Il nostro Carlo ha un dilemma, perché si chiede: “Io ho dato una testata in un ovulo, ho fatto il pasticciaccio e ora mi chiedo: ‘L’ho fatto perché lo volevo, mi hanno condizionato a farlo, o è stato un caso?’”.
Praticamente direi che, più che un dilemma, era un trilemma! Escludiamo, miei cari, subito che si possa trattare di un caso. Vediamo un attimo, secondo voi, delle altre due possibilità qual è la più possibile.
D – E’ stato condizionato dalle vibrazioni.
D – Lo voleva.
D – Possono essere tutte e due.
Beh, direi che “lo voleva” – secondo me – sarebbe dare una coscienza allo spermatozoo e, in quanto a quello, anche all’ovulo (così come avete fatto anche voi nel corso della discussione allorché confondendovi, immagino, avete asserito che l’ovulo, grazie a questa vibrazione, si mette in contatto con “Carlo” e gli dice quand’è il momento di “farsi sotto”).
Ma l’ovulo non fa niente di tutto questo: l’ovulo non ha nessuna intenzione di far niente, lui fa la sua vita da ovulo, tranquillo, sa che una volta al mese deve farsi una passeggiata prende e va, arriva a quel punto e dice: “Vediamo cosa succede”; non sa neppure che cosa succederà.
In realtà, chi fa tutto è quel campo vibratorio che gli viene messo attorno, e questo – devo darvene atto – lo avevate capito, anche se poi lo avete interpretato come fatto muovere dall’ovulo che, in realtà, non muove assolutamente niente.
Questo campo vibratorio, allorché viene a formarsi intorno all’ovulo, è composto da un certo tipo di vibrazioni che, come voi sapete, si muovono, non stanno ferme, se no non sarebbero vibrazioni; ma non è che si muovano restando lì intorno all’ovulo, si muovono attraverso la materia che costituisce queste vibrazioni e, quindi, si propagano all’intorno e, nel propagarsi all’intorno, arrivano all’esercito di spermatozoi ed ecco quindi il segnale per il “Carlo” che è giunto il suo momento. Allora il “Carlo” si irrobustirà un po’, cercherà di farsi strada a spallate in mezzo agli altri, dirà: “Ci devo essere anch’io” e parte, senza bisogno di disturbare i chakra come avete cercato di fare nel corso della discussione.
D – Questo al di là della distanza tra i due individui?
Una cosa non avete chiesto, che sarebbe stata interessante e, forse, importante per comprendere questo discorso: quando vi è questa vibrazione? Quando viene messa in atto? Ma questa vibrazione non viene messa in atto secoli e secoli prima, viene messa in atto poco prima che il fattaccio avvenga, quindi in linea di massima, quando le due persone, i due “portatori sani” diciamo così… speriamo, almeno, per il nascituro!, sono abbastanza vicini da poter avvertire l’influenza di queste vibrazioni.
D – Avviene fisicamente la trasmissione, attraverso il piano fisico?
E’ una vibrazione che coinvolge più di un piano. D’altra parte sai benissimo, mio caro, che una vibrazione significa movimento di materia e, se la vibrazione muove la materia fisica, assieme alla materia fisica muove necessariamente anche l’astrale, la mentale e l’akasica.
D – “Carlo” ha il suo alone vibratorio anche?
Eh, rivendichiamo il diritto del maschio così!
D – No, volevo capire se era un incontro di vibrazioni perché…
Ma “Carlo” ha la sua vibrazione, che come abbiamo detto è in sintonia, funziona attrattivamente nei confronti dell’ovulo, così come quella dell’ovulo funziona attrattivamente nei suoi confronti.
D – Per cui è proprio “Carlo”… era un po’ la differenza che avevamo fatto prima.
Sì, certo, non ci sono più “Carli”, non c’è un battaglione di Carli, c’è un “Carlo” solo e questo “Carlo” è condizionato dalla vibrazione. Questa vibrazione lo irretisce, non soltanto, ma mentre lo irretisce non si limita soltanto ad irretire lui ma induce anche i mutamenti all’interno dell’ovulo perché, se non ci fossero quei mutamenti, l’ovulo non lascerebbe passare “Carlo”.
