Ci è stato chiesto più volte il perché della vita, quale senso cioè abbia l’essere immersi nel mondo della materia, l’essere partecipi del piano fisico, e ancora più spesso che significato ha nascere, morire, rinascere e morire ancora, e via e via e via.
Naturalmente, come mio solito, non intendo dare questa sera una risposta accettabile a queste domande (domande che, d’altra parte, premono un po’ a tutti coloro che si avvicinano a questo tipo di insegnamento), ma vorrei invece prendere spunto da questo fatto per fare alcune osservazioni: se io dovessi rispondere a questo quesito sulla base dell’osservazione compiuta sulla vita, sulla pelle, sul vivere di tutti i giorni dell’essere incarnato, direi che i perché della vita
Favola del comunicare la propria interiorità
In un paese lontano viveva un monarca, il Re Tlav.
Re Tlav, pur avendo tutte le cose che desiderava, avendo onori, ricchezze, terre e sudditi (tutto ciò, insomma, di cui abbisognava per una vita senza problemi) soffriva per un problema e la cosa proprio non lo lasciava in pace.
Il fatto è che, malgrado tutte le sue ricchezze, malgrado tutti i suoi possedimenti, si sentiva solo, non si sentiva capito, non si sentiva aiutato da nessuna delle persone che aveva attorno.
Una notte sognò un personaggio bellissimo, luminosissimo – forse un maestro, forse un angelo – che gli disse: «Re Tlav, io so il tuo problema e, affinché tu lo conosca, ti dico: il tuo problema è causato dal fatto che gli altri non sanno nulla di te».
La natura della mente e il suo governo
La mente, figli miei: quel grande dono della misericordia divina, la mente che ghettizza, separa, divide, allontana gli individui l’uno dall’altro.
La mente che crea opere che sfiorano, quasi, la grandezza divina.
La mente che porta ad annullare, ad uccidere gli altri.
La mente: quest’arma a doppio taglio, così importante e così meschina. Ma che cosa potete fare affinché il suo operare, il suo operato, non sia più negativo, ma possa portarvi, gradualmente, lentamente, alla comunione con tutti gli altri fratelli?
Il sentire, la sua evoluzione, le scelte dell’umano (IF26)
Insegnamento filosofico 26
Il “sentire” è quella condizione dell’individuo che proviene dal suo corpo akasico, cioè dal corpo in cui vengono trascritte tutte le esperienze che l’individuo ha compiuto nel corso delle sue varie incarnazioni.
Questo sta a significare che non ha niente a che fare con il piano mentale, con il piano astrale e con il piano fisico.
Questo cosa sta ancora a significare? Sta a significare che non ha proprio nulla a che fare con quello che è l’Io di uno persona.
Ora, a questo punto, è necessario che dia anche una definizione di Io, mi sembra giusto.
Il vero significato della libertà
Fratelli, sorelle, che cosa significa esseri liberi? Che senso ha, che ragione ha la libertà che ognuno di voi desidera e, a volte, sogna?
Essere veramente liberi, fratelli, sentirsi come una farfalla, sorelle mie, significa accettare d’essere consapevoli del ruolo che si ha.
Sembra cosa facile a dirsi, sembra così semplice raccontarlo, ma se voi veramente comprendeste quanto è difficile per ognuno di voi accettare la propria realtà, ma accettarla pienamente, consapevolmente e non soltanto a livello mentale, capireste quanto profondo e quanto importante è ciò che vi ho appena detto:
Parole ad una persona alla fine dei suoi giorni
Fratello mio, fratello mio, io voglio rivolgermi a te perché credo che tu soltanto possa riuscire a comprendere quello che io in questo momento sto vivendo, sto provando.
Fratello mio, io sento che la vita si allontana da me, sento le mie energie spegnersi, le mie forze diventare sempre più deboli, le membra non reagire quasi più.
La vita mi vuole abbandonare, fratello mio, e vedo la morte che mi sta venendo incontro ed ha puntato su di me i suoi freddi occhi.
La sensibilità alla natura, all’arte, alla mistica, all’altro da sé (IF25)
Insegnamento filosofico 25
Direi che, effettivamente, anche per quanto riguarda la sensibilità è possibile fare un raffronto con quella che è l’evoluzione; infatti mi sembra evidente con quanto è stato detto nei discorsi precedenti, che la sensibilità deve per forza aumentare gradatamente a mano a mano che l’evoluzione aumenta.
Questo perché? Perché è logico che aumentando l’evoluzione dell’individuo anche i suoi sensi si fanno sempre più raffinati, sempre più precisi, ed è inevitabile, quindi, che diventino sempre più sensibili.
Cos’è il karma, cosa insegna, come imparare
Ormai non soltanto all’interno, nell’ambito esoterico, è facile sentir proclamare il termine “karma”. Non è inconsueto infatti sentir affermare, anche da persone che non sono molto ferrate in materia esoterica, che tutto accade secondo la legge del karma, che una disgrazia capitata a qualcuno è dovuta ad una reazione karmica.
Vediamo un attimo, prima di andare avanti – per coloro che non sono molto ferrati in materia – in che modo si può spiegare il termine “karma”, pur restando – come nostro solito – in termini molto semplici e adatti ai componenti del cerchio, quindi in termini facilmente accessibili e comprensibili a tutti.