[…] La relazione, dunque, tra Io e fantasmi vibratori.
Consideriamo l’ipotesi ottimale, esaminiamo cioè l’individuo che, per assurdo, sia in una condizione tale per cui non possieda nessun fantasma vibratorio.
Ah, vorreste tutti essere in quella condizione! In realtà è una condizione ben difficile da raggiungere, e capiremo poi assieme il perché; ma supponiamo che questo possa essere vero, che possa succedere, che possa esistere l’individuo in questa condizione ottimale.
Cosa significa, in base agli elementi che abbiamo raggruppato nel corso di questi anni di insegnamento?
– Significa che abbiamo un individuo con i suoi corpi strutturati e con il suo akasico che invia delle richieste di comprensione verso il piano fisico, attraverso i corpi inferiori dell’individuo;
– le richieste – che sono vibrazioni, ricordiamolo sempre – attraversano la materia del corpo mentale senza trovare impedimenti,
– attraversano la materia del corpo astrale senza trovare impedimenti particolari,
– arrivano al corpo fisico senza trovare altri impedimenti
– e l’individuo interagisce col mondo esterno assecondando quelle che sono le richieste del corpo akasico.
– Fa la sua esperienza, trae da questa esperienza degli elementi, questi elementi, sotto forma vibratoria ,vengono introiettati dall’individuo e le vibrazioni di risposta riprendono il loro cammino all’indietro,
– ovvero dall’interazione con l’ambiente esterno le risposte arrivano al corpo astrale dell’individuo senza trovare impedimenti,
– arrivano al corpo mentale dell’individuo senza essere turbate in nessun modo
– e arrivano all’akasico tranquillamente facendo sì che l’akasico abbia le sue risposte.
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Questa è la condizione ottimale. Come pensate di poterlo raffigurare, come lo immaginate voi, un individuo, incarnato, di tal fatta?
D – Ci può essere un individuo così?
Questa è una domanda che ci faremo dopo. Vediamo piuttosto voi come ve lo rappresentereste, secondo la vostra immaginazione.
D – Credo che sia una persona spontanea.
D – Ecc…
Se io vi dicessi che sembrerebbe un po’ un idiota, voi cosa ne pensereste?
D – Sarebbe un individuo che non ha reattività con l’ambiente.
Certamente. Non ha necessità alcuna di avere una reattività con l’ambiente, in quanto tutto fluisce spontaneamente; lui sarebbe certamente spontaneo, apparirebbe sereno ai vostri occhi, apparirebbe tranquillo, equilibrato, e via e via e via e via, però non interagirebbe in alcun modo perché il ciclo di risposte all’akasico sarebbe continuo, tranquillo, senza alcun turbamento di sorta.
D – Sì, però non hai detto se l’akasico di questa persona è a zero o all’ultima incarnazione; perché, se è all’ultima incarnazione, l’allineamento dei corpi darebbe la stessa funzione però con una reattività ben precisa.
Beh, caro, se fosse all’inizio dell’incarnazione non sarebbe una condizione neanche pensabile, neanche ipotizzabile. Quindi è una situazione che, eventualmente, potrebbe essere ipotizzabile soltanto all’ultima incarnazione, anzi agli ultimi momenti dell’ultima incarnazione.
D – Però mi veniva anche da pensare che potrebbe essere anche all’inizio dell’incarnazione.
Perché?
D – Perché è una persona che del vivere sa ancora molto poco e, quindi, non riesce neanche a chiedersi… a farsi tanti perché che lo bloccano, non ha tante domande inespresse, tutto fluisce libero.
Allora, esaminata questa condizione ideale, abbiamo visto dunque l’individuo che ha questo circolo energetico dall’akasico all’ambiente e dall’ambiente all’akasico di ritorno, senza la nascita di alcuna cristallizzazione, di alcun fantasma vibratorio, e che questa condizione, in realtà, apparirebbe come una scarsa reattività nei confronti dell’ambiente in quanto l’individuo, alla fin fine, basterebbe a se stesso; sarebbe un circolo chiuso. Questo avviene molto raramente, molto difficilmente.
Chiediamoci anche un attimo, per cercare di arrivare per gradi a quanto volevo illustrarvi, come apparirebbe l’Io di questa persona a chi l’osserva. Certamente potrebbe apparire la tipica persona di cui si dice: “Guarda com’è tranquilla, serena quella persona” ma sulla quale non ci si sofferma più che tanto, perché non si riuscirebbe ad avere una vera relazione con questa persona, in quanto ha i suoi stimoli che circolano fluidamente al suo interno, vi è un piccolo scambio con l’esterno dal quale trae i dati ma, in realtà, non ha bisogno poi di interagire tantissimo con gli altri, in quanto il circolo è già abbastanza soddisfacente di per se stesso.
