Insegnamento filosofico 17
Vediamo di spiegarvi come l’essere nasce, incomincia a poco a poco a prendere contatto con gli altri suoi veicoli e a costruire, in questo modo e di conseguenza, la propria personalità.
Innanzi tutto l’entità che è chiamata a prendere posto in quel determinato corpo, comincia a prendere i suoi propri e veri contatti dopo il parto, immediatamente dopo la nascita vera e propria; questi primi contatti sono relativi al piano immediatamente successivo a quello fisico che, come tutti voi ricorderete, è il corpo astrale.
Questi primi contatti vanno, via via che il corpo fisico segue la sua inevitabile crescita fisica, ampliandosi fino a divenire completi, stabili; per compiere questo cammino, per arrivare alla perfezione, sono necessari più o meno sette anni del vostro tempo, sette anni del piano fisico; questo, affinché quella persona abbia il suo corpo astrale ben strutturato e ben allacciati i contatti con il relativo veicolo fisico.
Più o meno contemporaneamente l’individuo che userà, per la nuova incarnazione, quel determinato corpo, comincia anche a formare i primi contatti con il proprio veicolo mentale; però per arrivare alla completezza, per arrivare alla perfezione dei contatti con il proprio corpo mentale dovranno passare più anni, anni che vengono genericamente indicati in 14.
A questo punto voi potreste affermare con tutta tranquillità, che la personalità dell’individuo è strutturata, formata verso i quattordici anni.
Ciò è errato, prima di tutto perché, per il momento, non abbiamo ancora fatto menzione dell’eventuale allacciamento con il corpo akasico (non dimenticatevene l’importanza) e poi perché dovete tenere sempre ben presente una cosa: questi limiti di tempo che noi abbiamo dato (in questo caso abbiamo parlato di sette e quattordici anni) sono indicativi e non validi, genericamente, per tutti gli individui. La differenza dipende soprattutto dal grado evolutivo dell’individuo che si incarna.
Ci si potrebbe fermare sulle cose che ho appena detto, cercando di vedere in particolare come si manifesta praticamente, nel comportamento di quello stesso essere, l’allacciamento in questione, qual è lo sviluppo e come lo si vede praticamente; questo sarebbe un discorso molto interessante però è molto complesso e porterebbe via troppo tempo.
Vorrei ricordarvi ancora, prima di allontanarmi, che la personalità vera e propria, così come è stata definita dal paziente amico Boris, è comprensiva di qualcosa di più, direi anche di quegli impulsi (anche se piccolissimi) che il corpo akasico invia al corpo fisico; questo, per farvi comprendere come, molto spesso, nei nostri discorsi ci limitiamo per fornirvi una maggiore possibilità di comprensione, dandovi soltanto delle piccole gocce di Verità per volta. Vito
Certamente voi ricorderete un argomento che è stato tanto tempo fa affrontato, e che forse è stato preso da alcuni di voi come una curiosità, un’affermazione esotica e nulla di più.
Mi riferisco a quando è stato accennato alla presenza sul corpo fisico dell’individuo incarnato di determinati punti vibratori che avevamo definito “nadis”.
Io vorrei, questa sera, parlarvi ancora un attimino di questi punti vibratori, perché possono aiutarvi a comprendere quello che è l’individualità, a comprendere il modo in cui l’individualità arriva poi a formarsi una personalità, infine a comprendere come è che avviene lo scambio tra gli impulsi del mondo fisico e gli impulsi provenienti, invece dal piano spirituale.
Tutto il corpo di ogni essere umano è cosparso (per usare un termine impreciso, ma efficace) di tanti piccoli punti vibratori, che posseggono delle vibrazioni particolari, le quali hanno la caratteristica di tenere unito il corpo fisico con il corpo astrale, in particolare, e in parte anche con gli altri corpi che compongono l’insieme dell’individuo.
Questi punti vibratori, però non servono solamente a tenere uniti i corpi, a fare quindi in un certo senso da magnete nei confronti degli altri corpi, ma servono anche a trasmettere vibrazioni che dagli altri corpi provengono.
Si potrebbe quindi affermare che tutto il vostro corpo riceve in ogni punto, in continuazione, piccoli impulsi provenienti dagli altri vostri corpi, sia l’astrale che il mentale e l’akasico e via dicendo.
Tuttavia questi impulsi vanno principalmente a colpire tutto il sistema nervoso dell’individuo, anche perché questi piccolissimi vortici sono disegnati principalmente lungo la fascia nervosa, i piccoli nervi che fanno parte di ogni piccola porzione di ogni corpo dell’essere umano e, quindi, gli impulsi che ricevono sono molto piccoli, indistinti, e difficilmente separabili l’uno dall’altro.
Ma al di là di tutti questi piccoli nadis, esistono poi delle altre parti vibratorie all’interno del corpo dell’individuo che ricevono invece più direttamente, in massa maggiore le vibrazioni e gli impulsi provenienti dagli altri piani di esistenza, e questi sono quei famosi centri che vengono chiamati chakra e che servono da punto di passaggio dell’energia dagli altri piani di esistenza al piano fisico.
