D – […] Perché i nostri sensi fisici, in questo piano, ci permettono di vedere quello che vediamo? E perché questi limiti? La domanda era semplice.
E la risposta – anche se forse in gran parte vi è sfuggita – era anche abbastanza semplice: i limiti sono strettamente indispensabili e necessari proprio per non farvi comprendere la grandezza del “disegno”.
Se voi poteste veramente vedere tutte le materie che sono intorno a voi – a parte il fatto che, se le vedeste tutte contemporaneamente, non riuscireste a capirci praticamente nulla – ma se riusciste a guardarle discernendo in un modo abbastanza comprensibile la grandezza del “disegno”, ad un certo punto dell’evoluzione ciò vi renderebbe talmente storditi da restare bloccati in voi stessi e non riuscireste ad assaporare la vita che conducete.
Ricordate che se siete incarnati sul piano fisico è perché dovete comprendere; se dovete comprendere significa che dovete fare esperienza; se dovete fare esperienza la vostra principale – ripeto: “principale” – preoccupazione deve essere quella di vivere la vostra vita e per far ciò è necessario che la vostra attenzione sia puntata principalmente su voi stessi e sulla vita che state vivendo, o – meglio ancora – su ciò che la vita che state vivendo fa introiettare a voi stessi per smuovere la vostra interiorità e portarvi poi alla comprensione.
Ecco perché certe qualità che permettono di vedere una parte della realtà al di là del piano fisico, come la chiaroveggenza, ad esempio, incominciano a comparire soltanto a un certo punto dell’evoluzione, verso la fine, quando cioè l’individuo ha raggiunto un’evoluzione tale per cui, anche possedendo queste doti, la sua vita non verrà sommersa, nascosta da esse, ma egli riuscirà comunque e sempre a trarre comprensione dall’esperienza fisica che sta vivendo.
D – Scusa, ma allora la possibilità di andare in altre frequenze, magari di dare una sbirciatina negli altri piani, è indice di evoluzione?
Non sempre.
D – Cioè è possibile…
Non voler a tutti i costi schematizzare le cose! E’ un campo, questo, che non è possibile schematizzare. Vi possono essere migliaia di diversità, migliaia di sfumature nelle varie possibilità; potrebbe essere che la persona ha bisogno di quel tipo di esperienza per comprendere; potrebbe essere una situazione karmica per cui quella persona è costretta – per esempio, per qualche cosa commesso in precedenza – a percepire tutte le volte che un’altra persona sta male, o che una persona viene uccisa, o che un bambino viene rapito come succedeva nel caso di quel veggente famoso, questo indipendentemente dall’evoluzione, ma per necessità karmica.
D – Però se non è accompagnata anche da un’evoluzione, dicono che si perdono questi poteri, oppure no?
Dipende.
D – Anche lì non c’è una regola.
Anche lì non c’è una regola fissa. A volte volete costringere la realtà in un uovo, ma le pareti di questo uovo son talmente leggere che la realtà sfugge sempre; non è sempre tutto così facilmente quadrabile.
Un altro piccolo punto che aveva dato dei problemi era il discorso dell’arancio (poi diventato un mandarino, non si sa come mai!).
In realtà, forse è stato presentato abbastanza confusamente il concetto proprio in partenza; era stato detto, come esempio figurato per spiegare l’unità elementare e cosa succede allorché si spezza un’unità elementare, che supponendo il caso che l’unità elementare del piano fisico fosse un’arancia, spezzando l’arancia (quindi spezzando l’unità elementare) non si otterrebbero più due mezze arance (due mezze unità elementari del piano fisico) ma si otterrebbe invece un insieme di materia del piano successivo; senza entrare nel particolare che, certamente, questo insieme di materia del piano successivo conteneva in sé, compenetrata, anche la materia degli altri piani di esistenza, e questo discorso andava ripetendosi poi su tutti i vari livelli di esistenza fino ad arrivare poi dove sapete voi.
Chiaro questo?
