Lasciamo, quindi, da parte le cristallizzazioni che, come abbiamo visto, sono come frutti che possono essere mangiati soltanto quando sono veramente maturi e preoccupiamoci dei soli somatismi sui quali il nostro Io permette una certa consapevolezza e, quindi, permette di trovare gli elementi per intervenire e cercare di scioglierli.
Può essere utile, a questo punto, fare una considerazione: nell’esame del circolo akasico/fisico possiamo distinguere, nella totalità del suo percorso, tre fasi che è bene chiarire per meglio comprendere come e quando è possibile agire sul somatismo.
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La prima fase è quella che porta la vibrazione dall’akasico al piano fisico. È in questa fase, come abbiamo visto, che avvengono gli errori di decodifica, portando alla costituzione di dissonanze vibratorie in uno dei corpi inferiori (nucleo principale del somatismo) con ripercussioni, ovviamente, anche sugli altri due corpi.
Mi sembra evidente che su questa fase non sia possibile intervenire: il connubio tra richiesta akasica e la sua decodifica nel trasmettere le informazioni di tale richiesta da corpo a corpo avviene naturalmente e in diretta conseguenza della quantità di comprensione che ha l’individuo.
La seconda fase è quella che porta al manifestarsi degli errori di decodifica all’interno dell’esistenza dell’individuo sotto forma di problemi fisici, emotivi e razionali, con il conseguente loro manifestarsi in comportamenti sbagliati. È proprio in questa fase che l’individuo ha la possibilità di intervenire. Come?
Usando la dotazione caratteriale che possiede, cioè adoperando le sue qualità di base per individuare e raccogliere elementi, considerazioni, emozioni e reazioni che gli indichino – attraverso l’osservazione del proprio comportamento e della propria reattività alle situazioni che via via affronta – il percorso seguito dal somatismo nella sua manifestazione.
La terza fase è quella che porta la vibrazione a ritornare verso il corpo akasico. In essa la vibrazione di ritorno porta con sé i nuovi elementi che l’esperienza gli ha fornito e questi nuovi elementi subiranno, ovviamente, una contro-decodifica nel comunicare le informazioni raccolte prima al corpo astrale, e poi al corpo mentale e a quello akasico fino a ricominciare un nuovo ciclo vibratorio che riprenderà il suo percorso di trasmissione delle informazioni dall’akasico al fisico.
La decodifica di ritorno ha un’evidente importanza: infatti i nuovi dati raggiunti portano a una decodifica dell’informazione da corpo a corpo più accurata e precisa rispetto alla decodifica che era stata possibile nella fase di discesa verso il piano fisico, raggiungendo e modificando il nucleo del somatismo e, di conseguenza, anche le vibrazioni accessorie che da questo si dipartono negli altri corpi inferiori.
Possiamo considerare questa terza fase come il momento durante il quale la “cura dell’esperienza” incomincia a fare i suoi effetti innescando il processo che porterà, più o meno velocemente, allo scioglimento del somatismo.
È possibile intervenire durante questa terza fase? In realtà questa risulta essere una domanda senza senso: la ragion d’essere di questa terza fase è proprio quella di rendere operanti e attivi i cambiamenti che quanto è stato fatto nella seconda fase hanno innescato. L’intervento, quindi, è connaturato, intrinseco e spontaneo in tutta la fase di risalita della vibrazione verso il corpo akasico.
Da quanto esposto fin qui risulta evidente che la fase su cui dobbiamo fermare la nostra attenzione nell’ottica di cercare di individuare, attenuare e risolvere i propri somatismi è la seconda. E questo, con tutta evidenza, in accordo con un concetto su cui ci eravamo spesso soffermati in passato, ovvero che l’esistenza sul piano fisico è imprescindibile per ottenere comprensione e, di conseguenza, evoluzione.
Cercare di risolvere i suoi somatismi, e l’esame del simbolo, con le sue molteplici caratteristiche, è lo strumento principale per poter cercare di trovare il filo conduttore che porta dalla manifestazione del somatismo al riconoscimento dell’incomprensione che sta alla sua base. Scifo
Grazie
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