Insegnamento filosofico 21
Trattiamo un poco più da vicino il problema dell’incarnazione.
Ogni volta che abbiamo iniziato questo discorso abbiamo notato che in chi ascoltava le nostre parole veniva innescata la curiosità di conoscere e di sapere quali erano state le loro esperienze nel corso delle vite precedenti; da sempre abbiamo ritenuto giusto non parlarvi di queste cose perché pensiamo che il sapere che cosa si è stati non serva assolutamente a nulla, infatti il conoscerlo può appagare certamente la curiosità del momento, ma non può senz’altro arricchire interiormente l’individuo che ne viene a conoscenza, e lo scopo principale del nostro parlare è proprio quello di far crescere interiormente l’individuo.
È nostra intenzione, quindi, iniziare il discorso della reincarnazione da un punto di vista più “filosofico”, se così vogliamo dire; che cosa intendiamo noi quando usiamo il termine “reincarnazione”?
Con questo termine noi intendiamo la nascita e la rinascita di una stessa individualità in vari ambienti, in epoche diverse, in momenti diversi. Nascite diverse che portano quello stesso individuo alla crescita interiore, ad una maggiore conoscenza, ad una maggiore apertura verso il mondo spirituale.
Val la pena ricordare, per apprendere quello che vogliamo dirvi, che l’individualità, l’individuo, colui cioè che si incarna, fin dalla sua prima incarnazione (e quindi già nel mondo minerale) porta con sé tutti gli attributi divini dei quali però non ha coscienza.
Le reincarnazioni servono appunto all’individuo per prendere coscienza di questa propria divinità interiore: ecco il vero significato della reincarnazione.
La vostra religione, quella ufficiale, invece e purtroppo ritiene che la reincarnazione non esista in questi termini, e inoltre sostiene che ogni individuo abbia la possibilità di “salvare la propria anima” nel corso di una sola esistenza.
Io voglio dire, soprattutto a coloro che da più tempo seguono i nostri insegnamenti, che secondo noi, invece, in una sola vita l’individuo, nella migliore delle ipotesi, può raggiungere la consapevolezza di uno solo di quegli attributi divini che fanno parte di lui.
Ho detto nella migliore delle ipotesi poiché, molto spesso, soprattutto all’inizio del cammino evolutivo, occorrono vite e vite prima di riuscire a mettersi in contatto con uno solo degli attributi divini, occorrono molte esperienze per scoprire, tanto per fare un esempio, e comprendere totalmente il vero significato del concetto di amicizia.
Quindi vedete, se per comprendere soltanto un concetto così semplice non è sufficiente una vita, immaginate da soli quante incarnazioni siano necessarie prima di riuscire a superare il proprio egoismo! Fabius
Una delle domande che si pone spesso chi medita sulla reincarnazione è il perché del reincarnarsi in epoche, in paesi, in ambienti diversi di volta in volta; naturalmente questo non accade a caso o soltanto per necessità temporali e via dicendo.
Questo rientra in un piano di evoluzione ben prestabilito in quanto l’individuo, l’individualità che compie il suo cammino evolutivo incarnandosi più volte sul piano fisico, deve trovare ogni volta l’ambiente adatto a quello che deve sperimentare, alle esperienze che deve fare: ecco quindi che si può considerare che l’evoluzione di un individuo va in qualche modo di pari passo con quella che è l’evoluzione generale della società.
Infatti le prime incarnazioni di ogni individuo avvengono sempre presso razze, presso popoli che sono a livello culturale e societario molto primitivo, questo perché all’inizio dell’evoluzione le cose da comprendere da parte dell’individuo sono quelle più semplici, quelle basilari, ovvero deve arrivare a comprendere ad esempio che vi deve essere un senso di amicizia, di amicizia tribale con gli altri fratelli che vivono accanto a lui, deve arrivare a comprendere che si fanno i figli e questi devono necessariamente da lui essere protetti, aiutati e sfamati e via dicendo.
Un’altra cosa è il cammino evolutivo dell’individuo.
Poi allorché egli ha assimilato questi concetti basilari, ha necessità di sperimentare cose sempre più sottili, più rarefatte, più imprecisate, delle sfumature e dei concetti che in popolazioni primitive potrebbe avere soltanto con difficoltà la possibilità di sperimentare; ecco che allora le reincarnazioni seguenti arriveranno in epoche successive, quando le mentalità del popolo presente sono cambiate, sono migliorate, sono più civilizzate – tra virgolette naturalmente – e offrono quindi nuovi stimoli, nuove condizioni, nuove sfumature più adatte a quella che deve essere la sua nuova comprensione, il suo nuovo tentativo di comprendere queste sfumature.