D – Per cui parte tutto dall’akasico della nuova individualità?
Certamente.
D – Cioè non è come la seconda ipotesi che si faceva, che l’akasico permea l’ovulo e l’ovulo “fa un fischio a Carlo?”
No, assolutamente. L’akasico si mette in contatto con l’ovulo attraverso questa vibrazione e poi, in qualche modo, secondo leggi (in realtà fisiologiche, alla fin fine), mette in atto, fa sì che il processo avvenga secondo le normali leggi che stanno dietro a questo tipo di processi.
D – Comunque è l’ovulo che chiama “Carlo”.
Eh no!
D – Non capisco la differenza, allora.
L’ovulo sta lì e aspetta. E’ la vibrazione.
D – Sì, la vibrazione dell’ovulo.
Non dell’ovulo: la vibrazione “intorno” all’ovulo, perché non appartiene all’ovulo; tanto è vero che nel momento in cui avviene la fecondazione la vibrazione cosa fa? Ve lo siete mai chiesti? Sparisce o resta?
D – Sparirà.
D – Eh no, c’è sempre la vibrazione.
Cosa succede? Vedete quante cose interessanti vi sono da dire se uno ci pensa un attimo! Abbiamo detto che l’ovulo ha la sua vibrazione da ovulo, questo avevamo detto la volta scorsa, altrimenti non sarebbe neppure un ovulo.
Lo spermatozoo porta con sé la sua vibrazione e, allorché lo spermatozoo si unisce all’ovulo, le due vibrazioni si compenetrano ed ecco che nasce la vibrazione tipica di quell’individuo che nascerà sul piano fisico.
La vibrazione che era esterna all’ovulo è lo schermo che fa sì che gli altri spermatozoi non disturbino e fa sì, intanto, da indurre le altre modificazioni che devono avvenire nel corpo che accoglie la nuova vita per preparare l’ambiente affinché essa nasca, quindi prepara la corazza all’ovulo per non essere disturbato dagli altri spermatozoi, e prepara l’ambiente di nascita affinché la vita si possa sviluppare; dopodiché si esaurisce. Potreste farci un cartone animato!
D – Scusa, Scifo, io dicevo allora che quell’alone di vibrazioni è provocato dal sentire individuale. Sbagliavo nel dire questo? Parlare dell’akasico della nuova individualità è il sentire dell’individualità.
Giusto. Ma non era lì che dicevo che sbagliavi, comunque.
D – Nel fatto di distinguere soggetto e… cioè corpo e materia?
Nel fatto che tu dicevi che il piano akasico è costituito tutto da sentire, è soltanto materia di sentire e quindi non vi può essere materia non organizzata.
D – Sì. Organizzata più o meno, ecco.
Beh, più o meno sembra un po’ un colpo al cerchio e un colpo alla botte! O esiste o non esiste, non può essere più o meno organizzata. O è organizzata o non è organizzata.
D – Tutta è organizzata però c’è sentire e sentire. Questo dicevo. C’è un sentire più ampio e un sentire meno ampio, però è sempre sentire, alla base, insomma. Questo intendevo io.
Che la materia del piano akasico possa essere interpretata come particelle di sentire su questo posso convenirne con te; che queste particelle di sentire siano organizzate e costituiscano qualche cosa, questo sono meno d’accordo con te.
Tu quando parli di sentire, nel senso in cui ne parlavi oggi pomeriggio, intendi un sentire del livello più sottile, del livello più alto del corpo akasico, ma allorché scendi nella parte più densa della materia allora lì trovi sentire organizzato e sentire disorganizzato, altrimenti andrebbe a carte quarantotto tutto il discorso dello scoprire il proprio corpo akasico, del riconoscerlo.
D – Io a questo attribuivo il valore dell’evoluzione del sentire.
Certo, ma proprio per il fatto che vi è un’evoluzione significa che vi è un sentire non organizzato che si trasforma in organizzato altrimenti non vi sarebbe evoluzione del sentire, sarebbe soltanto sentire organizzato e basta.
D – Ho capito. Allora è tutta questione di sistemare le parti, insomma.
Certo, ma niente di grave. C’è chi si confonde ancora di più. Non faccio nomi perché son buono!
