In ciò che noi vi diciamo esiste un pericolo che non dovete sottovalutare: noi abbiamo appena affermato che, in definitiva, l’uomo non può che “vivere un certo tipo di vita” e che in realtà, qualunque cosa egli intenda fare, non potrà mai evitare un’esperienza che gli era stata assegnata.
Questo concetto è alquanto pericoloso, perché può indurre a quel tipo di fatalismo e supinità che, ad esempio, l’uomo occidentale crede di percepire nella maggior parte delle popolazioni orientali, all’interno delle quali questi concetti – facenti parte da generazioni del loro modo di pensare – sono stati spesso travisati dalla gente comune.
Così può accadere che qualcuno, ascoltando le nostre parole dica: “Se è così, allora non mi preoccupo minimamente di ciò che faccio o che non faccio: tanto l’esistenza, o il destino, o Dio hanno fatto i piani per me e io non posso fare altro che vivere subendoli”.
No, figli, se pure in un certo senso ciò può anche essere vero, non è una cosa da farsi, e cercherò di spiegarvi il perché.
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Fino ad ora mi pare di capire e qualcosa anche di averlo compreso. Attendo il seguito. Grazie.
Prospettive assai diverse dal pensiero corrente. Tutto è ricondotto sotto ben altra luce, assai più illuminante, coerente, profonda. Grazie.