Come avrete notato nel mio parlare ho cercato di essere poco sarcastico sulla facilità con cui molti supposti sensitivi affermano di poter osservare l’aura delle altre persone, arrivando persino a fare corsi (a pagamento, naturalmente) per insegnare ad altre persone a vedere a loro volta i meravigliosi arcobaleni dell’aura. Qua dovrei addentrarmi in quel territorio infido e poco affidabile che fa parte del sottobosco del paranormale, ma non lo farò: ormai, dopo tutti questi anni di insegnamento e di ragionamenti il più possibile logici dovreste avere tutti gli elementi per essere capaci, col solo ausilio delle vostre conoscenze e l’uso corretto dei vostri cervellini, a separare, come si suol dire, il grano dal loglio. Se, invece, come persone dabbene (da cui deriva la parola dabbenaggine) vi gratifica di più credere a tutto ciò che vi viene detto, basta che solleciti e appaghi il desiderio di primeggiare del vostro Io, significa che avete ancora diverse sfumature da comprendere e che, in questa vita o in quelle successive, dovrete affrontare l’arduo compito di smantellare le vostre illusioni.
Spero che non me ne vogliano, per queste mie parole, le persone (poche, in verità) che davvero riescono a percepire i meravigliosi colori che accompagnano le vibrazioni di tutte le materie che formano il Cosmo. So che la loro capacità, anche se magari solo temporanea nel corso di un’unica esistenza, si rivela quasi sempre essere più che un dono una difficoltà aggiuntiva alla conduzione delle loro esistenze, anche perché è difficile (come dicevamo ultimamente) comunicare a chi è cieco dalla nascita cosa sia il blu, il rosso, il giallo e via dicendo.
A loro va il mio affetto e la mia comprensione ricordando che, comunque, se hanno tali capacità non è per farne sfoggio e pavoneggiarsi, ma per imparare, con umiltà, a renderle utili nel loro rapportarsi con le persone che vengono a contatto con loro. Scifo
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