D – Scusa, vorrei fare un chiarimento sulla parola “compenetrare”, perché “compenetrare” è legato ad un concetto di spazio, però non è più uno spazio; non è che dentro un atomo di idrogeno c’è la materia astrale, la materia mentale, akasica, e su fino al piano successivo…
Dov’è, dov’è? Sentiamo!
D – Appunto, si parla di altre dimensioni; non è che…
E queste altre dimensioni dove sono?
D – In un altro spazio che non è misurabile in millimetri perché, se si parla di contenitori, parliamo di volume, misurabile …
Dici? Parti da un concetto completamente sbagliato: che la materia fisica possa essere un contenitore; ma se tu prendi un vaso questo vaso ha un mucchio di vuoto al suo interno, non è un contenitore.
È per te che vivi nella materia fisica un contenitore, ma in realtà non è un contenitore: è un aggregato di unità elementari fisiche, le quali sono aggregati di unità elementari astrali, le quali sono aggregati di unità elementari mentali, le quali sono aggregati di unità elementari akasiche, e via e via e via, come dice Scifo, cioè io!
D – Quindi lo spazio di tutto l’Assoluto, di tutti i piani, è lo spazio cosmico del piano fisico diciamo…
Ma non esiste solo lo spazio cosmico e fisico! Esistono gli spazi di tutti i piani di esistenza che sono uniti, sono assieme; perché una parte di spazio fisico comprende uno spazio astrale, uno spazio mentale, uno spazio akasico, e via e via e via come direbbe sempre… Scifo.
D – Ma stanno tutti nello stesso spazio se sono compenetrati, cioè uno dentro l’altro?
Stanno nell’insieme di spazi di piani diversi! Tu non lo puoi rapportare ad uno spazio fisico!
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D – Ma se uso la parola “compenetrato”…
Ma non è vero, questo è giocare con le parole! Compenetrate vuol dire che sono unite profondamente e questo non vuol dire che occupano lo stesso spazio, ma che hanno dei collegamenti, delle relazioni molto profonde per cui sono tra di loro interagenti, unite in qualche modo.
D – Ecco: in qualche modo. In quale modo?
Quando ben ti potessi anche dire in che modo sono compenetrate, prima di tutto non lo capiresti, perché non capisci già l’insegnamento semplice, figuriamoci una lezione chimico-fisica attraverso i vari piani e, secondariamente, non ti servirebbe a nulla comprenderlo perché è il concetto quello che è importante da comprendere; perché, senza comprendere quel concetto, continuerete a pensare “il paradiso in alto e l’inferno in basso”, mentre il paradiso e l’inferno in realtà sono compenetrati all’interno di ognuno di voi e fanno parte di ognuno di voi.
D – Ogni unità elementare del piano fisico abbiamo detto che è compenetrata da tutte le materie degli altri piani, cioè astrale, mentale, akasica, ecc.. Che differenza c’è, allora, tra la materia, ad esempio, di un albero, cioè di un essere diciamo “vivente” nel regno vegetale e lo stesso albero un domani che è diventato un tavolo? C’è una differenza? Questa famosa eventuale entità che gli è collegata per le percezioni può essere collegata anche al tavolo?
Può essere anche collegata al tavolo, certamente.
D – Cioè il tavolo è ancora vivo, come l’albero che cresce?
Dipende dal concetto di “vita” che possedete. Se intendete dire che nel tavolo – nella “forma-tavolo” – è ancora compresa della materia più o meno organizzata che apparteneva alla “forma-albero” certamente sì.
Se dite che la forma-tavolo è “un’esperienza” di quella che era la forma-albero questo può essere ancora più vero…
D – Ma l’individualità, in un corpo non vivente, continua a fare esperienze? L’individualità che prima era collegata all’albero vivo e quindi aveva esperienze vitali, da vegetale, continua ad essere ancora collegata nel tavolo che non è più un essere vivente, ma un pezzo di… cadavere di legno?
Si torna indietro nell’evoluzione?
