Insegnamento filosofico 29
Padre mio, nel corso della mia vita ci sono dei momenti in cui somiglio ad un cristallo ed il mio cammino sembra essersi fermato, bloccato su posizioni da cui faccio fatica a smuovermi, posizioni in cui nulla più mi sembra importante, in cui mi sento indifferente, distaccato; abbandonato senza avere neanche la capacità di soffrire, di gioire, di amare.
Vi sono poi momenti in cui la mia vita assomiglia a quella di una pianta ed io cerco allora le sensazioni più diverse, lascio che siano le sensazioni ad arrivare sino a me senza far nulla in fondo più che muovermi, girarmi, affinché possano toccarmi più facilmente e restando tutto sommato passivo nei confronti di ciò che la vita o l’esistenza mi mandano incontro.
Vi sono poi molti momenti in cui la mia vita sembra quella di un animale e allora lascio che i miei passi, le mie azioni e i miei pensieri siano mossi quasi ciecamente dall’istinto, dagli impulsi fisici, dalla ricerca del piacere, dell’appagamento, della soddisfazione, andando spesso a schiantarmi a testa bassa contro gli ostacoli senza fermarmi un attimo ad alzare gli occhi per cercare di comprendere se, dove, come e quando ho commesso l’errore che mi ha posto l’ostacolo davanti.
Vi sono poi dei momenti in cui la mia vita è quella di un essere umano che vive in una società di cui si sente parte, che si interessa agli altri, che ama, che vive, che gioisce, che soffre, che si accompagna, che si sposa, che diventa genitore; che lavora, che si demoralizza, che si rallegra, che spera, che si dispera… che vive.
Vi sono poi, Padre mio, dei rarissimi momenti in cui mi sento Te, ed è grazie a quei momenti, Padre mio, che la vita mi sembra degna di essere vissuta, è grazie a quei momenti, Padre mio, che comprendo come tutto ciò che sto vivendo va oltre la mia capacità di comprensione, va al di là di quanto io, per il momento, riesca ad immaginare, anche se, per qualche breve attimo di intuizione, la Tua Realtà, diventa anche la mia realtà.
Padre mio, spero che presto non esistano più due realtà per me.
Figlio mio, nel corso del tuo cammino evolutivo sei stato un cristallo, un minerale, ma ciò aveva una logica ben precisa e non è avvenuto soltanto per soddisfare un mio capriccio.
In quella forma, figlio, hai incominciato ad essere sensibile agli stimoli, avvertendo, anche se per te, ora, in modo quasi incomprensibile, che l’avvicendarsi delle stagioni, del sole e della luna, del vento e della pioggia, esisteva ed influiva sull’ambiente di cui tu, inconsapevole, facevi parte.
Quando questa comprensione si è strutturata al tuo interno, ha fatto sì, creatura, che tu abbandonassi la forma minerale, e riprendessi il tuo ciclo evolutivo come elemento vegetale. Ed anche ciò non è stato senza scopo.
Io volevo che tu acuissi la tua sensibilità, che comprendessi il movimento, che cominciassi a sentire in te il desiderio che spinge all’azione, fosse anche quella così semplice di essere inondato di luce.
Ti ho posto poi, a vivere nel regno animale affinché tu potessi affinare al meglio le nuove percezioni che avevi sperimentato, ben sapendo che in questa nuova forma avresti lentamente incominciato a separare te stesso da ciò che ti circondava, creando i presupposti per far nascere l’illusione della separatività, l’illusione dell’Io contrapposta al non-Io.
Come un padre attento al bene dei suoi figli ti ho fatto vivere quindi in forma umana, affinché tu potessi comprendere attraverso la gioia ed il dolore l’illusione che stavi vivendo, e riuscissi a superare le separatività ed il tuo egoismo.
Ti ho preparato poi una nuova forma, quella del superuomo, non tanto dissimile fisicamente da quella che già conosci, ma in verità molto diversa interiormente, in modo tale che tu avvertissi la mia presenza in te stesso ed in ogni creatura che io ho posto al tuo fianco lungo il tuo cammino, e fossi, infine, pronto a riunirti a me, chiudendo il circolo della tua evoluzione.
Figlio mio, viandante affaticato, sono qui ad aspettarti, non in cielo, non in terra, smetti di chiamarmi e resta in silenzio ad ascoltare, io non ti ho mai abbandonato, tu non mi hai mai abbandonato, io sono in te e tu sei in me, per sempre, figlio mio. Scifo
Letture per l’interiore: ogni giorno, una lettura spirituale breve del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze 77, su Whatsapp.
