E’ la possibilità di effettuare con il proprio corpo mentale delle catene logiche quello che permette all’uomo, se non di arrivare a comprendere l’Uno, quanto meno di compiere il percorso fino a Lui risalendo lungo la catena di causa-effetto.
Per fare un esempio concreto, tra voi potrete anche discutere sulla Verità o meno, sulla credibilità o meno di quanto noi vi siamo andati dicendo in questi lunghi anni di insegnamento, ciò è giusto, logico e, financo, auspicabile.
Ma sciocco è colui che crede a quello che noi diciamo in virtù del fatto che le nostre parole provengano da entità disincarnate. Lo stato di non appartenenza al mondo fisico non costituisce certamente motivo di maggiore credibilità, né è necessariamente un’etichetta di autorevolezza.
Molte altre fonti – o sedicenti tali, provenienti da ipotetici maestri disincarnati (e, talvolta, anche incarnati) – esistono e sono di una banalità deprimente o di una pochezza tale che dimostrano, senza bisogno di ulteriori discussioni, che non possedere più il corpo fisico non è certamente sinonimo di saggezza o anche solo di semplice buon senso.
Eppure molti attribuiscono acriticamente a queste fonti la dignità di grandi insegnamenti, magari anche solo per il fatto che vengono citati più volte il nome o le parole del Cristo. Come se bastasse mettere in una pentola cento erbe diverse acclamate dai più grandi cuochi per fare un buon minestrone!
Non avete la certezza assoluta di chi noi siamo e potremmo, magari, anche noi essere annoverati tra le fonti che godono di millantato e immeritato credito. Soltanto voi, personalmente, potete capire se e quanto attribuire importanza a quanto vi abbiamo detto in questi lunghi anni, e non è, senza dubbio, accettando a piè pari quanto noi vi proponiamo che potrete veramente manifestare la vostra tendenza verso l’Uno.
La verità è che noi non siamo importanti, se non per i vostri Io che ricavano soddisfazione e appagamento dal poter anche solo pensare di essere stati a contatto con dei presunti maestri disincarnati, teoriche fonti di verità supreme.
Importanti sono, forse, le nostre parole.
Ma esse lo sono nella misura in cui voi comprendete, assimilate, aderite ad esse non per semplice fede bensì perché, attraverso la vostra logica, quello che vi diciamo vi dà ragione di tante cose che, altrimenti, non riuscireste a spiegarvi, allarga i vostri orizzonti di comprensione, modifica la vostra visione della vita, attenua il dolore che incontrate tutti i giorni, fedele e costante compagno del vostro percorso evolutivo.
Nell’esaminare quanto noi vi portiamo fate in maniera di non fermarvi alle parole, di non attaccarvi ad esse come l’edera si attacca al muro: ricordate sempre che noi usiamo strumenti imperfetti per parlarvi e ci sono mille e mille motivi per cui una parola può venire detta nella maniera sbagliata o nel momento sbagliato, cosicché sia più il senso e la logica del discorso quello che vi convinca e non la mera apparenza esteriore e formale..
Siate, quindi, il più elastici possibile, tenendo caro al vostro cuore, alla vostra mente e alla vostra coscienza non i termini usati nel dirvi ciò che vi diciamo, ma il senso logico di quanto, di volta in volta, vi proponiamo.
Chi s’attacca alla parola dimostra che, sotto sotto, non è ancora pronto ad avvicinarsi veramente alla Verità perché la Verità non è fatta di parole ma di Sentire, anche se le parole possono e debbono venire usate in mille modi per precisare meglio al se stessi cosciente nel mondo fisico quanto si sta sentendo, in maniera da mantenere in costante percorribilità il ponte che esiste tra il vostro essere incarnati nella materia del piano fisico e il vostro contemporaneo essere presenti, con la vostra coscienza, sui piani spirituali..
Ricordate sempre che – come abbiamo detto più di una volta negli anni – anche ciò che noi vi diciamo non è la Verità Assoluta, ma è solamente quella porzione della Verità Assoluta che noi, personalmente, siamo arrivati a comprendere mentre compivamo, affaticati, lo stesso cammino che voi ora state percorrendo con altrettanta fatica.
Sappiate che la Verità impregna tutta la Realtà nelle sue molteplici sfaccettature ma che la Verità Assoluta non è posta nel piano akasico, né nel Terzo Logos, né nel Secondo Logos: essa risiede soltanto nell’Uno e solo l’Uno la può possedere completamente.
