D – E’ stato detto che l’uccidere, ad esempio, è una delle prime esperienze che vengono fatte nel corso dell’evoluzione dell’individuo e anche che il sentire si allarga “per successione logica”; non è una successione di altro tipo. Non mi è molto chiaro cos’è questa successione logica per il progredire del sentire.
A parte che “successione logica” l’ha usato qualcuno di mia conoscenza e non io, mi piacciono le frasi così piene di mistero…
D – No, perdonami. E’ stato detto, però ci sarà una base esatta e volevo chiedere se me lo spiegavi appunto con parole che me lo facciano capire.
Diciamo che l’ampliamento del sentire non è che avvenga con una successione logica, avviene semplicemente per un allargamento di stimoli; o meglio: un individuo comprende qualche cosa e a quel punto vi è la risposta che ritorna al corpo akasico per raggiungere un certo piccolo ampliamento di sentire.
Su quel raggiungimento di ampliamento, il corpo akasico cerca di costruire a partire da quel punto, cerca quindi di allargare partendo dai dati che ha. Ecco che, allora, vi è una sequenza logica in quanto, da quel punto che è stato il primo granello di sentire, il corpo akasico invia degli impulsi per comprendere qualcosa che a quel granello si collega.
D – Ecco! Un qualcosa che è vicino come collegamento.
Certamente. Non è che uno possa saltare da una cosa all’altra, perché se no farebbe confusione.
Sarebbe anche possibile un allargamento “a chiazze” – se così vogliamo dire – ma tutto sommato è molto più utile e molto più spedito allargarsi per gradi, allargando delle diramazioni in una specie (ancora una volta) di tappeto che allarga le fibre, come abbiamo detto l’altra volta.
D – Quindi, scusami, allora un concetto non lo lascia fino a che non lo ha portato alle ultime sfumature?
Diciamo che non è che non lo lascia; cerca… è difficile farvi capire senza essere all’interno dei meccanismi del corpo akasico, è per questo che dicevamo che dovremo ancora parlarne presto.
Supponiamo che l’individualità abbia compreso due punti, che sono apparentemente distanti tra di loro. Ricordate però che è sempre soltanto “apparentemente” che sono distanti tra di loro perché l’individualità, l’individuo, all’interno è tutto un’unità, deve ancora scoprire tutto il suo disegno ma tra due tessere dello stesso disegno vi sono altre tessere che le collegano.
Ecco così che, partendo da un punto, un po’ alla volta e allargando tutte queste cellule di sentire, si arriverà a raggiungere l’influenza dell’altra comprensione (l’altro punto, ndr), a trovare questi collegamenti (le tessere intermedie, ndr) e quindi ad ottenere un blocco più grande.
D – Ma questa successione è come una casa che parte dalle fondamenta e via via fa il pianterreno, il primo piano e il secondo piano o può partire, ad esempio, dal secondo piano e quindi fare tutto il secondo piano, poi fare il terzo, poi fare il primo? Capisci?
Poi fa i soffitti, poi dopo fa i camini, poi alla fine fa le scale… Forse il tuo corpo akasico in questo momento è costituito in questo modo! In certi momenti può anche venire questo dubbio.
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D – No, quello che volevo chiedere è se tutte le individualità partono dalle fondamenta e vanno al tetto, oppure come dicevi tu…
Ma non vi sono fondamenta e non vi è tetto! Vi è un sentire e basta. Non vi è una cosa che sia necessario, per forza, imparare prima e una cosa per forza impararla dopo!
Vi sono delle cose che sono talmente semplici che è molto più facile impararle subito perché si incontrano più facilmente nel corso di certe vite.
Ecco perché parlavamo dell’omicidio: l’omicidio è una delle prime regole che si trova anche all’interno della società per salvaguardare la vita degli uomini, ed è quindi una delle prime cose che si affrontano proprio per l’evoluzione all’interno del piano fisico.
D – E’ una fondamenta.
Non è un fondamento, è un elemento alla pari con tutti gli altri! Alla pari come il “non rubare”, alla pari come il “non mentire” e via e via e via.
Siete voi che connotate poi, diversamente, tutti i vari punti, ma in realtà all’interno del sentire ogni granello di sentire ha la stessa importanza di un altro.
Come dicevo prima, non si può quantificare il sentire. Non potrete mai, in nessun caso, dire: “Quel sentire è migliore di quell’altro”. Potrete soltanto dire: “Quel sentire è più ampio”, ma non vi è una connotazione positiva o negativa all’interno di un sentire, nel giudicare un sentire.
E’ soltanto un sentire più ampio o meno ampio e basta.
D – Quindi è una cosa che dipende dal corpo akasico dell’individuo? Cioè non si può (come avevo pensato) dare una gradualità al tipo di esperienza che un individuo sta vivendo nella scala del sentire. Dipende dal sentire che l’individuo ha?
La gradualità si presenta, è correlata ai bisogni dell’individuo, e quindi vi può essere prima una comprensione e poi un’altra.
D’altra parte (e poi tutti lo sapete, perché lo abbiamo sempre detto) non vi è mai nessun sentire perfettamente identico all’altro fino a quando non si arriva poi a un livello superiore.
D – Quindi non è il tipo di esperienza che uno fa che qualifica, ma è l’esperienza che è correlata al sentire.
Avete compreso questo punto?
D – Volevo tornare al quesito iniziale: se non è l’Assoluto e neanche l’akasico che sceglie il tipo di famiglia, l’ambiente in cui deve vivere un individuo, rimane una domanda e cioè c’entra qualcosa lo Spirito Guida in questo libero arbitrio?
No, no, non resta aperta la domanda; la domanda ha già avuto risposta. Nessuno sceglie perché non vi è nessuna scelta, in realtà. Scifo
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La logica comune impone di parlare di migliore e peggiore, di buono e di cattivo, ma da un altro punto di vista non esiste una “gradualità universale” o una “morale universale”, ovvero qualcosa che sia uguale per tutti e abbia lo stesso valore. Ogni esperienza trova il suo valore nel sentire che la esperimenta, non esiste una via tracciata. Non c’è differenza tra l’assassino e il santo.
Grazie.
Un po’ complesso e di difficile comprensione per me. Accolgo pensando che comunque porterà i suoi frutti a tempo debito.
Grazie.
Qualsiasi sia il punto da cui si parte, non possiamo far altro che camminare.
Questo ci rende davvero tutti uguali.
Ogni esperienza lascia un segno nel sentire, ogni individuo ha il suo percorso.
“Ogni granello di sentire ha la stessa importanza di un altro” , non ci sono gerarchie,ma di esperienza in esperienza ampliamo il nostro sentire.
Mi accorgo come la mente si sia più sofisticata nel proporre la dinamica duale.
Questo post riporta alla prospettiva che è…