Voi sapete, fratelli miei, che esiste l’evoluzione spirituale, per lo meno guardando dal vostro punto di vista legato al concetto dello scorrere del tempo, ma quanti di voi hanno mai pensato che vi siano altre forme di evoluzione, oltre a quella dello spirito?
Non dico che non lo sappiate ma, forse, questa conoscenza è così comune e istintiva che – proprio per queste sue qualità – tende a passare inosservata o, per lo meno, ad essere osservata con scarsa attenzione.
Ad esempio la cosiddetta «evoluzione della forma».
Prendete un essere umano: che la forma di ogni individuo cambia grandemente nel corso della sua vita (senza dover andare a cercare l’ausilio di particolari cognizioni scientifiche che si possono sapere perché dette da altri ma, di solito, non verificabili personalmente) ad esempio che le cellule del corpo umano si rinnovano completamente dopo un certo numero di anni cosicché, a rigor di logica, è come se si fosse formato un corpo nuovo.
Fermiamoci a tre momenti del corpo di un uomo: l’infanzia, la maturità e la vecchiaia.
E’ evidente che la forma dell’individuo che stiamo osservando è cambiata nel tempo, si è evoluta in qualche direzione. Insomma: non è più la stessa.
Ma andiamo un poco oltre a quanto abbiamo appena detto ponendoci ancora una domanda: che necessità ha il corpo dell’essere umano di mutare nel tempo? Supponendo, come in buona parte è, che sia il cervello – ancorché mosso dallo «spirito» – ad attivare certe funzioni dell’individuo, non sarebbe stato più semplice creare un corpo già adatto, fin dall’inizio, ad esprimere ogni possibile funzionalità umana?Naturalmente, amici miei, mi sto servendo di un ragionamento assurdo per molti versi, ma l’importante è cercare di farvi capire ciò a cui voglio arrivare!
Ritornando al nostro discorso, il corpo dell’uomo deve necessariamente cambiare in continuazione, deve evolversi nel tempo con questo suo continuo cambiamento di forma per soddisfare alle molteplici possibilità di espressione dello spirito che in quel corpo sta facendo esperienza; deve, cioè, essere pronto a funzionare in modo adeguato alle necessità espressive dello spirito che lo anima perché non deve né può accadere che lo spirito usi un corpo che non gli permetta di esprimere al meglio possibile per lui le sue potenzialità evolutive. Andrea
Potete capire da soli, a questo punto, che quanto ha prospettato in modo limitativo Andrea può venire tranquillamente esteso in senso più generale, e comprensivo non di un singolo momento dell’evoluzione (cioè la «forma uomo») bensì a tutti gli elementi riguardanti l’evoluzione di ogni individuo.
Abbiamo accennato più volte al fatto che l’evoluzione, così come voi potete concepirla osservandola dal punto di vista della consequenzialità fisica, procede dalla forma minerale a quella vegetale a quella animale per arrivare, infine, a quella umana; fermiamoci a questa, per il momento, per non andare troppo oltre.
In termini semplicistici e certamente imprecisi, ma tali che possano da voi essere meglio compresi, vediamo un attimo di chiarire come avviene l’evoluzione.
Come ha sottolineato indirettamente l’amico Andrea non è lecito considerare il solo aspetto dell’evoluzione dello spirito per comprendere appieno l’evoluzione, ma la si deve inquadrare dal punto di vista parallelo dello spirito e della materia.
Ricorderete senza dubbio che abbiamo sottolineato più volte che spirito e materia non sono scissi, contrapposti ma costituiscono, invece, due aspetti diversi della stessa realtà. Bene, creature, è proprio esaminando l’evoluzione che ciò appare con maggiore evidenza come vero.
Immaginate – per avere un appoggio mentale figurato – una piccola scintilla appartenente al Tutto che stia per incominciare il suo cammino di distacco dal Tutto e di immersione, a più riprese, nella materia fisica per ritornare, infine, in seno a Colui che Tutto E’ senza, per il momento, ricordarvi che tutto questo «staccarsi», questo «immergersi nella materia» e questo «ritorno al Tutto» sono solo delle illusioni.
