Somatismi di origine karmica [A143-soma18]

Immagino che vi sarete chiesti come mai, negli ultimi tempi, invece di parlare ancora direttamente dei somatismi abbiamo insistito sull’esame del concetto di karma e sugli elementi che concorrono a metterlo in atto.

Il motivo risiede nel fatto che, talvolta, quelli che potreste ritenere dei normali somatismi che si ripercuotono sulla vostra vita hanno un’origine strettamente karmica e l’incomprensione che sta alla base della loro formazione non è situata nelle informazioni raccolte e mal decodificate nel corso della vita attuale, ma sono effetti di incomprensioni che risalgono a una o più esistenze precedenti, le quali hanno dato luogo all’estrinsecazione del somatismo nel percorso della vita attuale.

Qualcuno di voi, giustamente, potrebbe osservare che si può affermare che tutto quello che accade nel corso della vita dell’individuo, in fondo, può essere ritenuto di origine karmica, in quanto l’azione dell’individuo sul piano fisico provoca sempre e comunque delle reazioni e, quindi, crea continuamente i presupposti per la formazione di effetti karmici che, ovviamente, possono manifestarsi nel corso dell’esistenza sotto forma di somatismi.

È per questo motivo che avevamo azzardato la terminologia di “karma istantaneo”, definendo con questo concetto tutti quei somatismi che hanno il loro punto di origine in qualche incomprensione che si manifesta “velocemente” nel corso della vita corrente e che, altrettanto “velocemente”, può trovare una risoluzione già nella vita in corso.

Come ricorderete, avevamo spesso detto che ogni individuo incarnato difficilmente ha la possibilità di esprimere tutta la sua evoluzione – e, quindi, tutte le sue comprensioni nella vita che affronta sul piano fisico. Questo accade, ovviamente, perché spesso nel corso dell’esperienza di vita l’incarnato può non incontrare situazioni tali che gli possano permettere di esprimere l’intera gamma delle sue comprensioni, e l’espressione delle comprensioni è, inevitabilmente, strettamente legata alle esperienze che si trova a dover affrontare, dal momento che lo stimolo all’applicazione delle comprensioni nel corso della vita proviene proprio dall’impulso fornito dall’esperienza che si va ad affrontare.

Ma se questo è vero per le comprensioni, risulta altrettanto vero per le incomprensioni: non tutte le incomprensioni appaiono evidenti nel corso di una vita, proprio perché, magari, non si presenta l’esperienza che le porterebbe all’attenzione dell’osservatore di se stesso. Di qui la nostra osservazione che è difficile riuscire ad avere un’idea precisa dell’evoluzione reale delle persone. Si può, in definitiva, considerare ogni vita vissuta nel percorso reincarnativo come la palestra circoscritta in cui indagare e comprendere solo una parte dei propri bisogni evolutivi.

I somatismi karmici che provengono da altre vite (pur avendo, comunque, inneschi reali collegati alla vita che si sta conducendo, il che non rende indispensabile conoscere o ricordare i collegamenti dell’individuo con le vicende delle sue vite precedenti) sono assimilabili a una cristallizzazione: un nucleo di incomprensione irrisolto, che ha bisogno di sfociare in una reazione somatica forte per smuovere l’individuo, sull’onda stimolante dei forti disagi che gli provoca, alla ricerca dei propri perché irrisolti del passato.

Le malattie inabilitanti e spesso irrimediabili, le menomazioni di origine genetica, le malformazioni fisiche o psichiche di forte entità sono tutte espressione di somatismi karmici.
La loro messa in atto proviene da vite precedenti e viene codificata attraverso il carattere della persona, ovvero attraverso dei punti predeterminati all’interno del loro genoma (fisico, astrale o mentale) che fin dall’inizio dell’incarnazione sono attivati all’interno del DNA dell’individuo.

La costituzione della catena genetica nelle sue varie densità di materia, quindi, racchiude in fin dal suo completo formarsi, il tipo di somatismo che dovrà venire messo in atto, la sua gravità e intensità, e, persino, il momento preciso della vita dell’individuo in cui avrà necessità di venire messo in atto per ottenere il suo maggiore effetto di spinta verso la risoluzione dell’incomprensione.

Questo tipo di somatismo nella maggior parte dei casi risulta irreversibile, dal momento che l’incomprensione è cristallizzata, e accompagna solitamente tutta la vita dell’individuo: i benefici della sua azione verranno quasi sempre avvertiti nelle vite successive, dopo che i dati giunti all’akasico da quest’esperienza forzata saranno da esso collegati e sistemati nella maniera più utile per avviare la risoluzione dell’incomprensione di base, il più delle volte completati e collegati da altre esperienze collaterali nel frattempo compiute e dalla comprensione di particolari sfumature.

Attenzione, però: è anche possibile che la comprensione venga raggiunta nel corso dell’esperienza karmica imposta dal somatismo karmico. In questo caso, per altro, in verità, non frequente, può avvenire la risoluzione del somatismo karmico dando vita a quelli che, all’occhio dell’osservatore comune, appaiono come veri e propri miracoli: dall’inaspettata guarigione di malattie ritenute inguaribili, al riacquistare la vista o la capacità di camminare e via dicendo.

Non lasciate, quindi, che la sensazione di subire un somatismo karmico resti senza speranza: il fatto stesso che esso si presenti per aiutarvi a comprendere e non per punirvi, dice che potete affrontarlo e, magari, risolverlo completamente. Se questi “miracoli” esistono, per quale ragione il miracolato non potreste essere proprio voi?

Senza dubbio vale comunque la pena di crederci e di sperarlo, confidando nell’Amore che tutto governa. Rodolfo

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Catia Belacchi

Chiaro

Natascia

Perché far riferimento al miracolo? Per alimentare la speranza?
Non so, mi pare che si contraddice con il concetto di gratuità

Leonardo P.

Grazie

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