Quindi, avrebbe l’aspetto di un Io molto poco importante, molto poco appariscente, molto poco soddisfacente per chi lo osserva perché, alla fin fine, vedere un Io degli altri abbastanza forte o sottosopra soddisfa il nostro Io, per i confronti che si fanno ma anche perché vi è la possibilità di interagire con l’altro, a quel modo.
Supponiamo adesso, invece, la situazione quella normale, ovvero che la costruzione dell’individuo nei suoi corpi inferiori – costruiti “ad hoc” per quella vita, quindi con quei tipi di materie – dia all’individuo certe possibilità di comprensioni, certe possibilità di reazioni piuttosto che altre, e consideriamo il fatto che le richieste inviate dall’akasico attraversino le materie dei suoi corpi inferiori per arrivare a manifestarsi attraverso l’esperienza sul piano fisico, ma non trovino le risposte adeguate dall’esperienza che vanno di volta in volta ad affrontare, col risultato che all’interno dei corpi inferiori dell’individuo si vanno a creare quei vortici di energia che abbiamo definito fantasmi vibratori.
Com’è l’Io di queste persone? È il vostro Io, creature, no? Tutti voi siete turbati interiormente da qualche cosa di cui non riuscite a comprendere le motivazioni, i perché; magari vi tormentate per determinate cose, magari non vi rendete neppure conto di questi pensieri, di questi problemi, di queste cristallizzazioni che avete all’interno, pur tuttavia queste cristallizzazioni, questi vortici interiori fanno sì che il vostro Io appaia, nel manifestarsi sul piano fisico, così come appare solitamente.
Ora, questo che cosa significa? Significa che l’Io, come lo abbiamo concepito in tutti questi anni:
– è certamente la risultante dei vostri corpi inferiori,
– è certamente la risultante dei bisogni del vostro corpo akasico, in esso si riflette ciò che il vostro corpo akasico desidera conoscere, desidera comprendere, e di ciò che il vostro corpo akasico invia come stimolo per andare verso l’esperienza; però perché voi reagite in determinate maniere invece che in altre?
Cos’è che modula le vostre risposte all’esperienza? Cos’è che vi fa affrontare l’esperienza in una determinata maniera invece che in un’altra?
D – I bisogni dell’individuo.
D – Il sentire acquisito.
D – I fantasmi.
I fantasmi vibratori che avete all’interno, quando siete incarnati, sono quelli che modulano il rapportarsi del vostro Io con l’esterno, perché le richieste principali sono quelle che sono al vostro interno e sono, quindi, quelle che danno il tono alle vostre reazioni nei confronti dell’esperienza.
Ecco, quindi, che si può dire che l’Io è in stretta dipendenza con questi fantasmi vibratori; non soltanto, ma che scaturisce in buona parte, per non dire totalmente, proprio dall’esistenza di questi fantasmi vibratori, che ne fissano le caratteristiche; tant’è vero che le caratteristiche del vostro Io si modificano a seconda di qual è il fantasma che prende il predominio in certi momenti; tant’è vero che il vostro Io si modifica nei comportamenti nel momento in cui un vostro fantasma si scioglie, oppure nel momento in cui un vostro fantasma si crea o si blocca.
Ecco, quindi, che mi sembra abbastanza evidente, a questo punto, che la relazione tra i fantasmi vibratori e l’Io è stretta, e non soltanto è stretta ma è anche assolutamente indispensabile e necessaria e – come dico sempre – ancora una volta pone l’accento su come nulla in quanto è stato creato dall’Assoluto abbia una sua inutilità, ma tutto esista ed abbia una sua necessità, e si inserisca perfettamente nel giusto equilibrio della Realtà al fine di ottenere il quadro completo così come è stato dipinto. Nessun elemento è più importante o meno importante, ma tutti concorrono contemporaneamente a dipingere il “grande quadro”.
[…] D – Allora si potrebbe anche arguire, come conseguenza logica, che quando notiamo in una persona che ci è vicina che il suo carattere non cambia molto, che ha sempre le stesse modalità (che noi magari definiamo anche manie o abitudini) vuol dire che sta faticando a sciogliere determinati fantasmi, perché quelli modulano sempre “quel” comportamento?
Certamente, certamente. È evidente che, quando una persona si cristallizza – che poi, ricordate che abbiamo detto che i fantasmi vibratori sono quelli che si associano al termine “cristallizzazione” che avevamo detto in passato, una spiegazione di questo fenomeno che abbiamo soltanto enunciato negli anni passati – ciò avviene perché all’interno ha qualche fantasma vibratorio che non riesce a risolvere e, quindi, non riesce a far giungere al corpo akasico gli elementi giusti per far sì che la richiesta dell’akasico venga soddisfatta e quindi il fantasma si sciolga.
