(PDF per la stampa) Di cosa abbiamo parlato fino adesso? Abbiamo parlato di un’emozione, prendendo come esempio la rabbia che poi abbiamo scoperto, nel nostro discorso, che la rabbia in realtà non è una vera emozione e abbiamo cercato di capire qual è il suo percorso nel transitare attraverso i corpi dell’individuo.
[…] Allora partiamo dall’inizio, che è sempre la cosa più semplice: abbiamo il nostro corpo akasico che ha sistemato una parte del suo sentire, però avverte, facendo attenzione tra l’insieme delle proprie vibrazioni e la vibrazione che percepisce ancora esterna a lui, ovvero la Vibrazione Prima, avverte una discrepanza tra le sue vibrazioni e quelle della Vibrazione Prima (VP in seguito). A questo voi non ci avevate mai pensato con una certa attenzione.
Avvertendo queste discrepanze, poiché questo è il suo compito, ha la tendenza a cercare di eliminare le discrepanze, in modo tale da essere in armonia con quello che proviene dalla VP, che esso (lui, il corpo akasico) percepisce come la giustezza della Realtà.
Allora, l’unico modo che ha il corpo akasico per riuscire a modificare la propria comprensione e, quindi, le proprie vibrazioni interne, è quello di passare attraverso i corpi dell’individuo, indurli a fare delle esperienze in maniera tale che dai risultati di queste esperienze possa mettere gli altri tasselli alla sua comprensione e, quindi, via via, modificare le proprie vibrazioni interne portandole lentamente ad assimilarsi a quelle della VP.
Allora, cosa fa? Raduna le vibrazioni che sente dissonanti rispetto a quelle che ritiene giuste e le invia verso il piano fisico, cioè verso l’esperienza; quindi come avevamo detto, mi sembra, l’ultima volta non manda una sola vibrazione, ma manda un fascio di vibrazioni comprendente tutte le dissonanze che sono al suo interno e che corrispondono ognuna a qualche cosa di non compreso all’interno del corpo della coscienza.
Queste vibrazioni partono dal piano akasico e in massa si dirigono – chiaramente parlo per immagini – verso la materia del piano più vicino, ovvero la materia del piano mentale, ovvero verso il corpo mentale dell’individuo.
[…] Attraversano la materia del corpo mentale dell’individuo ed eccitano, mettono in moto, fanno risuonare all’interno del corpo mentale quelle vibrazioni che più si avvicinano a quelle inviate dall’akasico. È come se tanti campanelli risuonassero a seconda della nota che viene emessa e si mettessero in movimento all’interno del corpo mentale.
Questo, però, cosa significa? Cosa succede, in pratica, a quel punto? Succede che nel corpo mentale incominciano a formarsi i pensieri, prima inconsci; poi, via via, sempre più consci; incomincia cioè a formarsi quella parte mentale che predispone l’individuo all’esperienza.
Prendiamo il caso della “rabbia”: il fascio di vibrazioni che arriva nel corpo mentale mette in moto tutti quei punti di materia mentale di quel corpo che reagiscono a quel tipo di stimolo e che predispongono a che cosa? A far sì che la rabbia possa, un po’ alla volta, arrivare alla consapevolezza e a manifestarsi sul piano fisico.
Ecco, così, che l’individuo comincerà ad avere dei pensieri particolari inerenti la situazione che sta vivendo; incomincerà a esserci l’attivazione del pensiero: “Se quella persona – per fare un esempio – dice questa cosa, fa questa cosa, mi dà fastidio!” oppure: “Se quella persona si comporta in quella maniera, io non so se saprò stare zitto!”; preparando, insomma, una massa di pensieri che fanno da substrato all’azione che poi arriverà all’interno del piano fisico e, in qualche modo, porteranno poi, assieme alle emozioni del corpo astrale, alla manifestazione del picco di rabbia.
A quel punto, le vibrazioni continuano il loro cammino, dopo aver eccitato il corpo mentale dell’individuo e arrivano al corpo astrale. Il corpo astrale, chiaramente, a sua volta risuona, reagisce al passaggio delle vibrazioni akasiche, tanto più che c’era la preparazione posta dalle vibrazioni del corpo mentale, che a loro volta stanno andando verso il fisico, a questo punto. Quindi, arrivano alla materia del corpo astrale e questa si mette in moto; certe emozioni, certe sensazioni, certi sentimenti si mettono in moto a loro volta, sempre in relazione a quelle che sono le richieste partite dall’akasico, e vi è quindi la predisposizione emotiva su come vivere l’emozione dal punto di vista astrale.
La situazione va avanti fino ad arrivare alla manifestazione sul piano fisico. Allorché si manifesta sul piano fisico, ecco che tutte le componenti che erano necessarie affinché il corpo fisico interagisse con l’esperienza sono ormai pronte: i pensieri che han dato il substrato razionale a quello che sta vivendo l’individuo sono stati pensati, le emozioni che danno la parte esplosiva dell’individuo sono state messe in atto, stanno agendo, ed ecco che resta soltanto da fare l’azione, e poi, al limite, per contrapposizione, la non-azione manifestata all’interno del piano fisico.
