L’argomento in sintesi
L’Io è un meccanismo naturale la cui nascita è legata indissolubilmente alla presa di coscienza dell’individuo, a tal punto che la sua azione nell’essere umano è inevitabile.
Soddisfare i propri bisogni (o, per lo meno, cercare di farlo) significa arrivare a considerare se stessi il perno intorno al quale ruota tutta la realtà cosicché (e quanto spesso, purtroppo) i bisogni degli altri diventano irrilevanti se non addirittura motivo di lotta per la supremazia.
Vedere il mondo in funzione di se stessi significa tendere a considerare i propri bisogni talmente importanti che tutta la realtà sembra dover confluire verso un unico scopo: il loro appagamento. E, di conseguenza, allorché avviene l’incontro con gli altri individui – che, inevitabilmente, contrastano questo egocentrismo con il proprio – ecco nascere le frustrazioni, le reazioni aggressive, il tentativo di prevalere o di prevaricare l’altro.
Considerare se stessi il centro della realtà induce a osservare la realtà stessa in modo quasi totalmente soggettivo perché in essa si tende a far riflettere i propri desideri e le proprie aspettative, arrivando spesso addirittura a negare anche la verità più evidente se questa afferma che le cose stanno in maniera ben diversa da come si vorrebbe che fossero.
L’Io nasce, si manifesta e si struttura come proiezione dei propri bisogni nella realtà che l’individuo attraversa, rafforzandosi e divenendo sempre più complesso a mano a mano che si rafforza la sensazione di essere autocosciente e distinto dal resto della realtà, anche se in essa si trova a essere immerso.
Quello che mi interessa sottolineare è che, comunque, l’Io è un meccanismo naturale la cui nascita è legata indissolubilmente alla presa di coscienza dell’individuo, a tal punto che la sua azione nell’essere umano è inevitabile.
Ma non soltanto: l’azione dell’Io è indispensabile per compiere i passi che porteranno, gradatamente, all’uscita dalla catena reincarnativa, in quanto fornisce gli stimoli (primi fra tutti la sofferenza e l’insoddisfazione) per incanalare l’essere umano lungo le tappe successive della sua evoluzione.
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Certamente, l’Io è un’illusione ma – come dicono i Maestri – “l’illusione, per chi la vive come se fosse reale, ha la forza e la consistenza della realtà” e mai quanto nel caso dell’Io questo assume importanza e significato, al punto che esso diventa (pur non avendo nessuna reale esistenza) l’essenziale burattinaio che muove i fili delle ombre che animano il teatro nel quale l’individuo compie la sua ricerca della Verità. Baba
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Piena sintonia. L’Io Non un demone dunque ma uno strumento da osservare senza farsene travolgere .
Grazie
La caduta nell’Io duale necessaria, inevitabile e funzionale per il ritorno all’uno.
Grazie per il contenuto e la chiarezza.
L’io come strumento dell’evoluzione…fino a quando viviamo nella dualità…