Figlio mio,
ciò che io intendo per ricerca è forse più giustamente denominabile come “riscoperta”:
riscoperta di te stesso, del tuo vero “Sé”, di ciò che dentro a te giace,
sepolto ma non silenzioso,
sommerso ma intransigente,
sfuggente eppure concreto quanto e forse più di ciò che le tue mani ora stringono,
ora afferrano, ora percuotono, ora accarezzano.
I tuoi drammi e le tue felicità sono sue conseguenze.
Le tue lacrime e i tuoi sorrisi sono sue manifestazioni.
Arriva a questo che in te giace e tristezza e gioia avranno un nuovo senso,
la tua vita avrà colori e forme nuove, più intensi, più limpidi, più reali.
Non credere a chi vuole importi l’idea che la materialità è sinonimo di peccato,
o che la spiritualità è sinonimo di paradiso
perché ogni cosa che esiste, esiste perché è necessaria ad aiutarti nel tuo cammino.
Così dì a colui che cerca di costringerti a seguire le sue idee monolitiche
che materia e spirito sono separate solo per chi nulla ha ancora compreso.
Se credi in un Dio, pensa che l’osservazione “Tutto mi parla di Te”
è vera fino alle sue estreme conseguenze.
Se non credi in Dio, sii fiero di te stesso e certo di essere nel giusto se conduci la tua vita amando te stesso e gli altri
perché così senti di fare e non per obblighi morali, sociali o di tradizione.
E sappi, infine, che non ha importanza che tu sia convinto di stare ricercando:
prima o poi, e comunque, nell’ombra qualcosa troverai che ti trasformerà, perché sarai pronto ad essere diverso.
E allora saprai, senza ombra di dubbio, che la tua ricerca sarà arrivata alla fine. Moti
“certo di essere nel giusto se conduci la tua vita amando te stesso e gli altri
perché così senti di fare e non per obblighi morali, sociali o di tradizione”
In un post recente si parlava di ordine sentito, che non ha bisogno di tutori…
Grazie Moti
Risuona un grande senso di giustizia, equità…grazie!
Fra indefinite vite scopriremo che non c’è niente da cercare. È tutto li, dentro di noi. Al limite occorre togliere, più che cercare.