Insegnamento filosofico 11
Le ragioni per cui si nasce in una determinata famiglia sono sempre molteplici. In primo luogo, perché in quella data famiglia si sono venute a creare le condizioni ambientali adatte ai bisogni evolutivi dell’individuo che si deve incarnare. Ma un altro motivo (importante, e non secondario rispetto a quello che ho appena citato) risiede in quelli che sono i legami karmici.
Voi sapete che, in ogni vita che l’individuo conduce, compie azioni e ha reazioni dagli altri individui; questo provoca un continuo scambio di quelle che vengono chiamate azioni karmiche da individuo a individuo, le quali hanno bisogno di essere equilibrate, compensate, risolte dall’individuo stesso per la sua comprensione. E’ così che l’individuo che si incarna nasce in un determinato ambiente, con certi genitori, con certi fratelli, con certi amici: proprio per aver modo anche di compensare questi debiti o questi crediti karmici, accumulati nel corso di vite precedenti.
Questo non significa che tutti i membri di una stessa famiglia, per esempio, abbiano la stessa evoluzione; non è necessario che l’evoluzione dei vari membri sia sempre più o meno la stessa: questo dipende da molti fattori diversi.
Non pensate comunque, relativamente a voi stessi per esempio, di poter giudicare se vi è o meno questa differenza, perché ricordate che quello che voi vedete di un individuo, è l’Io di quell’individuo in quella vita, e non è l’immagine del suo sentire reale, quindi il suo sentire non può essere giudicato da quello che compare esaminando l’immagine di una vita sola. Andrea
Capita molto spesso di chiedersi, nell’osservare per esempio creature che nascono in ambienti non adatti a loro, quanto questo ambiente possa influire nel futuro della vita di quell’individuo, quanto influisca sulla sua spiritualità, sulla sua evoluzione.
Certamente l’ambiente influirà, anche se, però, in minima parte; infatti, l’ambiente esterno ha un’importanza, perché influisce sulle energie che questa creatura incomincia a trattenere e a mettersi intorno. Dipende anche da quanto tempo la creatura in formazione permane in quell’ambiente (che abbiamo definito poco adeguato), poiché, ovviamente, una lunga permanenza non le darà la possibilità di usare materia tanto elevata e spirituale.
Se si guarda il problema da un altro punto di vista, come può essere quello degli insegnamenti spirituali, si può arrivare a comprendere che il fatto che questa nuova creatura nasca in quell’ambiente fosse già scritto prima che si incarnasse e che, quindi, il suo ritrovarsi in un ambiente non troppo adatto non sia casuale. Infatti è proprio così, perché, come le Guide hanno sempre detto, non esiste il caso, e il tutto è preparato per la sua evoluzione spirituale.
D’altra parte come si può pensare che esista il caso? Infatti in ogni circostanza vi è sempre un numero troppo alto di possibilità, di probabilità, di coincidenze che dovrebbero verificarsi, per essere solo un caso.
Ma cerchiamo di guardare il problema ancora da un altro punto di vista; certamente i genitori di questa creatura in qualche modo hanno creato l’ambiente in cui la creatura sta crescendo, ed è logico chiedersi come questi si debbano sentire, se crearsi cioè dei sensi di colpa oppure no, dal momento che tutto era già previsto.
Certamente crearsi dei sensi di colpa è illogico, mentre non è illogico cercare di agire, di fare qualcosa per modificare la situazione. A questo proposito può essere utile un esempio riguardo alla conoscenza dei karma individuali; infatti sapere che un karma esiste, non significa che debba essere accettato senza cercare di modificarlo; anzi, proprio il tentativo quasi sempre infruttuoso di modificarlo, porta frequentemente a un’evoluzione spirituale dell’individuo e, quindi, al superamento del karma stesso.
Tuttavia, è bene che i genitori cerchino sempre, in qualche modo, di migliorare le condizioni ambientali in cui la nuova creatura si troverà a crescere: questo per il proprio bene e per il bene della creatura stessa. Boris
Immagino che a volte possa coincidere il raggiungimento di una comprensione o parte di essa, con il superamento del karma…è così?
Appare sempre più chiaro che il cosiddetto Libero arbitrio sia un campo sempre più ristretto…
prendo conoscenza, grazie
Per Nadia.
Credo che sia più giusta la formulazione contraria: il superamento del karma è sempre legato al raggiungimento di una comprensione più ampia.
Il contrario, infatti, non è necessariamente vero, dato che un karma può essere complesso e collegato a comprensioni dipendenti tra di loro, cosicché una sola comprensione può non essere sufficiente a risolvere il karma.
