L’igiene mentale nella prevenzione degli psicosomatismi e delle malattie

D – Georgei, quando si è parlato di malattia (che è sempre di origine psicosomatica o quasi) si è parlato di fare un’igiene mentale; potresti fare un esempio?

Intanto, per prima cosa, dovreste cercare di avere meno paura al vostro interno.
Quanti di voi vivono ore della giornata, a volte anche settimane, mesi, addirittura anni con la paura di avere una malattia!
Se sentite questa paura crescere dentro di voi, a quel punto il comportamento più logico e più naturale sarebbe quello di fare in modo da togliervi la vostra paura, mi sembra, no? E allora cosa bisogna fare?

Quando uno ha paura di una malattia la cosa migliore è fare tutti i passi per avere la conferma che questa malattia non esiste al proprio interno; questo è già un modo.
Il problema è che queste paure, che sorgono in molti di voi nel corso della vita, in realtà non sono altro invece che dei paraventi perché nascondono qualche cos’altro che l’individuo non riesce o non vuole arrivare a comprendere, e allora somatizza anche con la paura della malattia; e allora, miei cari, l’unica possibilità per attuare un’igiene mentale vera e propria è quella di continuare a scavare dentro se stessi e osservare passo dopo passo quali sono i perché che fanno nascere questi scontri con la realtà, che generano questi psicosomatismi che così spesso vi fanno soffrire.

Noi vi garantiamo – come abbiamo sempre fatto – che nel momento in cui comprendete la causa che nel vostro interno ha mosso un certo psicosomatismo, in quel momento lo psicosomatismo sparirà; questo succede sempre e succederà sempre perché è proprio un meccanismo naturale: lo psicosomatismo, il manifestarsi nel vostro corpo di un dolore, di una malattia, di uno stato di disagio è praticamente sempre l’indicazione che il vostro corpo vi offre che c’è qualche cosa d’interiore da comprendere.

Certamente – voi direte – poi ci sono delle malattie per cui, anche se possono avere un’origine, una genesi psicosomatica, alla fine non è che possono essere risolte semplicemente comprendendo la genesi psicosomatica perché ormai hanno fatto il loro danno all’interno del corpo fisico e quindi la malattia, a quel punto, è diventata, da psicosomatica che era, una malattia vera e propria.

Bene, questo certamente, senza ombra di dubbio è vero ed è regolato come voi sapete dalle leggi karmiche, per cui certe malattie alla fine diventano malattie vere e proprie proprio perché dovete subire una determinata esperienza; tuttavia il nostro consiglio è quello di cercare di prevenire sempre queste situazioni, comunque sia.

Se voi riuscite a essere costantemente attenti a voi stessi, alle vostre motivazioni, alle vostre intenzioni, ai vostri perché, senza nascondervi niente ed essendo sinceri con ciò che siete veramente, molte delle cose che poi potrebbero sfociare in una malattia possono venire non dico annullate ma, quanto meno, mitigate.

Questo è forse il modo migliore per fare igiene mentale. Invece voi tendete a ricoprirvi di pensieri negativi, ricoprirvi di paure, ricoprirvi di ansie; molte volte, anzi, quando non avete motivi per avere paure e ansie, o via dicendo, fate in modo proprio da procurarvele, perché altrimenti sareste costretti a osservare voi stessi e questo vi fa ancora più paura.

L’importante è rendervi conto di questo e arrivare a osservare voi stessi con attenzione; se lo farete, certamente magari non riuscirete a risolvere del tutto una malattia ma, quanto meno, riuscirete a viverla più serenamente, e questo vuol dire già molto. Se voi sapeste quante volte una malattia, anche di una certa gravità, cambia il suo decorso se vissuta serenamente o se vissuta in modo negativo, vi mettereste tutti subito di buzzo buono per cercare di modificare le cose per voi stessi.

D – Sì, però c’è il problema – almeno per me – che finisce per essere “una tecnica” per schivare la malattia dopo che si è manifestata. Cioè questa paura interna… questa ricerca è molto difficile farla con la paura; e quindi penso che – per me – verrebbe quasi scambiata con una tecnica, e quindi dico: “Non funziona, è solo una tecnica, non è vera, sto sbagliando”.

Ma in realtà, sotto un certo punto di vista, è una tecnica poi, alla fin fine; una tecnica non specialistica ma molto generale poiché riguarda l’osservazione di tutto se stesso nelle varie diramazioni. Stai attento, piuttosto, ché questo discorso, di dire: “E’ una tecnica, quindi con me non funziona” poi, alla fin fine, si rivela molte volte essere un meccanismo dell’Io, che ha trovato la scusa per non osservare se stesso “perché tanto è una tecnica, non funziona, e allora tanto vale non provarla”! Georgei


0 0 votes
Valutazione dell'articolo
Subscribe
Notificami
guest

4 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
Vedi tutti commenti
Luca

Tutto sta nel riuscire ad osservare se stessi.
So che è difficile
Ma bisogna provare

Natascia

Come si evidenzia negli ultimi passaggio, l’Io in agguato se la suona e se la canta.
Il lavoro del conosci te stesso è un togliere senza fine.

Stefano

Vi è una dottoressa , ora radiata, che da tanti anni ha elaborato come cura la terapia verbale, tramite metafore, paradossi , mette in evidenza la parte psicosomatica della persona e il paziente riconoscendosi nelle problematiche somatiche guarisce, e fa quello che dice Georgei . ad esempio se uno ha un bruciore in gola , gli dice “ sputa il rospo” o di dire parolacce , e la persona guarisce , perchè a volte nelle discussioni ci tratteniamo per la morale o l’educazione e non diciamo ciò che vorremmo dire veramente . dottoressa Gabriella Mereu molto discussa e attaccata dalle Iene perchè molti atteggiamenti sembravano da santona ma la terapia verbale provata e fatta provare funziona , prima che si manifesti la malattia in maniera forte . Grazie Georgei , pace a te

Anna

Insieme all’osservazione di se fondamentale è l’interpretazione che va messa in continua discussione.
Anche se non facile, gli effetti di questa analisi sono miracolosi.

4
0
Vuoi commentare?x