Questo processo vale sempre per tutte le emozioni, non sempre accompagnato da un picco, ma quando la partenza comporta una vibrazione che non è stata affatto compresa, ma è all’inizio della sua comprensione, il passaggio è molto più invasivo, molto più forte, molto più complesso, arrivando un po’ alla volta alla manifestazione di quello che è un picco, proprio per questa complessità e per questa forza, per questo forte bisogno dell’akasico di arrivare a comprendere.
Ecco, così, che c’è la manifestazione all’interno del piano fisico. Ora, figurativamente, nel famoso schema che avevamo dato anni e anni fa, questo era rappresentato da quelle frecce che sono all’interno di ogni corpo dell’individuo. Se ricordate, c’era la vibrazione che arrivava, poi c’era una serie di frecce che attraversava un corpo, scendeva e attraversava un altro, scendeva e attraversava l’altro, e scendeva. Quindi, si può dire che son tanti piccoli cicli all’interno di ogni corpo e che si compenetrano nel ciclo che va dal corpo akasico alla manifestazione sul piano fisico; come se le vibrazioni girassero intorno nel corpo, girassero, girassero per arrivare poi a sfociare nell’esperienza.
Questo, naturalmente, in condizioni normali; poi ci sono tutte le eccezioni, ma non complichiamoci la vita perché sennò dovremmo parlare dei fantasmi mentali, dei blocchi astrali e via dicendo, che complica un po’ tutta la situazione; così abbiamo la situazione più semplice, quella più fluida. E fin qua va tutto bene, però non finisce lì, avevamo detto.
Allorché si arriva alla manifestazione cosa succede? Succede che l’individuo reagisce nella maniera che più gli è utile, più è consona alla sua costituzione, più è adeguata al suo carattere, all’espressione del suo carattere, e questa manifestazione da cos’è accompagnata? È accompagnata dai pensieri che si è portato dietro dal corpo mentale, dalle emozioni che si è portato dietro dal corpo astrale e, quindi, la sua esplosione esterna, il suo intervento verso l’esterno porta con sé tutte queste componenti che lo hanno accompagnato dall’akasico fino alla manifestazione sul piano fisico.
D – Nel momento in cui viene messa in atto la nostra reazione, c’è solo quella possibilità? Oppure ci sono diverse possibilità che vengono scelte, tipo dall’Io?
No, in base a quello che voi siete, in base al vostro carattere, in base ai vostri bisogni evolutivi, in base alle vostre non-comprensioni, alla fin fine, in realtà voi non potete che reagire a quel modo.
C’è solo quella scelta; ci può essere qualche leggera variazione, ma in realtà l’Io non è che possa influire, sta già influendo! Perché, in realtà, le reazioni di cui stiamo parlando sono le reazioni dell’Io!
D – Certamente la vibrazione, andando a muovere determinati pensieri e determinate emozioni, non può altro che portare a quel tipo di azione sul piano fisico. Ci chiedevamo se l’Io, una volta che queste vibrazioni stanno nascendo, può manipolare questi pensieri e queste emozioni, e anche attraverso l’influenza degli archetipi transitori, può fare un’azione molto distante da quella che richiederebbe la vibrazione dell’akasico.
Ma non ha senso! Non ha senso semplicemente perché la vibrazione che sta attraversando, sta attraversando l’Io! Non è disgiunta dall’Io, quindi è l’Io che reagisce, comunque sia. E l’Io non può che reagire così perché le sue fondamenta sono quelle; quindi non è che può manipolare ulteriormente.
Lui già nel passaggio tra corpo mentale, corpo astrale e corpo fisico ha già manipolato, secondo la propria costituzione, quello che deve uscire fuori. E poi l’uso delle parole certamente è improprio, perché non è che abbia “manipolato”, è che, chiaramente, non poteva che reagire a quel modo sotto quelle sollecitazioni, viste le premesse della sua costituzione.
D – Quindi, scusa, all’andata viene utilizzato effettivamente solo come strumento?
Certamente.
D – Non ha l’effetto negativo che può avere poi al ritorno.
Certamente il ritorno… Bravo, questa è una bella considerazione! Questa è una considerazione che, tutto sommato, dovreste tener presente perché potrebbe essere importante.
Allora, qua abbiamo fatto metà del percorso…
D – Avviene in modo inconsapevole tutto questo passaggio in discesa, cioè l’Io reagisce in maniera inconsapevole, oppure fa tutto in maniera lucida, presente?
No, l’Io fa tutto in maniera diciamo pressoché meccanica; siete voi che potreste essere sempre consapevoli di quello che fate. C’è il famoso discorso dell’osservazione; no? Se voi riuscite a mettervi di lato e osservare il vostro Io, allora voi potete essere consapevoli di quello che il vostro Io sta manifestando.
D – Quindi, i vari passaggi potrebbero essere consapevoli se si osservasse in modo corretto.
Certamente, e questo non può che dipendere da che cosa? Dalla quantità di evoluzione che avete raggiunto.
D – Può avvenire spontaneamente per chi ha raggiunto un certo livello evolutivo.
Certo; quindi è sempre in dipendenza, comunque, dal vostro sentire.
Concetti sempre utili da ribadire. Grazie.
Grazie