figli nostri, rendetevi conto che siete continuamente sottoposti a grandi tensioni. Tutti quanti voi, chi più chi meno, avete reazioni dovute ad ansie, a stress, a traffico caotico, a bombardamento di impulsi provenienti da radio, da televisioni, da clacson che suonano, da inquinamento atmosferico, da inquinamento acustico e via dicendo; e tutto questo, senza dubbio, specialmente quando si ha una particolare sensibilità, può provocare uno sconvolgimento nella vibrazione dell’individuo e, quindi, portare queste somatizzazioni.
D – Con la pranoterapia si può aiutare?
Ma io direi che forse potrebbe essere più utile usare delle tecniche di rilassamento.
D – Meditazione?
Ad esempio; certamente.
D – Volevo chiederti se potevi aiutare anche me sul fatto della salute; dirmi qualche cosa magari, se puoi, per poter cercare di star meglio.
Eh, guarda, la tua salute è veramente grave! Io penso che non avrai più di 3 giorni di vita!
D – Non è quello; è solo che sono stanca di andare avanti così e vorrei risolvere un po’ la situazione. Se è colpa mia, se puoi dirmi quel che sbaglio…
Vedi, cara, al di là della battuta scherzosa, non sarà fra 3 giorni ma sarà magari fra 40 anni e io non mi preoccuperei più che tanto. Certo che costituzionalmente non sei un «superman». Vi sono diversi problemi fisici, però nessuno talmente importante, talmente grosso da poter destare una vera preoccupazione; è più un insieme di piccole cause, di piccole cose che, proprio per questa loro piccolezza, questa loro sfuggevolezza, indeterminatezza, sono difficili da mettere assieme.
Se poi aggiungi a tutto questo le ansie – come dicevamo prima – che ti provocano i tuoi figli, e che qualche volta ti provoca anche il marito, se pensi ai ritmi di lavoro che sostenete, che certamente portano tensioni, momenti di frenesia e momenti invece, al contrario, di quasi totale riposo, tutto questo non può altro che provocare uno stress fisiologico.
Il consiglio non potrebbe essere che quello – come per l’altra amica – di cercare di condurre una giornata più equilibrata possibile. D’altra parte è un consiglio che ci rendiamo conto che è facile dare ma è difficile mettere in atto perché, purtroppo, vi sono le esigenze della vita di tutti i giorni, di sopravvivenza, di mantenimento dei figli che costano, come spesso vi lamentate, e quindi c’è necessità di lavorare, di produrre, di correre, di fare, di fare, di fare.
Anche se però qualche volta voi, che già avete un insieme lavorativo abbastanza complesso e abbastanza soddisfacente alla fin fine, vero?, tendete poi a cercare qualcosa da aggiungere per complicarvi ancora di più la vita, vero? Giusto!
Allora, miei cari, cercate di tenervi stretto quello che avete, di essere stabili da quel punto di vista perché anche se i momenti in cui il fisico è sottoposto a momenti di stress e di calo improvviso possono essere stancanti, però alla lunga questo diventa un’abitudine per il fisico, quindi s’abitua, si adatta a questo ciclo diverso; ma se in questo ciclo aggiungete qualcosa in più ecco che provocate uno scompenso a questo equilibrio raggiunto.
Allora accontentatevi di quello che avete e che basta ed è sufficiente, e cercate, con quel po’ di tempo che avreste magari dedicato al sovrappiù, di dedicarlo a qualche cosa che possa aiutarvi a trovare momenti diversi di serenità, di tranquillità, di rilassamento, magari anche per stare un pochino più assieme in maniera diversa.
E i figli lasciateli sbattere, che hanno bisogno di fare le loro esperienze. Certo, possono essere dolorose, ma chi non ha fatto esperienze dolorose! Voi le avete fatte, e capisco che dei genitori cerchino di evitare le esperienze dolorose ai figli; ma i figli, da che mondo è mondo è sempre stato e sempre sarà, risponderanno: «Se sbaglio, voglio sbagliare di testa mia».
D – Sì, i figli mi preoccupano molto. Faccio tante notti in bianco, finché non sono tornati.
Eh, fai male, cara! Anche perché far la notte in bianco non risolve niente nei confronti dei figli; e non soltanto, ma ti rende poi più nervosa nei momenti che i figli ce l’hai sotto gli occhi.
D – Scusa, Moti. Io ho degli amici a cui tengo in egual misura che in questo momento hanno dei contrasti; allora: è una mia esigenza voler cercare di appianarli o c’è qualcosa di più profondo?
Vuoi una risposta sincera? Potrei darti una risposta e dirti: «Perché tu sei particolarmente buono», e potrebbe anche essere sincera, vero? Ma diciamo, al di là degli scherzi, mio caro, che tutti voi che siete qua accanto a noi da più o meno lungo tempo, se non siete ancora fuggiti correndo a perdifiato è perché in realtà avete un sentire già abbastanza complesso.
Questo significa che avete una sensibilità particolare e non è detto che ognuno di voi riesca a metterla in atto nei confronti degli altri; anzi, molte volte la possedete, non riuscite a metterla in atto e questo vi provoca dei problemi perché vi fa sentire in colpa.
Tutti voi, dicevo, comunque avete una buona sensibilità e un buon sentire e chi possiede una buona sensibilità e un buon sentire, inevitabilmente, quando vede che altri hanno dei problemi cerca di fare qualche cosa per aiutarli a risolverli. Ahimè, non è così facile riuscirvi, anche perché non si conosce a fondo l’interiorità degli altri e, magari, l’altro è contento del problema che ha.
Quindi io direi per te, figlio, vai avanti e fai quello che puoi fare, ma non restare deluso o amareggiato, dispiaciuto, se i tentativi che puoi fare non hanno alcun effetto o magari, chissà, peggiorano persino la tua situazione.
L’importante è che fai ciò che senti e che tu sia sicuro di quello che senti mentre lo stai facendo. Ho aggiunto un problema a un problema. Moti
“L’importante è che fai ciò che senti e che tu sia sicuro di quello che senti mentre lo stai facendo.”
Non è una bazza ma tocca provarci.
Mi è stata molto utile quella parte del post che parla delle somatizzazioni dovute a fattori ambientali oltre che caratteriali.
Grazie Moti.
Grazie
Mi accodo ai ringraziamenti.