Naturalmente, poiché nessuno di voi è in grado di sapere i bisogni evolutivi, akasici, dell’altro individuo, nessuno di voi in realtà può veramente esser sicuro di comprendere quelli che sono i bisogni di comprensione dell’altro. Ecco perché vi diciamo sempre di stare molto attenti nel giudicare gli altri.
[…] Tenete conto che non tutto quello che manifesta l’lo è negativo; l’lo manifesta le incomprensioni ma cerca anche di manifestare quali sono le comprensioni dell’akasico; ed è giusto che l’akasico, se si rende conto che l’altra persona ha un problema, cerchi di mettersi nella posizione dell’altra persona per cercare di fare meno danni possibili ed aiutarla, invece.
Il problema che voi avete solitamente quando siete in rapporto con gli altri e, magari, c’è qualche contrasto, è dovuto al fatto che voi tendete ad essere rigidi nei vostri giudizi: voi vi fate un’idea preconcetta di una persona, che so io, dite: “Quella tal persona secondo me è una mentecatta” – spesso anche a sproposito, perché magari non sapete cosa vuol dire mentecatta, tanto per fare un esempio – e restate in quella posizione, senza rendervi conto che quella persona cambia come cambiate voi.
D – Quindi vale sempre la pena di dirle ciò che pensiamo?
Teoricamente vale sempre la pena di dirlo, ma vale la pena di dirlo in modo utile per quella persona, che non sia soltanto uno sfogo del vostro lo per dire: “Mi libero di quello che ho dentro così sto meglio”. Così è troppo facile, è troppo comodo.
D – Ed è sbagliato anche giudicare che quella persona non è in grado di capire e quindi non lo dico?
Certamente, perché non potete sapere se è in grado di capire o meno. Il vostro dovere – specialmente da parte di chi partecipa a questi incontri, e quindi è a contatto con l’insegnamento etico – è quello di essere voi, che in teoria sapete più degli altri, ad essere umili e a disposizione di chi sa meno; non potete pretendere che gli altri si comportino meglio di come vi comportate voi.
[…] Ecco, io non vorrei, creature, che a questo punto nascesse una sorta di “totofantasmi” tra di voi; perché vi conosco, lo so, a volte vi dimostrate infantili: “Io ho 5 fantasmi e tu ne hai 6 quindi sono migliore io che ne ho 5 e non 6”! Non si può fare una graduatoria di merito in queste cose, così come non si può fare una graduatoria di merito per tutto quello che riguarda l’evoluzione dell’individuo. Avere 1 o 10, 100 o 1000 fantasmi non ha nessuna importanza.
Rendetevi conto che quello che state vivendo alla fin fine è un sogno, e che arrivare prima o dopo non ha nessuna importanza, che tutti comunque arriverete sempre allo stesso punto, che quello che voi sbagliate adesso altri l’hanno sbagliato prima di voi e che quello che gli altri sbagliano, e in questo momento voi magari state criticando, lo avete fatto 100.000 volte nelle vite precedenti e forse lo state facendo ancora in questa vita.
Quindi ricordate sempre di non stilare mai una tabella dei buoni e dei cattivi, dei bravi e degli asini, perché voi fate di volta in volta parte dei buoni, dei cattivi, dei bravi, ma anche, spesso e volentieri, degli asini.
D – Una forte emozione può aiutare a smuovere una cristallizzazione?
Una forte emozione può avere due reazioni diverse, come tutte le cose estreme: può portare ad un blocco dell’energia all’interno dell’individuo, per cui l’individuo resta vibratoriamente paralizzato (pensate ad uno spavento improvviso molto forte, la prima reazione che avete qual è? Quella di bloccarvi. L’analogo può succedere per quelle che sono le vostre reazioni vibratorie di fronte ad una forte emozione).
Però può succedere che, invece, la forte emozione metta in movimento tutte le energie che in quel momento erano cristallizzate, erano ferme, stavano vorticando, e dia quella spinta che, in qualche maniera, sposti magari anche solo leggermente il baricentro della cristallizzazione.
A quel punto, non dico che la cristallizzazione sparisca, che il fantasma sparisca, ma è possibile che, interagendo con altra materia, riesca a trovare qualche piccolo elemento che possa modificare un po’ il suo stato e quindi modificare la sua condizione vibratoria.
