Certamente avrete notato che ho sottolineato a più riprese il fatto che il vero osservatore è il corpo della coscienza. Se state attenti a questo concetto vi renderete conto che quando noi vi diciamo che dovete essere osservatori di voi stessi è proprio in questa direzione che vi stimoliamo a muovervi.
La vostra più immediata obiezione a questo punto sarà sicuramente che voi non potete fare altro che osservare voi stessi con il vostro Io.
È certamente così, tant’è vero che quando vi osservate difficilmente vi osservate e basta ma, nella quasi totalità delle volte, ragionate su quello che osservate di voi stessi e date connotazioni di “giusto” o “sbagliato” e questo, ovviamente, indica già di per se stesso che è il vostro Io che sta osservando se stesso, con tutti i limiti e le distorsioni che questo comporta.
- Letture per l’interiore: ogni giorno una lettura spirituale breve del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze 77, su Whatsapp e su Telegram
- Sintesi dell’insegnamento filosofico del Cerchio Ifior: COME LA COSCIENZA CREA LA REALTA’ PERSONALE, qui puoi ordinare il libro. Se lo stai leggendo e vuoi supporto, scrivici
- L’insegnamento filosofico del Cerchio Ifior
- Tutti i libri del Cerchio Ifior scaricabili gratuitamente
- Da dove cominciare, una guida al sito e al Cerchio Ifior
Ma, allora, cosa potete fare per migliorare l’osservazione di voi stessi, visto che la vostra attenzione è, comunque, sviata dall’ingerenza del vostro Io?
E, come direbbe il vostro Io, chi ve lo fa fare anche solo a porvi questo problema?
Indubbiamente il vostro corpo della coscienza arriverebbe comunque alla comprensione, anche se voi non faceste niente: la Realtà è strutturata in maniera tale che non è possibile che nel corso di una vita, anche la più breve e la più apparentemente priva di significati, il corpo akasico non arrivi ad aggiungere qualche tassello alla sua comprensione.
Quello che potete veramente fare è cercare di creare dentro di voi un canale vibratorio attraverso il quale i dati di ritorno dell’esperienza possano muoversi verso la coscienza il più velocemente e il meno inquinati possibile, cercando di fare dentro di voi quel silenzio interiore che molti maestri del passato hanno cercato di far comprendere, e che non è il silenzio di chi è fermo e non agisce ma di chi lascia fluire dentro di sé le vibrazioni che lo attraversano.
È una condizione non facile da raggiungere (l’Io difficilmente riesce a convincersi che per non soffrire non deve lottare ma deve accettare) eppure è raggiungibile e certamente nella vostra vita ci sono stati momenti in cui, magari inconsapevolmente, l’avete raggiunta. Rodolfo
Il silenzio interiore :più stai, più la mente è quieta e più percepisci questo silenzio interiore fatto di vuoto e di pienezza.
In altre parole è un invito a contattare il proprio sé profondo che su per giù è la propria coscienza, o la porzione di coscienza accessibile nella singola incarnazione.
Al Sentiero abbiamo appreso che la porta d’accesso è rappresentata dal porre l’attenzione sulle sensazioni corporee e sul respiro.