Il contenuto in sintesi
Il secondo di una serie di tre post sul tema dell’evoluzione. Baba spiega con la consueta chiarezza e semplicità uno dei pilastri dell’insegnamento filosofico.
Come abbiamo visto in precedenza, la materia dei vari piani si struttura in maniera diversa per formare i corpi che ogni individuo incarnato possiede, sempre diversi e sempre costruiti dal nuovo ogni volta che vi è la necessità di una nuova vita fisica.
Quindi, a ogni incarnazione, l’entità “indossa” un nuovo abito fisico, un nuovo abito astrale e un nuovo abito mentale diversi da quelli posseduti nelle vite precedenti, non soltanto come forma ma anche come struttura e composizione dei vari tipi di materia che li compongono. Questi tre corpi (che noi definiamo transitori) devono essere rinnovati ogni volta proprio in quanto esauriscono la loro necessità e la loro utilità nel periodo che serve all’individualità incarnata per fare esperienza sul piano fisico e per trarre da questa esperienza ciò di cui abbisogna, in quel momento, per crescere.
Quando l’individuo incarnato giunge alla fine della sua possibilità di esperienza sul piano fisico, ecco giungere per il suo corpo fisico il momento di venire abbandonato dall’individualità, mettendo in moto quelle reazioni fisiologiche che, genericamente, l’uomo chiama “morte”.
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Quando il corpo astrale avrà finito di esaminare le emozioni, i desideri e le passioni che avevano suscitato in lui le esperienze vissute sul piano fisico, ecco che anch’esso verrà abbandonato perché ormai inutile, andando anch’esso incontro alla disgregazione.
Quando il corpo mentale avrà terminato di ragionare sui perché di essere incarnato, anch’esso non avrà più scopo di esistere e si scioglierà nel mare della materia indifferenziata del piano mentale.
Questo non significa che nulla resterà all’individualità di ciò che ha vissuto nel corso del suo episodio incarnativo, tutt’altro: mai come da quel momento in poi ciò che ha sperimentato grazie ai tre corpi inferiori sarà importante, perché esso andrà a strutturare nuove porzioni del suo corpo akasico, fornendogli nuovi elementi di comprensione, talvolta definitivi, talvolta incompleti ma, proprio per questa incompletezza, stimolanti verso una nuova incarnazione alla ricerca della pienezza della comprensione.
Il corpo akasico, o corpo della coscienza, è, dunque, permanente in quanto è sempre lo stesso per tutto il tempo in cui l’individualità resta allacciata alla ruota incarnativa.
Con il concetto di “evoluzione della coscienza”, figli e fratelli, noi intendiamo l’intero processo che concorre, tramite l’impiego dei corpi transitori, a far comprendere a poco a poco al corpo akasico la sua appartenenza alla Realtà, la sua reale natura di parte indivisibile dal Tutto, il suo essere contemporaneamente unico e uno con tutte le altre individualità che procedono verso la riscoperta di se stesse.
Dall’osservazione di quanto abbiamo detto sin qui scaturisce evidente il perfetto meccanismo che costruisce la trama del vivere dell’individualità, e il fatto che molti dei perché che assillano l’uomo da sempre trovano in questa spiegazione della Realtà piena soddisfazione non come atto di fede, non come dogma imposto, ma come elaborazione logica nella quale tutto trova la sua perfetta collocazione, la sua evidente necessità, la sua inscindibile concatenazione.
Noi non vogliamo, infatti, che voi crediate a quanto vi veniamo a dire sulle ali di una nostra pretesa realtà di entità disincarnate di alta evoluzione; ben poca cosa risulterebbe essere alla fine, se così fosse, dal momento che basterebbe un qualsiasi vostro risentimento nei nostri confronti per farvi dubitare anche delle nostre parole! Ma se quanto vi diciamo vi appare logico, consequenziale, organico, strutturato, privo di contraddizioni nel tempo, la sua verità vivrà dentro di voi per sempre e qualunque si riveli, nel tempo, il vostro rapporto con noi.
Se, per qualche motivo a voi incomprensibile, da domani noi non venissimo più a manifestare la nostra presenza in queste riunioni, dopo un attimo di smarrimento più o meno lungo finiremmo col diventare per voi un ricordo che, come tutti i ricordi, si allontanerebbe da quella che è stata la realtà perché verrebbe rivestito dalle vostre proiezioni che vi porterebbero, magari, anche a dimenticarvi di noi o a rinnegarci.
Ma se avrete compreso il logico sviluppo dell’insegnamento, esso vi sarà penetrato in profondità in maniera tale che il vostro modo di affrontare la vita ne sarà modificato al di là del vostro stesso rendervene conto, continuando a esistere, intatto e operante, nel vostro intimo.
Quell’elaborazione logica nella quale tutto trova una perfetta collocazione viene continuamente consolidata dall’esperienza
Molto chiaro. E succede proprio così :l’insegnamento continua a lavorare nel nostro intimo.
Sì.