D – E allora com’è possibile che sia ancora collegata?
E’ collegata principalmente perché la forma-tavolo è stata un’esperienza della forma-albero – come ho detto prima – e come tale si è andata a iscrivere nell’individualità che anima quell’albero tra i tanti alberi, d’accordo?
Ed è collegata anche, in parte, perché quella materia ha ancora dei legami che corrispondono in qualche modo alla forma-albero.
Tu sai che tutta la materia possiede delle vibrazioni, no?
D – A livello fisico.
A livello di tutti i piani di esistenza! E queste vibrazioni appartengono ancora – in parte, anche se si vanno spegnendo – a ciò che dell’albero è stato trasformato in tavolo. E questo è evidentissimo, per voi che sapete così tante cose (male, di solito) se soltanto pensate alla psicometria, ovvero alla possibilità di un individuo di prendere in mano, ad esempio, un oggetto e da questo oggetto risalire alle persone che sono state in contatto con quest’oggetto o alla storia dell’oggetto stesso.
Ciò perché questa persona ha una particolare sensibilità che le permette di captare le vibrazioni che sono rimaste nell’oggetto nel corso della sua vita e di riuscire a tradurle in qualche cosa di comprensibile, di logico, di razionale, e quindi, naturalmente, con tutti i veli che questo può portare.
Questo significa che quell’oggetto ha ancora delle vibrazioni, vuoi acquisite dall’esterno, vuoi inscritte all’interno di se stesso allorché si è staccato dalla forma-albero, e in questo modo è ancora collegato per qualche verso alla forma-madre.
D – Si sta spegnendo, però, perché non ha più il flusso vitale; cioè alla lunga diventerà un oggetto che non emanerà più vibrazioni più sottili.
No, diventerà un oggetto il quale, poco alla volta, perderà l’organizzazione della forma fisica e quindi “polvere eri e polvere ritornerai”, per essere più semplici; diventerà un oggetto che ha in sé della materia astrale che diventerà indifferenziata un po’ alla volta, quindi “polvere astrale eri e polvere astrale diventerai”, e via e via e via; così come succede, d’altra parte, con voi stessi: quando voi morite vi liberate un po’ alla volta di tutti i vostri corpi, di tutte le materie dei vari piani che costituiscono i vostri corpi e questa materia diventerà indifferenziata su quel piano di esistenza per ritornare, ognuno di voi, a ritirare la vostra consapevolezza fino a rientrare nel vostro corpo akasico.
D – Scifo, scusa, non so se è lecito… volevo chiedere una cosa che, visto che era il discorso della materia … Il comportamento dei corpi secondo la dinamica galileiana è molto diverso, risponde a delle leggi che sono molto diverse dalla legge subatomica o microcosmica, o cioè della subatomica oppure della meccanica quantistica …
Io non direi che sia vero questo fatto.
D – Ah, ecco. Cioè la scienza dice che…
La scienza ne dice tante corbellerie, ma io direi che forse è più un tentativo di voler a tutti i costi trovare qualcosa di nuovo da dire nella scienza, cosa che ultimamente le riesce molto poco e molto male.
In realtà, non è che vi siano modi diversi di reagire da parte delle leggi della materia, ma vi è semplicemente che queste “leggi” che fanno parte della materia più sottile sono quelle che condizionano il comportamento della materia macroscopica – come la chiami tu – e quindi questa è la conseguenza dell’altra; non è che sia un diverso comportamento, è che l’effetto va visto in tutto il suo processo; non si può osservare soltanto l’azione della materia microscopica e dedurre che il comportamento è diverso dalla materia macroscopica.
La materia macroscopica è una derivazione di quella microscopica, è una conseguenza; il processo va visto unito insieme, quanto meno fino all’unità elementare. Scifo
(Anno 1994/1995, volume 5 della collana Dall’Uno ai molti)
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Tutto interessante,specialmente quanto di dice dell’ albero e del tavolo, ma non credo sia importante avere sensi che percepiscono gli altri piani.