Una componente essenziale di ogni colore è la sua luminosità e il fatto che esso risulti più o meno luminoso porta a interpretazioni simboliche differenti per uno stesso colore.
Esaminare dettagliatamente questo aspetto ci porterebbe troppo lontano da quello che vogliamo sottoporre alla vostra attenzione, quindi ci limitiamo a darvi solo qualche informazione generale in merito a tale questione.
In generale la luminosità di un colore indica la proiezione verso l’esterno di se stessi.
I colori provenienti dalle vibrazioni astrali, per fare un esempio, sono più luminose di quelle provenienti dal piano mentale dal momento che le emozioni tendono a manifestarsi all’esterno dell’individuo in maniera spesso vivace e quasi incontenibile, mentre i suoi processi mentali possono anche non farlo restando per la gran parte un processo interno della persona che, non sempre e non necessariamente, vengono proiettati al di fuori dell’individuo e, anche quando ciò accade, sono quasi sempre il risultato finale di un’elaborazione che si è svolta per la maggior parte all’interno del corpo mentale e della quale arriva alla manifestazione soltanto il risultato finale dell’elaborazione mentale.
L’esteriorizzazione dell’elaborazione attuata all’interno del corpo mentale risulta essere, in fondo, alquanto rigida, dal momento che il processo mentale segue precise leggi di elaborazione delle informazioni (per quanto personale e assurde magari tali linee guida possano essere in partenza).
Al contrario, l’esteriorizzazione compiuta dal corpo astrale è basata sull’interpretazione di flussi provenienti dalle sensazioni e dalle emozioni, cosicché le vibrazioni in gioco risultano di frequente essere labili e in continuo mutamento (caratteristica che, come avevamo visto in passato, è propria di tutta la materia e, di conseguenze delle vibrazioni ad essa correlate) che forma il piano astrale.
Il risultato, nell’ottica dell’osservazione dei colori, porta a constatare che i colori che accompagnano le vibrazioni del corpo astrale dell’individuo sono più luminose di quelle inerenti il corpo mentale e che la minore luminosità di un colore, di conseguenza, indica una maggiore staticità delle vibrazioni ad esso collegate e denota che le vibrazioni che lo compongono sono conseguenza di elaborazioni interiori che possiedono una certa “pesantezza” espressiva da parte dell’individuo, restando più facilmente al suo interno piuttosto che proiettarsi al suo esterno. In altre parole, forse più semplici, la luminosità è associabile all’estroversione mentre la mancanza o l’attenuazione della luminosità del colore corrisponde all’introversione.
A sostegno di questa concezione è sufficiente osservare un qualsiasi bimbo di pochi anni: indubbiamente il suo corpo mentale non ha ancora una struttura complessa mentre il suo corpo astrale ha un’influenza preponderante nella sua espressività che è fatta di pianti, gorgoglii, affettività e, magari, picchi emotivi che si esprimono in bizze improvvise: se mettete davanti a un bambino piccolo degli oggetti colorati diversamente noterete che la sua attenzione sarà attratta principalmente da colori più luminosi quali il giallo, l’arancio o il rosso. Questo perché vi è una risonanza particolare tra le vibrazioni che il bambino esprime all’esterno di sé e le vibrazioni che accompagnano i colori in questione.
Un’ultima precisazione: come accade per qualsiasi tipo di interpretazione anche l’interpretazione dei colori è soggetta a un complesso concatenarsi di elementi che si influenzano vicendevolmente, portando a interpretazioni che possono essere anche totalmente opposte da individuo a individuo. Infatti, non entrano solamente in gioco i fattori vibrazionali individuali che fanno capo alle varie decodifiche attuate dai corpi dell’individuo ma anche le influenze sull’interpretazione orientate, per esempio, dagli Archetipi Transitori di riferimento. Inoltre, ovviamente, l’interazione tra i vari colori porta a sfumature diverse, quindi, a diverse possibilità interpretative rispetto a quelle offerte dal colore singolo. Ombra
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