Introduzione insegnamento filosofico 7
Da quelle poche e semplici cose di cui abbiamo parlato nel corso di questi mesi una cosa balza evidente all’attenzione di chi ha saputo crearsi un’immagine sintetica della Realtà, così come scaturisce dall’insegnamento delle Guide: il manifestato è talmente complesso ma, tuttavia, talmente logico, che da un piccolo particolare è possibile, passo dopo passo, arrivare a sollevare il sipario su uno scenario sempre meno riduttivo e frammentario, nel quale sono inseriti armonicamente e in continua relazione tra di loro tutti gli elementi che gli danno forma e vita.
Per voi, figli e fratelli che siete immersi nel caleidoscopico divenire, tutto appare come un continuo mutare di forme, come un continuo evolversi di situazioni e di processi di vita che si intersecano e si intrecciano in maniera talmente complessa che è difficile per la mente umana riuscire veramente a comprendere la sua vastità, e solo la vostra immaginazione e, ancor di più, la vostra intuizione, possono arrivare a darvi la sensazione che tutto è già scritto in ogni suo attimo in quell’eterno presente, attributo permanente ed essenziale della divinità stessa, nel quale nulla diventa, si trasforma, muta, evolve, ma tutto E’.
Ciò che è essenziale, comunque, per chi si avvicina alla Realtà così come stiamo cercando di spiegarvela, è comprendere il concetto che essa è armonicamente equilibrata e che la legge di equilibrio è non soltanto ciò che garantisce la sua possibilità di esistenza, impedendone la disgregazione, ma anche ciò che dà ragione di molti suoi accadimenti che interessano più da vicino la vita dell’essere incarnato: ciò che appare giusto e ciò che, invece, appare ingiusto nel corso di un’esistenza trova la sua controparte di giustizia o di ingiustizia in qualche altro momento di una delle molte vite che l’individuo percorre nel suo ciclo evolutivo, al punto che, allorché abbandonerà la ruota delle nascite e delle morti, un ipotetico bilancio del dare e avere nel corso delle sue esistenze sarebbe perfettamente in pareggio.
Questo, miei cari, dovrebbe aiutarvi ad osservare più spassionatamente quello che vi succede, senza lasciarvi andare così facilmente al pessimismo e al vittimismo; senza soffermarvi a pensare a quale fortuna di quale vita (cosa, oltretutto, per ognuno di voi impossibile a farsi) stia compensando la vostra attuale sfortuna, cercate invece di arrivare a comprendere che la legge di equilibrio agisce anch’essa sia in grandi che in piccoli cicli; così, se siete nell’impossibilità effettiva di considerare il grande ciclo delle vostre esistenze per trovare in esse il motivo e la compensazione del vostro attuale dolore, soffermatevi ad osservare il vostro dolore nell’oggi e nel domani più prossimo e vi renderete conto che, ad un esame obiettivo e spassionato, il vostro dolore è stato già in parte riequilibrato da ciò che, grazie ad esso, avete probabilmente raggiunto o vi avviate faticosamente a cercare di raggiungere: ad esempio il coraggio di fronte alla sofferenza, oppure il trasformare il vostro amore frustrato in partecipazione e sostegno per qualcun altro che, come voi, sta affrontando il dolore.
In questa prospettiva si può affermare che ciò che fate, nel corso delle vostre vite, non è altro che un continuo raggiungere nuovi punti di equilibrio tra gli stimoli che l’esterno vi propone e le reazioni che il vostro intimo mette in atto, affinché da queste dinamiche voi riusciate a comprendere qualche nuovo elemento della vostra essenza.
Si tratta, alla fin fine, di un continuo svilupparsi, al vostro interno, di cicli dinamici tra equilibrio e squilibrio, percorsi i quali avrete costituito un equilibrio diverso da quello che possedevate all’inizio di ogni ciclo e dal quale prenderà il via un successivo ciclo che, ancora una volta, vi porterà a raggiungere un diverso equilibrio.
E’ in quest’ottica, ad esempio, che è possibile osservare quel fenomeno che ognuno di voi vive più o meno consapevolmente, ovvero il trasformare certi movimenti interiori in effetti che si riflettono sulla funzionalità (e, quindi, sull’equilibrio) del vostro organismo, provocando quelli che vengono chiamati psicosomatismi.
Essi sono il risultato di un equilibrio non raggiunto nella propria interiorità, contemporaneamente effetto e causa di sommovimenti interiori che tendono a indicarvi la via, il percorso lungo il quale inoltrarvi per raggiungere quell’equilibrio che, solo, può portarvi all’annullamento dell’effetto psicosomatico. Ricordatevi, miei cari, dei momenti in cui vi sentite di “umore nero”, svogliati, privi di voglia di vivere, anche questo, in fondo, è uno psicosomatismo, vi pare?
