L’Io e l’aggiornamento senza fine dell’immagine di sé

A cosa serve l’immagine di ? Serve all’Io per illudersi di esistere.
Se l’Io non creasse questa immagine con cui rappresentare se stesso, non avrebbe nessun elemento – secondo lui “palpabile” – per poter affermare che egli è reale, che egli appartiene al mondo della realtà fisica.
Ecco quindi che questa è la necessità prima dell’esistenza dell’immagine che l’individuo ha di se stesso.
Come abbiamo sempre detto, l’Io ha in se stesso le armi per la propria distruzione; ecco che, infatti, questa immagine, pur essendo necessaria all’Io per rafforzarsi e per convincersi di esistere, è anche quel fattore che induce l’individuo con un minimo di consapevolezza e di attenzione,

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La solitudine, la necessità e lo scopo della relazione

Che noia! E che silenzio! Posso quasi sentire i pensieri che mi si muovono in testa!
Che giornata lunga! Giro per la casa, mi trascino avanti e indietro e non c’è niente che mi interessi!
Mi sento solo! Senti che brutta questa parola: “sssolo”! Sembra il sibilo di un serpente: “Tu sei sssolo!”  Bleah…
Solo. Potrei anche non esserlo! Potrei? Sì, potrei anche non esserlo! Costerebbe fatica, ma potrei anche non esserlo! Però è un rischio, a un certo punto!
E chi mi dice che, quando riesco a non essere più solo, gli altri non mi ci crescano?! E quando poi l’hai fatto, li devi tenere, eh!

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I traumi del passato che operano nel presente

“Se vuoi cambiare la tua vita, allora cambiala” Com’è facile dire una frase ad effetto, a volte, ma tutti voi sapete – per aver magari provato a metterla in pratica – come sia poi difficile operarla.
E’ facile dire: “Voglio cambiare”, ma com’è facile trovare anche mille motivi per cui, dall’esterno solitamente, sorgono le scusanti per non cambiare e ci si cristallizza nei comportamenti!
Vedete, la persona che cristallizza nei propri comportamenti e disposizioni, nella maggior parte dei casi non si rende conto di essere cristallizzata;

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Anche la donna che all’angolo della strada vende il suo corpo

Padre mio, guardo il mattino nascere dietro i monti, il cielo che si rischiara, l’aria fredda della notte che lentamente si intiepidisce, ed ecco che mi prende un’emozione improvvisa: sento che tutto mi parla di Te.
E vivo la mia giornata, una giornata come tante, con le mie speranze, le mie delusioni, le mie illusioni, i miei trasporti, e la sera, guardando l’orizzonte al di là del mare, vedo il sole che si tuffa nelle acque in un tripudio di colori dalle mille sfumature accese; e in quel momento penso che davvero tutto mi parla di te.
Anonimo

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Oltre materialismo o spiritualismo, la spinta che ci conduce

Se voi fate attenzione a quanto viene presentato nelle varie trasmissioni, o a quando sentite parlare la gente, la prima impressione è che tutto sia rivolto all’esterno, all’esteriorità, però, se riuscite ad andare un pochino più in profondità, un pochino oltre, vedrete che sotto questa ricerca apparentemente esasperata dell’esteriorità cosa c’è?
C’è una spinta: non fermatevi soltanto alla considerazione di come esce fuori la spinta, ma considerate come essa significhi che all’interno dell’individuo, per quanto apparentemente proiettato verso l’esteriorità, la spinta della Realtà – dell’Assoluto, della coscienza, della Vibrazione Prima o come volete definirla – continua a esserci e a spingere l’individuo verso la comprensione e la conoscenza dell’interiorità.

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Imparare a vivere, a comprendere, ad amare, a lasciar andare

“Imparare a vivere”, che significato può avere una frase apparentemente così semplice?
Vivere è la cosa più difficile che l’individuo possa riuscire a fare nel corso delle sue esistenze.
È facile pensare che basta abbandonarsi al flusso della vita ed ecco che ogni individuo, sul piano fisico, vive la sua vita.
Purtroppo, non è mai così semplice; tutto quello che ognuno vive, lo vive per imparare; per imparare, appunto, a vivere; eppure l’uomo non è mai soddisfatto della propria vita;

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Il rispetto per sé e per l’altro: il compito del genitore

Cos’è il rispetto? Come veramente può essere definito l’avere rispetto degli altri?
Io direi che, senza andare a cercare dizionari e sottigliezze filosofiche, forse la definizione che può essere più giusta è riuscire a tenere conto delle esigenze altrui.
“Mica facile”, direte voi.
Certamente che non è facile; e, d’altra parte, voi sapete tutti che, se vivete, è proprio perché dovete imparare a comprendere gli altri, oltre che voi stessi.
Cosa fate solitamente? Vi ponete il problema se siete voi a rispettare l’altro?

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Perché non valorizzare la parte migliore di voi?

Guardarsi allo specchio e cercare di ritrovare in quell’immagine riflessa se stessi, non è certamente un compito molto facile.
Molte maschere, molte barriere, molte illusioni si frappongono fra voi e quell’immagine riflessa di voi stessi; eppure, volendo, con la buona volontà e con tanto amore si potrebbero abbattere tutte quelle illusioni, quelle irrealtà, quelle speranze che la realtà sia diversa da quella che purtroppo invece è.
Riuscire a conoscere se stessi in maniera diversa, pronti ad affrontare quelle difficoltà che vengono taciute, nascoste, sopite perché fanno paura; perché non sempre è facile riconoscere se stessi diversi dall’immagine che ora ognuno di voi si è creato di sé.

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