Vi è quindi una sorta di procedere di pari passo tra l’evoluzione dell’individuo e l’evoluzione di tutta la razza che si sta incarnando; naturalmente questo è un discorso solamente accennato, ma potete immaginare che un concetto di questo tipo avrebbe bisogno di spiegazioni molto grandi, molto complesse, tanto che si potrebbe affermare che ogni singolo cammino evolutivo di un individuo può essere un caso a sé stante e formare quindi il tema per una intera serie di incontri di discussione.
Un altro tipo di problema che di solito ci si pone è quante incarnazioni l’individuo abbia nel corso della sua evoluzione e di quanto queste incarnazioni siano intervallate temporalmente tra di loro.
Bene, soffermiamoci a considerare come incarnazioni solamente quelle compiute nel corpo umano perché altrimenti andremmo troppo oltre col discorso. Possiamo dire che le incarnazioni che un individuo ha come essere umano prima di terminare il suo ciclo di nascite e di morti sono diverse centinaia.
Forse questa è una cosa che non tutti riescono a comprendere: difatti se parlate con persone che pure dicono di credere alla reincarnazione e che pensano di sapere qualcosa delle loro vite passate, queste persone solitamente si limitano ad affermare di essere, che so io, delle entità che è tantissimo che si incarnano e devono avere avuto ben sette, otto, nove, dieci incarnazioni.
Bene, questo ragionamento è veramente assurdo perché in realtà ognuno di voi, ad esempio voi che siete qui presenti, siete di media evoluzione, ha alle spalle numerose vite, vissute in epoche diverse, in paesi diversi, con sessi differenti e con situazioni differenti. Questo perché, specialmente all’inizio del processo incarnativo, tutte le incarnazioni si succedono con molta frequenza; questo accade perché, inizialmente, l’individuo ha necessità di compiere il maggior numero di esperienze possibile e siccome sono tutte esperienze molto semplici, facilmente assimilabili, l’intervallo tra una vita e l’altra tende a essere ridotto.
A mano a mano invece che l’individuo procede nell’evoluzione, ed essa ha bisogno di misurarsi con concetti sempre più sottili, l’intervallo tra una vita e l’altra tende ad allungarsi perché questi concetti più sottili abbisognano di un periodo maggiore di meditazione da parte delle entità, dopo la morte.
Una volta è stato detto, in altri luoghi (CF77, ndr), che se si dovesse fare una media teorica di tempo tra una incarnazione e l’altra, la media arriva sui trecento, trecentocinquant’anni; naturalmente, però, questo è un discorso generico che non è valido in assoluto; vi sono entità che anche verso la fine della loro evoluzione compiono magari due incarnazioni quasi successive, mentre ne compiono poi magari due in un secondo tempo distanti magari mille anni ad esempio tra di loro; quindi questo è soltanto un discorso teorico per far comprendere la vastità dell’arco di tempo coperto dall’evoluzione dell’individuo. Moti
Ad un livello e con degli strumenti diversi, ma l’obiettivo è sempre imparare. Come se fosse inevitabile , ed effettivamente lo è.
Grazie!
E noi che viviamo l’illusione del libero arbitrio! Quando le guide sempre ci riportano ad un disegno già disposto, utile alla nostra evoluzione. Davvero possiamo solo affidarci.
Grazie!
Veramente utile il ripasso, ci sono sempre aspetti nuovi da assimilare
Grazie.
Ma è possibile che l’anima sceglie di reincarnarsi in epoche passate?
x Federico
L’evoluzione, dicono le Guide, va sempre in avanti. E, comunque, la scelta dell’incarnazione non è appannaggio dell’entità che si incarna (se si ha questa sensazione è solo un’illusione) ma è conseguenza direi – anche se inesattamente – quasi automatica del percorso seguito e dei bisogni di comprensione che sono necessari all’individuo per poter strutturare e ampliare il suo sentire.
Io ho letto invece che essendo l’illusione il tempo,si può andare avanti e indietro.Lo dicono anche i Maestri ascesi,vedo che c’è molta confusione…
Se ne leggono tante di cose…
Per quanto riguarda i cosiddetti “maestri ascesi” quanto se ne dice non mi convince molto. Intanto mi stupisce che non ci sia tra di loro un Mario Brambilla ma siano tutti personaggi con nome eclatanti che colpiscono la fantasia. .. ma queste sono mie opinioni in base al mio modo di ragionare che tende alla razionalità più che ai voli di fantasia.
In quanto all’incarnarsi indietro nel tempo mi chiedo: a che scopo? Penso che mi possa venire risposto che questi “maestri ascesi” lo fanno per aiutare l’umanità. Ma, anche solo razionalmente, la cosa mi lascia perplesso: vorrebbe dire che questi “maestri ascesi” potrebbero incarnarsi in qualsiasi epoca modificando il percorso evolutivo della razza umana? E il Grande Disegno che fine fa? E sarebbero più evoluti dell’Assoluto, visto che possono andare a modificare ciò che ha scritto?
Mah… ci sarebbe molto di ragionare e da discutere in merito. Credo proprio che sia un tema, come dicono le Guide, da “giardino degli incanti”!