D – Cosa significa, a livello fisico “usare molte energie”? È sinonimo di “fare molte cose”, essere molto attivi?
Non si può circoscrivere il concetto di “usare molte energie” al solo corpo fisico. L’azione sul piano fisico, infatti, è mossa e sostenuta dall’impiego delle altre energie dall’individuo, energie che coinvolgono, come sapete, le vibrazioni provenienti da tutti i suoi corpi, in sinergia tra di loro, le quali si estrinsecano, nella fase di discesa delle vibrazioni, all’interno del piano fisico in un’azione di qualche tipo.
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Fare molte cose può non essere un sintomo dell’usare molta energia: se l’intensa attività sul piano fisico è sostenuta da un fluire senza intoppi delle energie, il dispendio energetico non è molto e l’equilibrio energetico interiore si ristabilisce velocemente.
Si ha un dispendio di energia, invece, e di conseguenza l’impiego di una maggiore forza energetica, quando le vibrazioni sono ostacolate nel loro cammino verso la manifestazione in azione sul piano fisico da blocchi energetici non solo a livello fisico ma anche a livello emotivo e razionale, a causa dei quali è necessario che le energie che sostengono l’azione aumentino di intensità per “forzare” i blocchi e riuscire a esprimersi, anche se, magari, in maniera limitata e parziale.
Per capire questo fatto, basta esaminare come si avverta meno la stanchezza allorché si fa qualche cosa che si ha piacere di fare, anche se magari è molto faticosa dal punto di vista fisico, e quanta stanchezza, invece, si provi quando si cerca di fare qualche cosa che, emotivamente o razionalmente, non si è veramente convinti di fare.
D – Nelle varie fasi della vita la “quantità di energie” è dominante su un piano rispetto agli altri?
Fatta salva – come abbiamo detto in precedenza – la quantità totale energetica dell’individuo, certamente le proporzioni tra le varie energie che lo attraversano variano, anche in funzione dell’età dell’individuo, in accordo con i bisogni prevalenti che caratterizzano ogni età dell’uomo.
Così il bambino, che ha bisogno di sperimentare il mondo, avrà solitamente una predominanza dell’energia fisica, in età più matura un maggiore equilibrio tra le energie fisiche, astrali e mentali, in età avanzata un maggiore impiego di energie mentali a scapito delle altre.
Naturalmente questo è vero solo parlando in generale, dal momento che, poi, entrano in gioco le caratteristiche individuali di base di ogni individuo e le necessità legate al tipo di esperienza che egli avrà bisogno di sperimentare.
D – A livello astrale le energie si condensano in emozioni e a livello mentale in pensieri, per questo che le forti emozioni e l’impegno mentale possono lasciare come conseguenza una grande stanchezza fisica?
Anche se abbiamo cercato di insegnarvi ad analizzare l’uomo osservando, una per una, le sue componenti, non bisogna dimenticare che, malgrado le loro peculiari caratteristiche, esse interagiscono sempre tra di loro, influenzandosi reciprocamente.
Senza dubbio il corpo astrale gestisce ed elabora le emozioni, il corpo mentale elabora i pensieri e il corpo fisico agisce nella materia tuttavia, affinché l’unità del processo evolutivo dell’individuo possa procedere è necessaria la cooperazione di tutti i suoi aspetti.
Non c’è, quindi, da restare sorpresi se una forte emozione o una complessa elaborazione mentale abbiano come conseguenza una stanchezza fisica: questo rientra nel normale svilupparsi dell’interazione tra tutte le componenti che appartengono all’individuo.
L’influenza delle sostanze alteranti
D – L’utilizzo di sostanze come alcol, droga, farmaci come influenza il flusso delle energie? Con quali conseguenze?
Ognuno degli elementi citati ha la possibilità di innescare processi interni (in tutte le componenti dell’individuo, non soltanto in quella fisica e fisiologica) che orientano in maniera particolare le energie o creano degli ostacoli al loro naturale fluire.
Gli effetti che si verificano sono variabili da sostanza a sostanza e da individuo a individuo ma, anche, dal più o meno lungo protrarsi dell’assunzione di tali sostanze. La conseguenza di un lungo periodo di assunzione, infatti, finisce col creare dei percorsi preferenziali delle energie all’interno dei vari corpi transitori dell’individuo, lungo i quali esse tenderanno a incanalarsi per una sorta di “abitudine” di percorso, cosa che non avviene per brevi periodi di assunzione.
Questo fatto viene definito, comunemente, “dipendenza” (fase che diventa difficile da modificare proprio a causa dello stabilirsi di quei percorsi preferenziali).
D – L’uso della morfina nei malati terminali aiuta il loro distacco dal corpo fisico permettendo una maggiore consapevolezza dell’astrale?
L’uso della morfina nei malati terminali ha l’effetto di ottundere l’Io e, di conseguenza, di diminuire la forza dei processi che lo formano. Questo, ovviamente, facilita il naturale processo di abbandono del corpo fisico.
D – Nel dopo-morte, quando il corpo fisico non c’è più, la quantità di energia rimane invariata e si distribuisce solo su due corpi? Se sì, all’abbandono del corpo astrale e mentale, l’energia si “ritira” nel corpo akasico in forma di “comprensioni consolidate” e “comprensioni da raggiungere” e si predispone l’iter per una nuova incarnazione?
Sappiamo che la quantità energetica dell’individuo è fissa e che, nel corso dell’incarnazione, questa quantità si distribuisce tra le varie componenti dei suoi corpi. Allorché il corpo fisico viene abbandonato, la stessa quantità di energia si distribuirà solo sui corpi rimanenti, e lo stesso avverrà all’abbandono del corpo astrale e poi a quello del corpo mentale. Conseguentemente, quando tutti i corpi transitori non gestiranno più alcuna energia dell’individuo, questa energia si troverà a operare solo all’interno del corpo della coscienza: in parte verrà “consumata” per consolidare le comprensioni raggiunte e il restante si distribuirà nei corpi superiori ritornando alla sua origine, cioè alla Scintilla.
Perché, in maniera apparentemente più economica, non viene immagazzinata nel corpo akasico per essere, poi, rimessa in circolo nel corso della successiva incarnazione? Semplicemente perché la cifra energetica della nuova incarnazione sarà diversa (quantitativamente e qualitativamente) da quella precedente, per cui al momento della nuova incarnazione dovrà venire riemessa con diverse caratteristiche strutturali. Andrea
Il concetto di energia che si trasforma, ma non si disperde, mi colpisce e incuriosisce.
L’Assoluto contiene al suo interno tutta l’energia.
Mi chiedo se il concetto di finito o infinito, abbiano un senso se parliamo d’Assoluto.
Grazie