Il pesciolino rosso nella sua vasca chiamò a sé il figlio e gli disse: “Oggi è una giornata noiosa, facciamo una cosa assieme: andiamo a fare un giro e vediamo cosa stanno facendo gli uomini chiusi nel loro recinto di cristallo!”. Billy
Questa favola è esemplificativa di quella che è la percezione soggettiva della Realtà; infatti il pesce rosso che viveva la sua vita in un mondo fatto d’acqua e racchiuso in una boccia di cristallo, filtrando l’immagine attraverso la sua concezione della vita, era giunto alla conclusione che in realtà erano gli esseri umani che, al di fuori della boccia di cristallo, vivevano chiusi in un recinto di vetro.
La Realtà quindi può essere soggettiva al massimo.
Voi direte: “Questo può anche essere vero, ma mi piacerebbe cercare di comprendere meglio, attraverso ad un esempio che mi renda evidente come la stessa cosa possa essere percepita in modo diverso e da persone diverse”.
La stessa cosa, in quanto sempre identica a se stessa, dovrebbe essere percepita, in quanto Reale, allo stesso identico modo.
Se voi, figli, prendeste cento specchi e li metteste in fila l’uno accanto all’altro e poi aveste la possibilità di misurare esattamente la vostra immagine riflessa in questi specchi, vi rendereste conto che questi specchi, che pure non pensano, che pure non hanno nessun motivo per travisare la realtà, riflettono l’immagine di voi stessi sempre in qualche modo diversa l’una dall’altra, e non soltanto questo accade per quello che riguarda specchi con deformazioni, o concavi o convessi, ma anche con gli specchi che a prima vista appaiono normali.
Dunque ognuno di questi specchi riflette un’immagine diversa del vostro corpo.
Ma allora qual è la Realtà? Quale di questi cento vostri corpi riflessi è davvero quello reale?
E ancora: se voi confrontaste l’immagine che voi avete di voi stessi, del vostro corpo, con l’immagine che vedete nello specchio, col passare del tempo vi accorgereste che neppure queste immagini sono simili.
Qual è allora la Realtà? L’immagine data dallo specchio, o l’immagine che voi avete dentro voi stessi del vostro corpo?
Può essere che la realtà non sia nessuna di quelle immagini che voi vedete riflesse, ed è proprio per cercare di dare una risposta di qualche tipo a questa domanda che noi siamo qua tra voi a portarvi le nostre parole. Moti
La Realtà è una e unica, e la possiamo identificare molto, molto tranquillamente con la Verità, la quale è una e unica.
Realtà e Verità le possiamo quindi identificare con l’Assoluto, con Dio. Si può ulteriormente affermare che la Realtà è Dio stesso.
Dalla piccola infarinatura che voi avete di queste cose, sapete che via via che ci si avvicina al piano fisico passando attraverso ai vari piani di esistenza, la Realtà, la Verità – quindi l’Assoluto stesso – tendono a frazionarsi per dare origine a delle realtà, a delle verità che possiamo definire relative.
Queste realtà e verità relative, sommate assieme, riformano e ricostituiscono l’Assoluto, il quale però è qualcosa di più della semplice somma delle parti e cercherò di dirvi anche perché non può essere la somma delle realtà o verità relative.
Voi sapete, infatti, che in realtà l’Assoluto non si fraziona, proprio perché è Assoluto (ed in quanto tale comprende anche l’illusorietà del frazionamento) quindi il dire che esistono delle realtà relative è soltanto un’ipotesi necessaria per aiutarvi a comprendere, (diciamo così) che le realtà relative e le verità relative esistono soltanto nell’illusorietà.
Stando al gioco illusorio e prendendo per buono questo frazionamento, diciamo che la Realtà si fraziona in tante piccole realtà relative e soggettive, legate cioè alla soggettività di un individuo, di un animale, di una cosa.
A questo punto, fatta questa premessa, detto cioè che esistono così delle realtà soggettive, dovrebbe sorgere dentro di voi una domanda logica che è questa: esiste allora, sempre nel frazionamento della Realtà, una realtà oggettiva?