E quand’è che superate quei momenti? Nell’istante in cui trovate al vostro interno la via per modificare con un sorriso la vostra depressione, in cui dite un “basta” convinto alla sofferenza, in cui vi accorgete delle cose che, intorno a voi, gridano a gran voce che vi sono mille e mille motivi per cui vale la pena di vivere.
Ecco, figli, nel fare questo avete percorso quello che poco fa ho definito un piccolo ciclo dinamico, il quale vi ha portato al raggiungimento di un nuovo equilibrio e, basandovi su di esso, partirete per un nuovo ciclo che vi porterà a un ulteriore traguardo del vostro cammino, a un ulteriore equilibrio fra ciò che l’esistenza vi propone di vivere e ciò che la vostra coscienza deve modificare di se stessa per rendere diversa e più giusta la sua reattività alla nuova situazione che vi siete trovati a dover affrontare.
E così, di piccolo ciclo in piccolo ciclo, ognuno di voi percorrerà il più grande ciclo che costituisce il vostro continuo immergervi nella materia alla riscoperta di voi stessi, in un altalenare di equilibrio e disequilibrio che, per voi che lo vivete in prima persona, può apparire insopportabile, ingiusto e senza fine, ma che, in realtà, vi conduce per mano verso un percorso che vi allontana via via sempre di più dalla sofferenza.
Infine verrà il momento in cui potrete guardare indietro e scorgere tutto il vostro ciclo incarnativo e, al vostro sguardo ormai spassionato, il perfetto equilibrio di quanto vi è accaduto apparirà in tutta la sua perfezione, svelandovi la realtà profonda insita in ciò che vi diciamo affermando che tutto accade sempre e soltanto per il vostro bene.
Vedrete che ogni tormentoso dolore vi ha portato ad una gioia più viva e ogni grande perdita ad una grande conquista; vi renderete conto che nulla di più e nulla di meno è stato dato a voi o a qualsiasi altro essere vivente; scorgerete come le vostre piccole storie personali si sono inserite perfettamente nel tessuto della Realtà garantendone la continuità e l’esistenza, e capirete che tutto questo è stato necessario per soddisfare non soltanto il vostro personale bisogno di individuo alla riscoperta di se stesso, ma anche per garantire la possibilità che anche gli altri individui potessero interpretare la parte a loro più consona nel Teatro delle Ombre.
E allora, colmi di meraviglia e di stupore
per come ogni più piccolo bisogno del più piccolo essere
ha avuto la possibilità di essere soddisfatto senza, nel far questo,
intaccare o prevaricare l’altrui bisogno,
sussurrerete commossi al Grande Regista
con una nuova e più grande accettazione e comprensione:
«Sia fatta la Tua volontà e non la mia».
Baba
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In effetti ad oggi, realmente, in profondità, sono ancora ben lontano dal poter affermare «Sia fatta la Tua volontà e non la mia». Ho persino timore a pronunciare la frase. Confido in profressive comprensioni più piene. Per ora mi fermo a capire ma non arrivo ancora a comprendere. Grazie
E’ talmente chiaro che posso solo dire: è proprio così! Grazie.
Questo post di Baba è come la doccia appena fatta che chiude il giorno e il lavoro appena concluso e senti che è tutto a posto.
E’ rigenerante.
Con queste carezze Baba incoraggia a ridere di quei cicli di disequilibrio che sembrano così senza fine che non hai più le forze, ma che invece portano ad un nuovo equilibrio.
A volte mi sembra di essere lì, al palo, in una stagnazione che sconforta ogni tentativo di alzare l’orizzonte e non hai la forza per guardare avanti e invece è un ciclo come gli altri già passati. Anche questo passerà. This too will pass..
Altre volte, ma è solo l’altra faccia della stessa medaglia, vivo un’accelerazione inaspettata e dico ‘aspetta un attimo’ e chiedo riposo. Non così una dietro l’altra.
Voglio una pausa.
Entrambe queste percezioni credo siano fallaci, viziate dal diaframma che nasconde la sorgente.
Sono come le interpreto quando invece potrebbe essere tutto molto più fluido.
Le legge dell’equilibrio è davvero una benedizione perchè ci dice che non c’è solo sofferenza ma anche gioia, non ci sono solo periodi difficili ma anche piani e che ogni nuovo equilibrio corrisponde ad una comprensione raggiunta. Credo però che il ” ‘basta’ convinto alla sofferenza” non sia sforzo di volontà , ma si raggiunga dopo osservazioni continue dei processi e disidentificazione rispetto ad essi, come del resto le Guide ci hanno ripetutamente insegnato.