E qua arriviamo all’altra domanda che vi avevo fatto e che vi ha messo ancora una volta in difficoltà, ovvero quanto la rigidità della materia possa essere messa in rapporto con una maggiore o minore intensità dell’emozione. […] Certamente i fantasmi vibratori con le emozioni entrano in questo discorso, perché essendo delle vibrazioni, senza alcun dubbio, dovendo arrivare a manifestarsi sul piano fisico, devono passare anche attraverso quello che è, ad esempio, il corpo astrale, preposto all’emozione, alle sensazioni. Quindi, è inevitabile che un fantasma vibratorio arrivi in qualche momento in contatto con quelle che sono le emozioni.
Ora, la risposta da dare alla domanda che avevo fatto era che dipende da dove il fantasma vibratorio è situato: se il fantasma vibratorio è situato all’interno del corpo astrale è evidente che compie, nel suo movimento rotatorio, un irrigidimento della materia astrale, giusto? Abbiamo visto che porta a una certa condensazione della materia astrale, per cui le emozioni vengono in qualche maniera cristallizzate e tendono non tanto ad essere minori o inferiori come intensità, quanto ad essere incanalate sempre verso lo stesso tipo di reazione.
Per spiegarmi meglio: l’individuo può venirsi a trovare, in queste condizioni, di fronte a diversi stimoli di esperienza ma, dal punto di vista emotivo, reagire sempre alla stessa maniera; che so io… come fa una nostra amica, ad esempio: qualsiasi sia lo stimolo e la situazione, finire col mettersi a piangere.
Se invece il fantasma vibratorio appartiene al corpo mentale il discorso è diverso; perché a questo punto la rigidità della materia consiste principalmente in quello che riguarda la materia mentale; la materia astrale sarà influenzata, ma soltanto in minima parte.
Ecco, così, che le reazioni all’interno del piano fisico avranno un’intensità emotiva più o meno varia a seconda dell’esperienza fatta, però sarà l’idea di base che muove l’azione quella che si ripeterà nel tempo manifestandosi sul piano fisico; o, meglio ancora (per cercare di essere più chiaro, perché non è molto facile da spiegare), malgrado vi possano essere diversi comportamenti emotivi o di reazione all’interno del piano fisico da parte dell’individuo, questi diversi comportamenti emotivi o attivi da parte dell’individuo hanno, alla loro base, uno stesso concetto, una stessa idea che parte dal fantasma vibratorio mentale.
D – Quando tu prima hai parlato, hai scisso il discorso in fantasma astrale e mentale, il fantasma astrale però è quasi sempre collegato al mentale; in quel caso lì come va il discorso?
Certamente, è quasi sempre collegato al mentale, ma è “collegato”, non nasce, non è fisso principalmente sul mentale. Certamente la mente influisce, ma la rigidità principale della materia è all’interno del corpo astrale, non nel corpo mentale.
D – Quindi la mente è un aiuto, o un potenziamento del fantasma astrale.
Diciamo che può essere un aiuto, un potenziamento, un tentativo di diversificazione del fantasma astrale, che però è condizionato da questa rigidità di materia astrale. Al contrario, per quanto riguarda invece il fantasma all’interno del corpo mentale, la rigidità appartiene alla materia mentale, però può essere differenziato e presentarsi diversamente all’interno del piano fisico a seconda delle emozioni che suscita all’interno del corpo astrale, pur essendoci alla base sempre la stessa idea.
E questo – per darvi un’idea – è un po’ quello che succede in certe malattie mentali, in cui c’è l’idea fissa che porta l’individuo a reagire sempre, a riportare sempre, a ricondurre sempre tutto quello che vive all’interno delle proprie giornate a quell’idea fissa che lo tormenta, che continua ad essere cristallizzata dentro di lui. Scifo
L”ansia potrebbe essere una reazione del corpo astrale legata alla presenza di fantasmi vibratori del corpo mentale?
Mi spiego: l’approssimarsi dell’inizio dell’a,s, genera in me una certa ansia. La mente, sulla base del conosciuto, comincia ad immaginare i ritmi lavorativi, l’eccessiva esposizione vibratoria, gli incastri lavoro famiglia, ecc.
Tutto questo può trasformarsi in circuito vibratorio legato a idee di efficienza, controllo, competizione, ecc.
Non so, ipotizzo.
Credo di sì. Il fantasma vibratorio in questo caso si colloca all’altezza del corpo mentale, appunto l’idea “inizio a.s.” a questa idea reagisce la materia del corpo astrale attraverso l’ansia.
Quello che lega i due e che li alimenta è il giudizio.
Però credo che a monte ci sia l’impulso della coscienza che lavoro ad esempio su “controllo”, “competizione”, ecc.
Sì direi che l’ansia è quasi sempre legata ad un pensiero anticipatorio, cioè immagina, si prefigura scenari negativi che ovviamente attivano emozioni di preoccupazione, paura, angoscia.