La nostra piccola scintilla (e chiamiamola Cenerentola per dare l’idea di quant’è piccola, umile, senza doti e senza pregi apparenti) precipita, dunque, attraverso i vari strati delle materie componenti i vari piani di esistenza, in modo molto simile a una valanga… nel senso che le succede la stessa cosa che capita a un masso che rotola dalla cima di un pendio innevato fino a valle: ad ogni strato di piano che attraversa Cenerentola si ricopre di una certa quantità di materia di quello strato, appesantendosi e via via ingrandendosi sempre più fino a ricoprirsi della materia dell’ultimo piano di esistenza, quella più pesante, più grossolana, ovvero la materia fisica.
La scivolata di Cenerentola è stata così veloce e inconsapevole che la nostra piccola e sprovveduta scintilla non solo non ha avuto il tempo di sistemare «a modino» la materia con cui rivestirsi in mezzo alle tante meravigliose materie attraversate, ma, addirittura, non ha neanche avuto l’idea o la tentazione di farlo, cosicché la materia con cui si è ricoperta si è disposta caoticamente sopra di lei, senza alcun ordine né alcuna armonia.
Povera Cenerentola!
A vederla potrebbe sembrare veramente uno straccetto sporco, e quasi viene da comprendere perché le altre sorelle (un po’ più evolute di lei e, quindi, un po’ più consapevoli, tanto che hanno avuto il tempo di aggiustarsi un po’ meglio la materia più esterna) la deridono… se non fosse che sotto le loro vesti a puntino non comparisse ogni tanto qualche porzione di pelle non proprio in condizioni irreprensibili, facendo capire che non sono poi tanto meglio in arnese di colei che danno mostra di guardare dall’alto in basso! Scifo
[…] Abbiamo cercato di definire il concetto di «evoluzione», abbiamo cercato di ampliare il discorso, facendo degli esempi, ed abbiamo anche cercato di arrivare a delle conclusioni.
Una di queste conclusioni è rappresentata dall’affermazione da noi fatta di recente e che è così riassumibile: l’evoluzione altro non è che l’ampliarsi della coscienza dell’individuo, l’evoluzione non è altro che il raggiungere un grado di sentire sempre migliore, sempre più perfetto.
Questo significa che ogni individuo ed ogni azione che l’individuo stesso compie, ogni cosa che appartiene all’individuo direttamente, oppure anche indirettamente, subisce inevitabilmente un’evoluzione.
Se tutto evolve significa che gli individui di qualsiasi specie, di qualsiasi razza evolvono. Se tutti gli individui di qualsiasi specie evolvono, significa che tutti gli individui appartenenti ai tre regni della natura evolvono, quindi evolvono gli individui del regno minerale, evolvono gli individui del regno vegetale ed evolvono, logicamente, gli individui del regno animale.
Gli individui non soltanto evolvono ma essi (intendendo col termine «individuo» quel «quid», quel qualcosa di inconoscibile, di non ben definito, per il momento, che tende ripetutamente a «incarnarsi» in varie forme fisiche), hanno la possibilità di esperire la propria evoluzione «incarnandosi» in vari veicoli fisici.
Quindi l’individuo che si incarna nel regno minerale, anche se il termine incarnazione è in questo caso inappropriato, comincia le sua evoluzione, come voi ben sapete e come ripetutamente abbiamo cercato di farvi comprendere nel corso degli scorsi incontri.
Ma la cosa più interessante e che vorremmo cercare di spiegarvi questa sera è il fatto che anche gli individui più semplici, quelli appartenenti al regno minerale che pure così, a prima vista, sembrano uguali tra di loro, sono in realtà diversi. Infatti due minerali, prendiamo per esempio due diamanti, apparentemente possono ad una prima percezione apparire addirittura identici, mentre in realtà identici non sono, perché sebbene la loro struttura, la loro composizione primitiva sia uguale, essi hanno delle caratteristiche leggermente diverse tra di loro.
Quindi ogni individuo è simile ad un altro, ma non è uguale. Questo poi, voi lo potete osservare meglio se vi rivolgete al mondo animale.
Prendete, per esempio, tutti gli uomini che voi incontrate, e vedrete che essi hanno delle caratteristiche somatiche veramente molto diverse, eppure tutti questi individui sono formati dalla stessa materia fisica. Ciononostante sono diversi: gli stessi gemelli monozigoti, che a maggior ragione dovrebbero essere identici, in realtà, identici non sono ma hanno qualcosa che li diversifica.
Se esiste quindi questa diversificazione, soprattutto a livello del regno minerale, significa che deve esistere una ragione ed un motivo ben preciso. Ebbene questo motivo c’è ed è strettamente legato e connesso all’evoluzione.