Condivido la prospettiva, anche se personalmente, tendo a non appoggiare l’attenzione sull’indagine del karma personale che ritengo possa essere perseguita con estrema cautela.
Potrebbe essere anche interessante e funzionale per alcuni, scandagliare i legami karmici all’interno di un gruppo di ricerca o una comunità ad orientamento spirituale
Grazie. Interessante nell’ultima parte il richiamo alla responsabilità individuale, nonostante tutto sia già previsto per l’evoluzione spirituale dell’individuo e si potrebbe quindi pensare che qualunque scelta lasci il tempo che trova. Ma forse, più che deresponsabilizzarci, il sapere che il caso non esiste dovrebbe aiutarci a rialzarci quando cadiamo, sapendo che anche la caduta era prevista, e se era prevista non poteva che esserlo perché anche attraverso di essa potessimo fare un piccolo passo avanti nel lungo processo di comprensione di noi stessi.
Esprime il giusto equilibrio e l’interazione fra le necessita karmiche e la possibilita volontaria di evoluzione.
Grazie
Grazie Gianfranco, ora è più chiaro!
Grazie!
Molto interessante e pacificante quanto sopra descritto dal post. In particolare sapere che è l’azione, che determina la comprensione, anche se questa non necessariamente modifica gli eventi.
Si fa riferimento all’utilità di conoscere il proprio karma. Cosa si intende con esattezza,
analizzare gli avvenimenti della propria vita e cercare di capire quali sono gli insegnamenti che ne dobbiamo trarre? Ma questo lo facciamo sempre, indipendentemente dal fatto che la situazione sia stata determinata dal karma o no.
Quindi come possiamo essere sicuri di dare il giusto senso al fatto che accade?
Non mi sembra che le Guide abbiano detto che sia necessario o molto utile conoscere il proprio karma, se non come indicatore dei punti in cui, nel sentire dell’individuo, ci sono delle incomprensioni da risolvere,
Anzi, hanno sottolineato che non è necessario conoscere quello che si è sbagliato nelle vite precedenti perché, comunque, gli elementi per comprendere sono presenti nelle situazioni che si vivono nella vita in corso.
Sapere che in una vita passata si è stati re, assassini o quant’altro non è molto utile: ciò che si è stati aveva valore in quell’epoca e in quelle condizioni interiori, ma ormai si è andati avanti ed era un Io diverso per comprensione rispetto a quello che influisce sulla nostra vita attuale.
Creo che l’utilità del conoscere e tenere presente il concetto di karma, risieda principalmente nella consapevolezza che se siamo sottoposti a un effetto karmico ciò sia conseguenza di nostre responsabilità non adeguatamente comprese (la cui incomprensione, come ho detto, appartiene anche alla vita in corso) ed è sintomo del fatto che non abbiamo ancora compreso, pur avendo quasi sempre a disposizione tutti gli elementi per farlo, qualche particolare aspetto del sentire.
Il karma si risolve nell’oggi, non ragionando sulle vite passate.
Vi è poi il karma irrisolvibile: questo tipo di karma è da far risalire a incomprensioni talmente profonde che soltanto provando direttamente e a lungo situazioni particolarmente pesanti si ha l’esperienza diretta di quello che è indispensabile comprendere seguendo una sorta di legge del contrappasso: per fare un esempio, se ci siamo portati dietro nelle varie vite l’incomprensione che ci ha portato a non condividere ciò che avevamo con chi chiedeva il nostro aiuto, potremmo subire l’effetto karmico di trovarci noi nella condizione di dover chiedere aiuto agli altri senza riceverne alcuno. Sembra una cosa crudele ma non va dimenticato che lo scopo è sempre non quello di punire l’individualità, ma quello di aiutarla ad ampliare il suo sentire.
Grazie
Grazie Gianfranco di questa spiegazione. Tutto ciò comporta osservare i fatti della propria vita non con i mezzi convenzionali, ma confidando che tutto abbia senso per la propria evoluzione. Quando la sofferenza è tanta e perdura nel tempo, non è facile rimanere nella fiducia. Se ho capito bene, in virtù della legge del contrappasso, anche se non si ha consapevolezza piena del senso di certi avvenimenti, questi porteranno comunque ad un’evoluzione.
Sì, è proprio così.
D’altra parte l’evoluzione va sempre avanti, sia che se ne sia consapevoli come individui incarnati o no!
E credo proprio che non possa essere altrimenti…