Il senso di colpa conseguenza del senso di inadeguatezza [A190-sdc14]

Abbiamo osservato che la formazione di un senso di colpa all’interno dell’individuo è collegata a due situazioni parallele.

  1. Dapprima la constatazione – derivante dal continuo monitoraggio che opera il corpo della coscienza, ricevendo i dati che provengono dalle reazioni alle esperienze affrontate sul piano fisico – dell’incongruenza tra le informazioni che esso sente come ideali in raffronto con le vibrazioni provenienti da quanto suggerito dagli Archetipi Permanenti e, in second’ordine,
  2. il giudizio che l’individuo dà di se stesso e del suo rapporto reattivo con ciò che, di volta in volta, l’esperienza di vita lo pone in condizione di dover sperimentare.

Com’è ovvio, questi due fattori fanno parte integrante del ciclo vibratorio akasico/fisico, coscienza/Io, interno/esterno ed esistono per indurre le vibrazioni a compiere il loro percorso circolare favorendo il percorso dell’evoluzione dell’individuo, mantenendolo attivo al suo interno e indirizzandolo verso sempre più ampie scoperte riguardo alla sua reale interiorità.

In entrambi i casi il concetto di “modello” è basilare per comprendere le dinamiche inerenti al formarsi dei sensi di colpa dell’individuo ma l’interiorizzazione dei modelli provenienti dagli Archetipi Permanenti cui il corpo della coscienza fa riferimento e quelli derivanti dagli Archetipi Transitori a cui l’Io individuale guarda per confrontarsi sulla realtà all’interno del piano fisico ha, in effetti, risvolti decisamente differenti Rodolfo

Come abbiamo ormai più volte sottolineato, il senso di colpa scaturisce come effetto della sensazione di inadeguatezza del proprio sentire che avverte l’individualità allorché il suo corpo della coscienza effettua il confronto con i modelli che gli vengono indicati come ideali dalle informazioni provenienti dalle vibrazioni che costituiscono gli Archetipi Permanenti.

È proprio questo senso di inadeguatezza che stimola il corpo akasico a richiedere ulteriori dati provenienti dall’esperienza compiuta sul piano fisico dalla sua parte incarnata, ed esso può venire considerato il motore che alimenta in continuazione il processo di evoluzione interno all’individuo, permettendo in questo modo non solo la costituzione ma anche il mantenimento continuo del ciclo akasico/fisico.

La concezione tradizionale che avete del senso di colpa non rispecchia fedelmente la vera natura e provenienza del senso di colpa, ma lo definisce in relazione alla coscienza che ne ha l’Io dell’individuo incarnato, ma, invero, questo aspetto è soltanto il riflesso del senso di inadeguatezza percepito dal corpo akasico nel suo confrontarsi con le istanze provenienti dagli Archetipi Permanenti. 

Nella realtà dei fatti, le dinamiche da cui prende l’avvio la formazione del senso di colpa avvengono principalmente all’esterno del possibile campo di ingerenza dell’Io, per il quale esse risultano essere al di fuori della portata della sua coscienza, se non relativamente a quanto riguarda le ricadute sui corpi inferiori degli effetti che esse mettono in moto e che si manifestano nel territorio appannaggio dell’Io sotto forma di sintomi somatici, sia fisici che comportamentali, accompagnati, come avevamo detto, dagli effetti messi in moto dalle vibrazioni che definiscono le peculiarità tipiche del senso di colpa correlato al somatismo. 

Si potrebbe dire che il senso di colpa – così come è inteso comunemente – non è altro che il riflesso del vero senso di colpa e che l’Io è lo specchio nel quale esso si riflette giungendo all’attenzione dell’Io.

Ciclo sul senso di colpa

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