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Questa lettura ci ricorda come tutto e` necessario al raggiungimento dell’unita’: saperlo ci consente di accogliere quel che accade nella consapevolezza che ogni giorno il cammino procede verso quella condizione in cui piu nulla ci abbisogna.
Con questo spirito mi predispongo e accolgo il giorno che viene.
Parole non solo didattiche ma intrise di tenero amore paterno. Grazie!
Le parole di Scifo, giungono puntuali, in un momento in cui il senso di un’unità è meno percepito e fatico a staccarmi dalle incombenze quotidiane. Grazie per
averci favorito l’accessibilità all’insegnamento delle guide i cui insegnamenti sono un nutrimento continuo.
In questo periodo mi sembra di essere tornata minerale.
Parole che fanno sorgere gratitudine.
Abbiamo attraversato diverse fasi prima di incarnarci come esseri umani e di queste fasi conserviamo evidentemente non solo le comprensioni acquisite ma anche certi atteggiamenti che ne costituiscono una sorta di retaggio.
Siamo in un certo senso quello che siamo stati ma sono già presenti elementi di quello che saremo.
È tutto molto logico.
Grazie
Essere consapevoli del passato che non è passato e del futuro che non è futuro perché non esiste tempo… tutta la vita dentro di sé. L’uomo cosmico avverte in sé la vita del minerale, del vegetale, dell’animale, e delle forze spirituali che provengono dai piani più vicini all’assoluto. Certo per me al momento sono poco più che proiezioni mentali, ma i primi segni di questa consapevolezza affiorano ogni tanto e sento profondamente di non essere solo quello che percepisco di me. E’ il senso dell’infinito che ci connette al tutto, oltre lo spazio e il tempo, anche quando la consapevolezza dell’Essere è annebbiata dall’illusione del divenire.
Si, anche io mi sento proprio un bel cristallo ben incastonato nella crosta terrestre e sottoposto a pressioni e calore incredibile – Forse ho esagerato, ma poco ci manca… . Grazie Scifo per ricordarmi che tutto serve per divenire “superuomo” ed evolvere.
Sandra.
Considerando il fatto che il linguaggio non è altro che una serie di terminologie simboliche, ancorché appannaggio da una porzione più o meno ampia di individui, è evidente che per qualsiasi testo (e non solo, ovviamente, dal momento che, come dicono le Guide, tutto è riconducibile al concetto di simbolo) sia possibile eseguire una lettura simbolica, solitamente condizionata dal retroterra culturale simbolico che appartiene a chi sta interpretando.
Il simbolismo dei testi sacri usava simboli strettamente influenzati dall’espressività dei popoli di quelle epoche (basta pensare al politeismo e all’attribuzione di ogni fenomenologia della natura a dei, semidei o quant’altro) in cui, oltretutto, la cultura era appannaggio di pochi e, quindi, per poter trasmettere concetti di una certa profondità era necessario ricorrere a simbolismi semplici e facilmente interpretabili (penso, ad esempio, alle parabole del Cristo).
Nei secoli l’umanità è passata da un pensiero “magico” a un pensiero più razionale (o, se vogliamo, “scientifico”) e, di conseguenza, anche l’interpretazione simbolica si è andata modificando adeguandosi alle più moderne logiche di pensiero.
Non credo che il simbolismo sia più tipico delle genti antiche che di quelle moderne, semplicemente è cambiata la prospettiva in cui interpretare i simboli, riflettendo le esigenze evolutive certamente diverse da quelle dell’uomo “antico”.
In quest’ottica credo che l’interpretazione “modernizzata” dei testi sacri sia un conseguenza inevitabile, dal momento che col crescere dell’evoluzione vi è anche un ampliamento della comprensione della Verità, in parallelo con le mutate condizioni evolutive, e la diversa interpretazione simbolica porta a ottenere un affinamento dei concetti tramandati dagli antichi.
Quello che mi sembra di capire è che, in fondo, disputare, come si tende a fare, se è vero quanto viene raccontato in un testo sacro non ha molta importanza, mentre, secondo me, è molto più importante riuscire a scorgere l’evoluzione del pensiero etico/morale dell’uomo nel passare dei secoli e delle esperienze che l’intera razza umana ha via via affrontato lungo il suo percorso evolutivo.