La morale è soggettiva e risponde all’intenzione

Vi avevo chiesto una volta se è più morale colui che uccide nel nome di un ideale in cui crede fermamente, o colui che uccide per salvare la propria vita e quella dei suoi familiari.
Poiché siamo qui con il solo scopo di discutere e di cercare di allargare – se ci è possibile – la comprensione personale, svolgerò io stesso il compito assegnatovi, facendolo dal mio punto di vista – come al solito in apparenza bizzarro – liquidando il tutto con poche parole, e non per presunzione ma perché, effettivamente, la risposta era molto più semplice di quanto poteva apparire.

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Il mondo dello “spirituale” oggi: il giardino degli incanti (VS1)

Criteri per scegliere la propria via spirituale 1

Rientra nell’andamento ciclico naturale dell’evoluzione dell’uomo, figli nostri, l’arrivo di periodi in cui l’essere umano, e le società che egli compone sul pianeta, attraversino fasi di estrema confusione che, talvolta, si protraggono nel tempo anche per secoli.
Per comprendere il perché di questi accadimenti bisogna fare riferimento ad alcuni elementi che abbiamo affrontato più volte nel corso di questi anni di insegnamento, tenendo ben presente il concetto che il punto di riferimento da osservare è l’individuo, in quanto ciò che lo plasma non è lo scenario umano e sociale in cui egli si trova a dover operare, bensì ciò che consegue come risultato dell’evoluzione degli esseri incarnati.

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La sensibilità condizionata dall’Io

Quante cose vengono contrabbandate, con molta approssimazione, per sensibilità!
Osserviamo qualche esempio di questa sensibilità, non dico inesistente, ma per lo meno dubbia, tanto per chiarire le idee su alcuni punti che così facilmente sfuggono a coloro che cercano di comprendere qualche cosa del proprio intimo e – magari, perché no! – dell’intimo degli altri.
Come certamente gran parte di voi ricorderà, è stata compiuta un’impresa che dai giornalisti, dai critici e da chi l’ha seguita è stata giudicata un’impresa storica.
No, non si tratta del raggiungimento di Marte, non si tratta neppure della scalata della vetta più alta dell’Himalaya, ma si tratta di un concerto rock!

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Conoscere non è comprendere: il limite del desiderio (IF28)

Insegnamento filosofico 28
Da quanto fin qui appreso, risulta evidente che ai fini dell’evoluzione la conoscenza ha in fondo soltanto un’importanza relativa.
Se voi pensate bene, questo concetto dovrebbe rivoluzionare tutto il vostro modo di vivere e di concepire l’esistenza e la stessa società in cui vivete e nella quale chi più conosce più viene ritenuto, solitamente, grande e di conseguenza molto evoluto.
In realtà la conoscenza è semplicemente un mezzo che può tornare utile, come è stato detto prima, a conseguire evoluzione, ma non è stato strettamente necessario a questo conseguimento.

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L’altruismo: dal rispetto di sé sorge l’azione gratuita per l’altro

Caro Ernesto,
come vedi non ho resistito alla tentazione di rispondere nel più breve tempo possibile alla tua peraltro graditissima lettera, nella quale, prendendo spunto da una frase del Maestro, mi chiedi la mia umile opinione sul concetto di altruismo.
Certo che, sinceramente, sentirmi porre una cosiffatta domanda da te, da un cosiddetto ricercatore spirituale, devo ammettere che la cosa mi ha lasciato non poco stupito, tuttavia cercherò di fare del mio meglio ed esprimerti nel modo più chiaro possibile la mia opinione in merito.

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L’amore e l’amicizia esistono indipendentemente dalla relazione

[…] L’amicizia, ah gran cosa l’amicizia! L’amicizia può smuovere le montagne, l’amicizia può rendere bello qualsiasi rapporto, l’amicizia è qualcosa che può rendere le giornate più luminose, migliori, più degne di essere vissute!
L’amicizia è quella cosa che fa sentire tutti fratelli, è quel sentimento che allorché sfiora le persone, le accomuna, le rende simili, le fa sentire vicine, unite nel bene e nel male, nella grazia e nella disgrazia, nella fortuna e nella sfortuna.

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La libertà individuale si amplia con l’evoluzione del sentire (IF27)

Insegnamento filosofico 27
Tra le varie problematiche che hanno interessato l’uomo esiste certamente il problema del libero arbitrio, o, più genericamente, se si vuole, il problema della “libertà”.
È chiaro, e per comprendere questo basta guardarsi attorno o osservare la propria esistenza, che l’individuo, l’essere incarnato, costretto ad abitare un veicolo fisico, non gode di una libertà assoluta, ma il suo campo di azione, la sua possibilità cioè di prendere delle decisioni “in libertà” è molto ristretto e limitato. Si può quindi affermare con facilità che l’individuo incarnato gode di una libertà relativa, tanto che addirittura si potrebbe parlare di evoluzione della libertà.

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Ognuno edifica la propria sofferenza e cerca di liberarsene

Ci è stato chiesto più volte il perché della vita, quale senso cioè abbia l’essere immersi nel mondo della materia, l’essere partecipi del piano fisico, e ancora più spesso che significato ha nascere, morire, rinascere e morire ancora, e via e via e via.
Naturalmente, come mio solito, non intendo dare questa sera una risposta accettabile a queste domande (domande che, d’altra parte, premono un po’ a tutti coloro che si avvicinano a questo tipo di insegnamento), ma vorrei invece prendere spunto da questo fatto per fare alcune osservazioni: se io dovessi rispondere a questo quesito sulla base dell’osservazione compiuta sulla vita, sulla pelle, sul vivere di tutti i giorni dell’essere incarnato, direi che i perché della vita

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Favola del comunicare la propria interiorità

In un paese lontano viveva un monarca, il Re Tlav.
Re Tlav, pur avendo tutte le cose che desiderava, avendo onori, ricchezze, terre e sudditi (tutto ciò, insomma, di cui abbisognava per una vita senza problemi) soffriva per un problema e la cosa proprio non lo lasciava in pace.
Il fatto è che, malgrado tutte le sue ricchezze, malgrado tutti i suoi possedimenti, si sentiva solo, non si sentiva capito, non si sentiva aiutato da nessuna delle persone che aveva attorno.
Una notte sognò un personaggio bellissimo, luminosissimo – forse un maestro, forse un angelo – che gli disse: «Re Tlav, io so il tuo problema e, affinché tu lo conosca, ti dico: il tuo problema è causato dal fatto che gli altri non sanno nulla di te».

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La natura della mente e il suo governo

La mente, figli miei: quel grande dono della misericordia divina, la mente che ghettizza, separa, divide, allontana gli individui l’uno dall’altro.
La mente che crea opere che sfiorano, quasi, la grandezza divina.
La mente che porta ad annullare, ad uccidere gli altri.
La mente: quest’arma a doppio taglio, così importante e così meschina. Ma che cosa potete fare affinché il suo operare, il suo operato, non sia più negativo, ma possa portarvi, gradualmente, lentamente, alla comunione con tutti gli altri fratelli?

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