D – Scifo, posso chiedere una cosa? Volevo chiederti, per ritornare al discorso dell’ovulo e dello spermatozoo, per “vibrazione mandata dal corpo akasico del nuovo individuo” potremmo intendere una luce (in fondo, anche la luce o il colore sono vibrazioni), immaginavo un raggio rosso, questo corpo akasico nuovo che manda giù un raggio rosso attorno all’ovulo, però questa decisione che sia rosso è in funzione del fatto che lo spermatozoo “è” rosso. Cioè, in fondo, il tipo di vibrazione è fatto perché già esiste quello spermatozoo con quella vibrazione?
Si, certo.
D – Altrimenti, se dovesse essere uno spermatozoo giallo manderebbe giù un raggio giallo.
Certo, ma tu dirai: “Ma come fa allora il corpo akasico, che supponiamo sia alla prima incarnazione umana, a sapere che tipo di raggio deve mandare?”. Siccome è alla prima incarnazione vuol dire che non ha ancora materia organizzata, non ha ancora una coscienza vera e propria, e allora come fa a sapere?
E’ una cosa automatica, è una legge, è una cosa meccanica?
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D – Sì, io non mi ero addirittura spinta alla prima incarnazione, ma pensavo proprio, dato che dicevamo che il primo contatto questa nuova individualità ce l’ha con la madre, ma “ha guardato” prima il padre però, ha guardato il suo spermatozoo prestabilito.
Facciamo l’esempio più semplice, quello appunto della prima incarnazione; più semplice di così, meno fattori di così non possono esserci perché è la prima incarnazione. Come è possibile, pensateci un attimo, chi è che…
D – E’ rimasto al sentire acquisito sul piano animale e sul piano vegetale.
Eh no! Perché sul piano vegetale e animale non acquisisce sentire!
D – Un minimo di sentire, che gli fa sentire il desiderio di passare a quello umano…
Ma come fa a sapere qual è l’ovulo giusto, lo spermatozoo giusto e il momento giusto?
D – E’ l’impronta data dal…
Ma l’impronta può dare al limite l’idea sul tipo di corpo che potrebbe avere, però come fa ad essere in accordo con il Disegno?
D – C’è la scintilla, l’impulso della scintilla.
Ma certamente, miei cari. Diciamo che non può venire da altri che da qualcuno o qualcosa, un quid che appartiene all’Eterno Presente, che sa già qual è il Disegno e che, quindi, indirizza la nuova individualità verso quel tipo di esperienza, perché sa che ella dovrà fare quel tipo di esperienza, e questo quid cosa può essere?
Non può essere altro che l’insieme di tutti i corpi akasici (nel sottopiano meno denso del piano akasico) ormai coscienti e consapevoli, che indirizzano verso le esperienze le individualità meno consapevoli.
E come avviene questo indirizzamento?
Avviene attraverso quei pochi collegamenti di cui parlavamo all’inizio, quei pochi fili di tappeto che collegano tutti i corpi akasici, prescindendo dal sentire acquisito.
D – Io ho sempre pensato al corpo akasico che, dopo tante esperienze, andasse a cercare dei collegamenti, mentre adesso mi si rivolta il quadro: sono i vari collegamenti che vanno a formare poi l’unità del corpo akasico. Non so se sono riuscito a spiegarmi.
Diciamo che è bidirezionale il discorso. Senza uno dei due termini il collegamento senza dubbio non si formerebbe.
D – E il corpo akasico ha delle censure, analogamente al corpo fisico, al corpo astrale, al corpo mentale?
No, il corpo akasico non ha censure, così come non ha paure, e se non ha paure non può avere neanche censure.
D – Scusa Scifo, tutto questo discorso, parlando dell’ovulo e dello spermatozoo, vale anche per gli animali? Perché anche lì ci sono degli ovuli e degli spermatozoi che si incontrano.
Senza dubbio, e lì ritorniamo al discorso che facevamo prima, delle leggi di natura, ovvero la riproduzione tra gli esseri “inferiori” (tra virgolette perché è assurda una scala di valori tra inferiori e superiori tra gli esseri) avviene attraverso a queste leggi che si esplicano grazie a quelle forze, a quelle forme a cui abbiamo accennato prima, di cui non voglio parlare questa sera; è inutile che insistiate!