Gli altri corpi dell’individuo aiutano il costituirsi della personalità dell’individuo stesso inviando impulsi dal loro piano di esistenza, così come l’ambiente e l’esperienza che l’individuo compie all’interno del piano fisico riecheggiano, attraverso i chakra, sugli altri piani, formando una catena di impulsi che, andando avanti e indietro attraverso i ricordi dell’individuo, contribuiscono a creare e strutturare in modo particolare ed individuale, la personalità di ogni essere umano. Andrea
Anch’io questa sera sono qua insieme agli altri fratelli, per affrontare il vasto e complesso discorso sulla personalità. Ma più che annoiarvi con lunghe disquisizioni filosofiche e fisiologiche, intendo invece soffermarmi su alcuni aspetti curiosi della personalità.
Capita spesso di sentir parlare di altri esseri umani dicendo che queste persone hanno una forte personalità e ciò viene detto quasi sempre con senso di ammirazione se non addirittura di invidia, quasi come se il fatto di avere una forte personalità potesse essere indice per catalogare l’evoluzione dell’individuo che la possiede.
Bene creature, io, tanto per andare contro corrente come mio solito, vorrei affermare questa sera che in realtà le persone che dimostrano di avere (secondo il giudizio umano per lo meno) una forte personalità, sono invece persone che spesso non hanno un’evoluzione molto alta.
Questo perché?
Perché possedere una forte personalità – così come voi la concepite comunemente – significa avere un Io molto forte; significa sì arrivare a compiere una splendida carriera, ma ciò è anche sinonimo di imporsi, farsi valere con qualsiasi mezzo, e calpestare se c’è da calpestare, deridere se c’è da deridere, intascare se c’è da intascare, e tutto questo, creature mie, scusatemi, ma più che da ammirarsi, più che da definirsi indice di forte personalità è invece secondo me da definirsi indice di bassa evoluzione.
Voi direte però che coloro che l’umanità riconosce come maestri del passato hanno avuto una forte personalità; al di là di quella che può essere la differente valutazione del termine personalità, anche in questo caso posso dirvi che ciò non è assolutamente vero.
Prendiamo il Maestro che tutti voi conoscete meglio, ovvero Cristo: da che cosa potreste arguire che egli avesse un forte personalità?
R – Più che una forte personalità, direi che era molto ascoltato, secondo me aveva carisma…
Brava figlia! Vedete sotto un certo punto di vista si può dire che il Cristo avesse una forte personalità, perché in realtà aveva una grande evoluzione.
“Ma allora – direte voi – dopo quello che il nostro caro amico Scifo ha detto, si deve dedurre che il Cristo aveva anche un grosso Io e tutto questo fa crollare il discorso facendolo diventare assurdo!”.
Niente affatto creature: perché vedete, la differenza tra quell’ipotetico arrampicatore sociale di cui parlavamo prima e il Cristo, è che questi non imponeva la sua personalità (che potremmo definire magnetica o carismatica) ma, senza bisogno che egli facesse nulla, le altre persone venivano da lui o erano da lui colpite; quindi senza che egli agisse, a differenza del nostro arrampicatore sociale che, se sta fermo, non fa nulla, si ritrova, alla fin fine, sempre nello stesso ufficio con le tasche vuote.
Mi sembra che questo possa chiarire abbastanza l’angolazione che io intendevo dare il mio discorso.
Se per personalità si intende una persona con alta evoluzione, allora il mio metro di giudizio non è ciò che la persona fa, ma quello che emana, quasi involontariamente, senza far nulla per emanare, ma che tuttavia gli altri percepiscono e da cui ricevono cambiamento e trasformazione.
Se invece si considera il termine personalità, così come viene da voi comunemente usato, allora non vi è via di scampo: è sinonimo di Ego e, quindi, di non molta evoluzione. Scifo
Grazie a Vito, Andrea e Scifo
Leggendo la parte che riguarda il processo di integrazione dei vari piani dalla nascita in poi, inevitabilmente ho pensato a mio nipote, nato pochi giorni fa. Ho pensato a quanta poca consapevolezza avevo quando sono nati i miei figli e a come invece, per fortuna, i suoi genitori, hanno preparato la sua venuta al mondo e all’attenzione con cui lo accudiscono. Non conoscono l’insegnamento dei Maestri, ma indubbiamente hanno una maggior sensibilità, rispetto a quella che potevo avere io a vent’anni.
Penso a quanto sia importante, poter trasmettere l’insegnamento alle nuove famiglie, affinché la strada dell’evoluzione di ognuno sia meno ostacolata, più consapevole e permetta di mantenere il canale aperto verso la dimensione spirituale. Sicuramente in qualche modo avviene già, ma credo che noi tutti, dobbiamo adoperarci per facilitare questo processo, ognuno mettendo a disposizione il suo piccolo compreso.
Grazie