Per questo motivo vi abbiamo detto di recente, ad esempio, che dove sono situati gli archetipi permanenti non ha effettivamente una grande importanza, perché per voi, per la vostra possibilità di comprensione della Realtà, non cambia assolutamente niente immaginarli sul primo Logos o, per assurdo, sul piano fisico, mentre può cambiare la vostra concezione della vita – e, perciò, il vostro rapportarsi con essa – il sapere come essi agiscono su di voi e in quale maniera voi interagite con essi.
Ed è il «capire la vostra vita» il primo perché della vostra immersione nella materia fisica.
Purtroppo molto spesso questo non accade e vi soffermate più sui dettagli privi di importanza che su ciò che per voi è più importante, arrivando, magari, a discutere animosamente tra di voi per questioni che ricordano molto le famose dissertazioni sul numero di angeli che possono stare sulla capocchia di uno spillo, o l’enumerazione monotona e ipnotica dei mille nomi di Dio.
Ma quale importanza può avere se l’Uno si chiama Dio, Zeus, Allah, Jehova, Vishnu, Rama, Odino… o Taratatà?
La storia vi ha mostrato ampiamente che dare un nome diverso all’Uno ha portato allo sterminio di intere popolazioni. Ed è già successo troppe volte nei millenni. Cercate, nel vostro piccolo, di non fare gli stessi errori.
Non fate delle nostre parole un fatto di cultura.
Certo, anche la cultura è utile e può aiutare nell’esercizio della logica ma, spesso, si dimostra una pesante catena per chi la possiede, perché finisce col diventare non un mezzo per comprendere più organicamente, ma un fine da conseguire, magari per alimentare e soddisfare il desiderio del proprio Io di sentirsi un gradino più su degli altri, ammantandosi di «Io so» che sarebbero esilaranti se non fosse che la tristezza per una così immotivata presunzione non avesse la meglio.
Ci sono innumerevoli persone incarnate, di umili origine e prive di qualsivoglia nozione culturale che, pure, sentono e assecondano la logica della Realtà meglio di quanto facciano dotti scienziati o illustri personaggi rinomati per la loro cultura.
«Siate semplici» e «Sia il vostro dire sì, sì, no, no» è stato detto in un altro tempo.
Ciò non significa prescindere da quanto si conosce e comportarsi con voluta umiltà, bensì essere capaci di trarre dalla realtà che si affronta l’essenziale senza mascherarlo sotto una valanga di orpelli che ne rende più difficile la comprensione e la comunicazione.
Perché – e questa è l’ultima cosa che voglio dirvi, figli – ricordate che chi ha compreso una verità, per quanto piccola essa sia, ha la responsabilità di preservarla intatta e suggerirla – mai imponendola – alle creature che ancora non l’hanno raggiunta ma che stanno tendendo ad essa. Moti
Letture per l’interiore: ogni giorno, una lettura spirituale breve del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze 77, su Whatsapp.
(Solo lettura, non è possibile commentare) Per iscriversi
Aforismi del Cerchio Ifior, il mercoledì su Facebook
Politica della privacy di questo sito da consultare prima di commentare, o di iscriversi ai feed.
“la Verità non è fatta di parole ma di Sentire” questa frase e la delicatezza di quella conclusiva mi hanno particolarmente colpito!
È il “preservarla intatta” che mi suscita qualche perplessità. Se una verità diventa parte di noi come è possibile farla degenerare? Quello che mi rispondo è: solo se è ancora una semplice conoscenza e non è stata ancora stata fatta propria veramente!
Torna la responsabilità di ognuno di essere mediatore per il mondo delle comprensioni raggiunte.
Nulla deve restare solo per noi stessi, nella consapevolezza che ognuno è una piccola parte dell’Unità che si manifesta e affiora solo attraverso il mantenersi collegati a quella radice che affonda nel sentire
Responsabilità: questo termine abbonda nel mio sentire, abbonda nella vita lavorativa e famigliare insieme a tutti i miei limiti
La verità non è fatta di parole ma di sentire. Aderire pertanto a ciò che si sente “vero”nel proprio intimo, pur se questa verità è veicolata da parole e non credere a tutto ciò che si dice, anche dai piani disincarnati, solo per il “fascino della comunicazione” o la soddisfazione dell”io”.