D – Te ne debbo chiedere ancora una, scusa. Se il corpo akasico non ha delle censure, in fondo c’è solo l’organizzazione della materia akasica rispetto alla non-organizzazione, cosa accade? C’è la compenetrazione al massimo del sentire dei corpi akasici oppure si avvicinano e basta l’uno all’altro?
Io cercavo di protrarre nel tempo questo momento! Possiamo accennarlo brevemente e molto semplicisticamente: c’è una fusione, una compenetrazione, un’unione e una formazione… ma d’altra parte ne ho già accennato anche prima, parlando di un corpo akasico generale che diventa il corpo akasico direttivo delle individualità che stanno ancora cercando di portare avanti la loro evoluzione. E’ un po’ un tutore, diciamo così.
D – Ho capito. Grazie.
D – Che bello!
Penso l’insegnamento, non Scifo! Avete altre domande, visto che siamo qua?
D – Scifo, scusa; il corpo akasico unico sarebbe identificabile nella coscienza cosmica?
Direi di sì, tanto ho capito che, per avere un attimo di pace, devo rispondere. Pazienza! Vuol dire che se vi troverete in difficoltà poi avrò la possibilità di dire: “Ve l’ho detto!”.
[…] Questo non l’ho detto per innescare la vostra curiosità, ma per farvi rendere conto che quando si vuol fare il passo più lungo della gamba si finisce per non capire più niente né del passo fatto prima né del passo fatto dopo, quindi fermatevi al piano akasico e dimenticatevi quello che c’è dopo. Se ci sarà l’occasione, il momento giusto o la necessità, lo affronteremo quando sarà il momento.
D – Posso chiedere una cosa? Torno molto più in giù: nel nostro piano c’è la materia nostra fisica, astrale, mentale e akasica e hai detto che sono tutte compenetrate praticamente l’una nell’altra, e hai detto che la saliva, ad esempio, o l’ovulo o l’emissione di altri liquidi nostri organici è tutto costituito anche da akasico non strutturato, dalle materie non strutturate, ma la nostra parte strutturata dov’è?
La nostra parte strutturata è tutta quella che un po’ alla volta, a mano a mano che i corpi inferiori si accrescevano per il crescere dell’individuo nei vari piani di esistenza, è caduta sotto l’influenza delle vibrazioni akasiche, del corpo akasico di quell’individuo, è stata attratta da queste vibrazioni, si è unita a queste vibrazioni, è governata, manipolata, mossa da queste vibrazioni.
Questo non significa che faccia parte di questo corpo akasico, ma è materia che, appartenendo ai corpi caduchi, ai corpi inferiori, può essere trattenuta o rilasciata da queste vibrazioni a seconda dei casi.
Ed è tenuta assieme da queste vibrazioni che, come giustamente tu accennavi prima, sono governate in buona parte anche dalle correnti energetiche che passano attraverso i vari chakra dell’individuo, ma anche da quella sottile rete di collegamenti elettromagnetici che sono i nadis, sul corpo dell’individuo, i quali sono quelli che, poi, danno la forma, senza i quali l’individuo perderebbe la sua forma, perché la materia non verrebbe tenuta compattamente assieme. Tanta carne al fuoco vero, miei cari?
Allora se non avete altro, in merito alla discussione di oggi, da chiedere… io direi di salutarci qua, questa sera, di aspettare la prossima seduta che sarà l’ultima di questo ciclo, ahimè: un ciclo in cui abbiamo parlato di tante cose andando forse lontano da quello che era il punto di partenza, ma solo in apparenza perché poi vedrete che “Tutto è Uno” in quanto, girare da questa parte, era come girare dall’altra e si arriverà sempre dove… volevo arrivare io, comunque.
Questo non per farvi sentire frustrati o tipo burattini di cui io muovo il filo, ma perché la Verità è quella e da qualsiasi parte si giri si arriva sempre a quella Verità. Scifo
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Veramente molta carne sul fuoco Scifo!!! Tutti argomenti interessanti tanto più che voi siete l unica fonte a cui attingere. Quello che so che rimarrà è la visione d insieme, le particolarità mi sfuggono. Grazie per la pazienza.