Infatti se due individui sono diversi, ciò significa che essi, ad uno stimolo identico, reagiranno in una maniera leggermente differente. Ora voi dovete pensare, dovete cercare di immaginare che, per quanto riguarda il mondo minerale, la crescita dell’individualità è data soprattutto dagli stimoli che provengono dall’ambiente esterno, in quanto essendo la prima forma di vita in assoluto, è logico ed evidente che non esista ancora, per quella individualità, una vita interiore; e quindi è conseguenza ancora logica il fatto che non esistano degli stimoli che provengano dall’interno delle individualità… questo, almeno, per quello che riguarda il piano astrale e il piano mentale.
Sicché gli stimoli esterni, a questo livello, sono importantissimi, poiché sono proprio questi stimoli che permetteranno alla materia fisica che li riceverà di trasportarli sulla materia astrale la quale, ancora informe come voi ben sapete, comincerà ad organizzarsi e ad assumere una particolare struttura.
Questo significa che il peregrinare da parte dell’individualità nel regno minerale è un peregrinare che occupa un periodo di tempo molto ma molto lungo.
Per aiutare questa individualità a procedere un pochino più speditamente nel suo cammino, interviene un fattore assai curioso ed assai interessante.
L’individualità che si incarna nel regno minerale ha la possibilità di fare le sue esperienze non soltanto attraverso un corpo fisico, ma ha – appunto allo scopo di procedere un pochino più speditamente nel suo cammino evolutivo – la possibilità di esperire attraverso diversi corpi. Infatti con gli stimoli che riceverà da questi corpi (ricordate, come abbiamo detto: simili tra di loro ma non eguali, quindi con reazioni diverse) avrà delle occasioni in più, delle motivazioni diverse e in più per riuscire a strutturare il proprio corpo astrale, in quanto lo scopo principale delle incarnazioni minerali è sempre e soltanto quello di riuscire a strutturare il proprio corpo superiore che è quello che è sul piano astrale appunto.
Ma esistono ulteriori complicazioni di altro tipo, in quanto non soltanto l’individualità ha la possibilità di esperire attraverso veicoli fisici diversi, ma ha anche la possibilità di avere una sorta di «fusione di sentire» in quanto attraverso le esperienze di altre individualità del suo livello essa potrà trarre le esperienze a lei necessarie per poter procedere nel proprio cammino evolutivo. Vito
Immagino che abbiate capito che l’individualità, quando incomincia ad incarnarsi, già a partire dalla forma di vita minerale si incarna non soltanto in un corpo fisico, così come voi potete immaginare in un cristallo, bensì in tutta un’altra serie di elementi facente parte di quel regno, del regno minerale per esempio, visto che è di questo esempio che si parlava; e questo è quello che costituisce la cosiddetta «anima gruppo», anima «collettiva», che da più parti certamente avrete sentito nominare, e la stessa cosa accade allorché l’individuo si incarna, poi, nel regno vegetale e, ancora, nel mondo animale.
Naturalmente, poiché in ognuno di questi tre mondi le possibilità di esperienze sono diverse sia qualitativamente che quantitativamente (anche se la possibilità di esperienze e di sensazioni è molto più veloce di quella di altri mondi, che so io, ad esempio nel mondo minerale vi sono meno sensazioni o le sensazioni sono meno immediate di quelle che può percepire un animale), allora vi è la necessità che quando ci si incarna nel regno minerale, questi corpi, queste frazioni di parti minerali occupate siano moltissime, invece nel regno vegetale, i vegetali «incarnati» saranno in numero minore; per quello che riguarda gli animali saranno ancora in numero minore, fin quando l’anima collettiva non esisterà più e l’individuo si incarnerà solamente in un unico essere umano.
Questo, fino a quando si arriva ad un certo punto dell’evoluzione; posso già dirvi, senza però addentrarmici, che così come nelle teorie esoteriche si dice «così in alto, così in basso» significando che vi è una ripetizione nei cicli degli avvenimenti, anche allorché si va avanti nel corso dell’evoluzione si ha un ripetersi ciclico di quello che era successo fino a quel punto, ovvero vi è, sotto un certo punto di vista, il ritorno all’anima collettiva, anche se, naturalmente, con diverse sfumature, diverse implicazioni, diversi perché, rispetto all’anima collettiva così come è presente nel regno minerale, vegetale ed animale. Boris
Voi sapete, perché ormai da tanto tempo ve ne abbiamo parlato, che tutto il Manifestato, tutto l’Esistente è costituito da vibrazioni.
