Com’è che si può fuggire dai desideri quando vi è un corpo fisico che ha dei bisogni?
Com’è possibile abbandonare il desiderio quando vi è un corpo astrale che vibra e che osserva intorno, nel mondo, tante altre creature che hanno bisogno e che soffrono e che, quindi, fanno nascere in consonanza con il corpo akasico dell’individuo il desiderio che esse non soffrano più?
Com’è possibile abbandonare il desiderio quando la mente, che osserva ciò che si sta vivendo personalmente, continua a sussurrare che vi deve essere per forza di cose la maniera per vivere in un modo migliore, più giusto, più vero, più reale?
Non è possibile. L’abbandono del desiderio vi può essere soltanto allorché tutto ciò che poteva essere compreso, senza lasciare nulla indietro, è stato ormai compreso.
Allora non si desidererà più; o, meglio ancora, vi sarà un altro tipo di desiderio: quello che spingerà l’individuo che ha compreso a mettere in atto la sua comprensione in maniera diversa – non attraverso l’incarnazione sul piano fisico – per aiutare le altre creature che ancora non hanno raggiunto la stessa comprensione.
Certamente non è possibile con la forza di volontà non desiderare; soltanto il fatto di «non voler desiderare» in realtà è un desiderio!
Non è possibile in nessun modo abbandonare il desiderio se non sono stati abbandonati quegli impulsi che ancora chiedono della comprensione.
Se qualcuno di voi, ad esempio, non desiderasse alcunché non sarebbe vivo, non parteciperebbe alla storia della Realtà, non interagirebbe con essa e sarebbe alla stregua di un dipinto fatto su un muro su cui viene data una mano di vernice che lo copre e lo rende inutile per tutti. Moti
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E quando arriverà la liberazione?
Quand’è che finalmente l’uomo sarà libero dal desiderio, dalle emozioni?
E poi ancora io mi chiedo assieme a voi: «Ma è mai possibile che l’uomo possa essere al di fuori dal desiderio e dalle emozioni?»
Finché voi sarete incarnati sul piano fisico, inevitabilmente possederete anche un piccolo barlume di Io, e finché possederete questo piccolo barlume di Io, egli desidererà e il suo desiderio arrivando alla realtà fisica provocherà delle emozioni, quindi la liberazione da desiderio ed emozione potrà arrivare soltanto nel momento in cui ognuno di voi non possederà più un Io. E questo momento sarà – e non può essere altrimenti che così – quello in cui abbandonerete la ruota delle nascite e delle morti.
Che potete fare, allora, per vivere meglio le vostre vite, se desiderio ed emozioni sono inevitabilmente compagni fedeli della vostra esistenza?
Se non potete liberarvi di esse, vivete con esse, assaporatele – come è stato detto in passato – guardatele mentre nascono dentro di voi e si manifestano al vostro esterno, cercate di non farvi travolgere da esse, ma usatele al fine di arrivare a comprendere ciò che può limitare in voi la sofferenza.
Pensate che se davvero riusciste a essere attenti alle vostre emozioni, sarebbe più facile per voi non soltanto soffrire – cosa nella quale siete tutti così propensi a gettarvi a capofitto – ma anche a vivere le vostre gioie che sono, alla fine della vostra vita, in pareggio con le vostre sofferenze.
Imparate a gioire così come volete a tutti i costi imparare a non soffrire. Ananda
Impariamo dai desideri
Occorre vivere i propri bisogni fino in fondo, accogliendoli per quello che sono, senza tentare di trasfigurarli né reprimerli. Solo attraversandoli può nascerne il distacco. Può capitare di credere di aver “superato” un bisogno, in verità si sta solo sopprimendolo per essere fedeli a un’immagine di sé che si è costruita.
Per questo è essenziale l’esercizio del dubbio.
Riconoscere ciò che sorge, così come può essere un desiderio e, superarlo.
A volte è immediato, a volte può richiedere molto tempo.
Non esistono scorciatoie.
Fondamentale, come dice Leo, è coltivare il dubbio, non lasciare spazio all’Io/identità, che cerca conferme e che così facendo, condanna all’immobilismo.
Interessante, grazie.
Credo davvero che, nelle vita dobbiamo guardare anche alle tante piccole e grandi fiori, e non focalizzarci solo sui momenti di sofferenza.
Credo anche che, coll’aumentare delle comprensioni si riducono anche i desideri, pur non scomparendo.