Mi spiegherò meglio: quando si parla di realtà soggettiva si presuppone l’esistenza di un soggetto percipiente e di un oggetto percepito, d’accordo?
Sul fatto poi che il soggetto percepisca secondo i propri sensi fisici non avete alcun dubbio, vero?
Allora la domanda che dovrebbe nascere spontanea è quella che dice: al di là di questa premessa, al di là di questa realtà che il soggetto che percepisce è strettamente legato ai suoi sensi fisici, esiste una realtà oggettiva?
Ancora mi spiego meglio: se io guardo un lago, una montagna e la vedo in un determinato modo, quindi la vedo soggettivamente secondo il modo in cui io la percepisco, la montagna, il lago, di per sé esistono realmente, oppure non esistono e sono soltanto il frutto della mia immaginazione, dei miei sensi, della mia percezione?
Si potrebbe dire, per semplificare il discorso, che sì, effettivamente la realtà oggettiva esiste, però badate bene: il discorso a questo punto diventa molto delicato e complesso, perché affermare che esiste una realtà oggettiva è un assurdo, un controsenso!
Infatti se abbiamo affermato che la Realtà è una e unica, non possiamo limitarla ad un lago o ad una montagna, quindi la realtà oggettiva di per sé non esiste, perché non è possibile concepire la nostra montagna o il nostro lago separato dal Tutto, separato da quella che è la Realtà una e unica.
Tuttavia, direi che possiamo accettare questa ipotesi dell’esistenza della realtà oggettiva, diciamo pure, quindi, che il lago, la montagna di per sé esistono come un frazionamento (illusorio sempre) della Realtà unica, assoluta, globale comprensiva del Tutto.
Ma questa realtà oggettiva è poi tanto diversa dalla realtà soggettiva?
Bene, a questo punto mi pare che il discorso fattovi dal fratello Moti sia abbastanza chiaro ed abbia risposto a questa domanda cosicché penso che nessuno abbia più nulla da dire su questo punto.
Credo che tutti quanti abbiate chiaro che, quando si parla di realtà soggettiva, ci si riferisca al modo di percepire e si capisca quindi come entri in gioco l’interiorità individuale; quindi quello che “oggettivamente esiste”, al di fuori dell’interiorità individuale, è – di per sé – in un determinato modo: il modo diverso, poi, in cui viene percepito da individui diversi, è derivato appunto dall’interiorità che, come voi sapete, è legata al sentire.
Qua volevo condurvi e qua volevo fermarmi, poiché l’intento di questo primo tentativo di spiegarvi qualcosa della Realtà (per lo meno un aspetto della Realtà), era quello di farvi giungere a capire che anche la Realtà soggettiva è strettamente legata a quello che è il sentire individuale.
Se due individui guardano la stessa montagna ed uno la percepisce verde e l’altro rosa, questa differenza, al di là di quelli che possono essere gli eventuali difetti fisici della vista, è legata al sentire diverso di quelle due persone.
Tutto questo potrà apparirvi assurdo, ma in realtà è proprio così ed esiste una spiegazione che cercheremo di esporvi nel corso di questo ciclo, ed anche se l’esempio che vi ho portato è esagerato, è anche vero che le differenze di sentire si manifestano attraverso anche a cose banali e semplici come l’esempio che vi ho portato. Vito
Prosegue nel prossimo post.
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E’ questo un argomento su cui mi sono tanto scervellata anni addietro, adesso mi è chiaro.
Io invece bisogno che lo rilegga… L’altro giorno si diceva che qualunque cosa non è parte dell’Assoluto ma è l’Assoluto. Qui mi sembra venga espresso, tra gli altri, lo stesso concetto, ma faccio ancora fatica a rappresentarmelo. Più semplice se dico che qualunque cosa è manifestazione dell’Assoluto, perché rimanda a qualcos’altro che non è percepibile se non attraverso una sua manifestazione e quel qualcos’altro è unico e si può manifestare in infiniti modi, mentre il pensare che ogni cosa è l’Assoluto è un po’ come se ci fossero tanti Assoluti…