Infatti, dalla materia fisica ai fenomeni che la animano e che la muovono, perfino alle sensazioni che gli esseri viventi ricevono, vi è sempre principalmente un’azione derivante da quella che noi definiamo «vibrazione», e che soltanto fino ad un certo punto è assimilabile al concetto di vibrazione presentato dalle vostre scienze fisiche. Andrea
E se allora, creature, tutto il Manifestato, tutto il Creato, tutto l’Esistente è costituito, mosso, poggia su un substrato di vibrazione, e se questo Manifestato, questo creato, questo Esistente, come diceva ancora prima l’amico Vito si può ritenere – guardando da una certa angolatura – che possegga un’evoluzione e che evolva, la conclusione logica che si può trarre da tutto questo è che alla base dell’evoluzione, ancora una volta, sta la vibrazione.
Certo qualcuno di voi potrebbe pensare che noi non facciamo altro che tirare in ballo il termine «vibrazione» per cercare di spiegare tutto ciò che è possibile spiegare; pensando nel contempo, magari, che in fondo è possibile che stiamo esagerando.
Ma vedrete poi che, in realtà, non è possibile comprendere veramente a fondo la meccanica dell’evoluzione senza tenere sempre presente che tutto ciò che l’individuo vive nel corso della sua evoluzione, dal minerale al superuomo, è vibrazione. Scifo
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Mentre leggevo si è fatta strada una domanda, magari banale. Nel mondo Cristiano la vita immanente, la necessità per le creature di Dio di camminare su questa terra, quindi il distacco da Lui, è la conseguenza di una disobbedienza chiamata peccato originale . Come dire, l’uomo deve riguadagnarsi il suo ritorno a Dio. Ma nel nostro paradigma perché la scintilla si stacca dal Fuoco? Perché la necessità di evolvere se eravamo in seno a Tutto ciò che È? Perché la necessità di questa illusione?
Altre volte si è parlato di Vibrazioni ho ascoltato rimanendone distaccata, ora ho letto questo post ma non riesco ad entrarci. Mi vengono alla mente le stesse domande che ha fatto Mariella.
x Mariella e Antonella
Non è facile rispondere in breve alle domande che avete fatto senza addentrarsi nell’intero insegnamento filosofico!
Personalmente il concetto di peccato originale non mi ha mai soddisfatto né convinto, come minimo per il pensiero “perché l’umanità intera deve pagare nei secoli per la presunta disobbedienza di Adamo ed Eva?”.
Considerando, invece, l’insegnamento delle Guide direi che prima di tutto bisognerebbe tener conto delle due prospettive diverse di osservazione: dal punto di vista dell’individuo incarnato la necessità può essere individuata dal suo bisogno di evolvere. Da quello dell’Assoluto, invece, credo sia necessario fare ricorso al concetto di illusione: in realtà nessuna scintilla si è mai veramente distaccata dall’Assoluto ma ne è sempre una parte che si ricopre di illusione quando entra in contatto con la materia più pesante: non c’è, quindi, un reale distacco, né un’evoluzione ma (e qui credo che sia il punto più difficile da inquadrare) Tutto E’, contemporaneamente… mi rendo conto che è difficile darsi una spiegazione che accontenti la razionalità dato che è qualcosa, invece, che va “sentito”.
Resta il fatto che noi incarnati siamo immersi nella materia ricerchiamo la nostra evoluzione per contribuire a quella legge dell’equilibrio che governa il Cosmo intero.
Resta la domanda: “Perché tutto questo?”. Personalmente mi è sempre piaciuto il concetto orientale del mondo come risultato di un sogno di Dio… anche se porta con sé l’ulteriore domanda “perché Dio ha sognato proprio questo?”. E a questa domanda penso che dalla nostra pochezza non è possibile dare una risposta. Bisognerà aspettare di arrivare ad essere, in maniera consapevole, quella parte di Dio che siamo da sempre.
Grazie alle Guide per la spiegazione, a Mariella ed Antonella per le domande e a Gian per la risposta. Mi vien da dire che nell’ottica dell’eterno presente tutto è, senza evoluzione; solo se guardiamo al divenire vediamo evoluzione, allora la scintilla ha ragion d’essere proprio per permettere l’evoluzione che ci “riporta” in seno all’Assoluto da cui mai ci siamo separati.