Se voi fate attenzione a quanto viene presentato nelle varie trasmissioni, o a quando sentite parlare la gente, la prima impressione è che tutto sia rivolto all’esterno, all’esteriorità, però, se riuscite ad andare un pochino più in profondità, un pochino oltre, vedrete che sotto questa ricerca apparentemente esasperata dell’esteriorità cosa c’è?
C’è una spinta: non fermatevi soltanto alla considerazione di come esce fuori la spinta, ma considerate come essa significhi che all’interno dell’individuo, per quanto apparentemente proiettato verso l’esteriorità, la spinta della Realtà – dell’Assoluto, della coscienza, della Vibrazione Prima o come volete definirla – continua a esserci e a spingere l’individuo verso la comprensione e la conoscenza dell’interiorità.
Certamente, vi è poi la cattiva interpretazione, l’Io che reagisce, il suo tentativo di diventare padrone del mondo, quindi di spostare tutto verso l’esteriorità, di far vedere che esso accaparra la realtà, diventa padrone della sua piccola o grande realtà; ma questi sono meccanismi, processi normalissimi per l’evoluzione dell’individuo e della sua vita all’interno del piano fisico.
Quello che è importante, e che deve sempre dare una nota di speranza e di fiducia anche in momenti come questi, apparentemente privi di spiritualità per la gran massa dell’umanità, è l’idea che sotto tutto quello – e traspare, se state attenti – vi è appunto questa spinta verso la ricerca.
Forse, per gli individui, non è chiaro il motivo della ricerca; forse non si riesce a precisare perché la ricerca di un bel corpo può essere importante, ma il punto essenziale non è il bel corpo che l’individuo cerca di avere attraverso i vari strumenti che la società gli può offrire, ma è il concetto che sta alla base dell’avere un bel corpo: sta il tentativo di piacere agli altri, il tentativo di comunicare, di andare incontro agli altri, di riuscire ad avere un rapporto di qualche tipo, di usare tutte le armi, tutti i mezzi possibili per comunicare e costruire una possibilità di confronto con le persone attorno.
Invece, solitamente e con una certa banalità, si tende a vedere tutto il negativo, a vedere soltanto la parte finale di tutto il ragionamento, di tutto il discorso.
Cerchiamo di essere ottimisti nell’osservare la realtà, non potete pensare che il mondo, la realtà siano abbandonati a loro stessi e tutto vada in senso completamente materialista.
Il materialismo, se ci pensate bene, in realtà, è una cosa inesistente: per quanto un individuo possa essere di indole materialista, alla fin fine, sotto sotto, poi potrete sempre scoprire in esso la spiritualità, il misticismo, la spinta verso qualche cosa che con il materialismo non ha poi molto a che fare; quindi non lasciatevi imbrogliare dalle apparenze.
Pensate a voi stessi: anche voi stessi molte volte sembrate vacui, sembrate vanitosi, vanesi, pronti a stare attenti a come vi vestite, a dare una bella immagine, perché l’immagine – lo dice anche la vostra pubblicità, ho sentito, no? – “l’immagine è tutto”.
“L’immagine è tutto” e fino a un certo punto può anche essere vero, perché l’immagine che si dà agli altri è il primo modo di presentare sé stessi, però, senza dubbio, al di là dell’immagine poi c’è qualche cos’altro; per prima cosa dovete pensare all’immagine che “voi” avete di voi stessi, è quella l’immagine importante.
Quella che date agli altri è un’immagine fittizia, irreale, non è altro che l’immagine di un Io e per questo non può essere che volubile e mutevole nel tempo.
Quindi, cercate di essere positivi e di osservare gli altri e voi stessi con la convinzione che, comunque sia, per quanto un individuo possa sembrare sciocco o materialista, in realtà al suo interno c’è sempre una spinta – che è la stessa vostra – che lo conduce verso la ricerca di un miglioramento.
Poi può commettere i suoi errori, così come li commettete voi, ma è importante ricordare che gli errori si fanno perché non si è compreso qualche cosa e, quindi, non ci si deve colpevolizzare oltre misura.
Certamente, quando l’errore viene fatto consapevolmente, quando uno sbaglia sapendo di sbagliare, il comportamento diventa un po’ meno perdonabile di quello tenuto da chi, invece, sbaglia semplicemente perché non ha compreso.
Ma è poi davvero così facile fare questa distinzione? Non è forse vero che anche chi sbaglia sapendo di sbagliare, se sbaglia è perché non ha compreso qualche cosa? Georgei
Ciò che considero effimero, può invece essere vitale per qualcun’altro. Sempre più tangibile la necessità di non rimanere agganciati ai giudizi. Effimero-vitale, ancora etichette,giudizi…infondo esistono solo spinte interiori e questa visione,come sempre, riappacifica. Grazie.
Grazie.
Semplicemente bellissimo. Da scrivere come dici tu “in ogni neurone”, perché troppe volte me ne dimentico e cado nella trappola del giudizio. Ma anche dietro questo, direbbe Georgei, c’è una spinta, e allora non colpevolizziamoci troppo e andiamo avanti.
Grazie
Grazie.
Direi che da propio un grande respiro questa apertura a 360 gradi, questa caduta totale di ogni giudizio…la fiducia che anche gli effimeri aspetti della realta’ sono una manifestazione seppure tanto limitata dell’Assoluto….Grazie!
Questa lettura è un ulteriore contributo ad aprirmi all’altro, a far cadere il pregiudizio e sempre più osservare la realtà con meno soggettività. Grazie
Al di là di ogni giudizio!
Grazie!
Questa riflessione rappresenta una linfa per nutrire la pianta della compassione, un anticorpo contro la tendenza al giudizio e al pessimismo
Interessante e rasserenante!
Al di là di ogni giudizio. Rassicurante
Vasto, vivificante. Grazie