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I bambini muovono karma, e se lo muovono quanto questo karma, in realtà, può essere un karma pesante? Immagino che dopo tutti i vari ragionamenti, i discorsi fatti con gli altri fratelli in questi mesi, la domanda possa avere già da voi una risposta logica e conseguente a quanto appunto è stato spiegato.
D – Io direi che sì muovono karma anche i bambini, perché da quello che ho capito io, se il karma è azione, è movimento significa che qualsiasi essere vivente muove del karma no? Quindi dal minerale, al vegetale, all’animale, all’essere umano, tutti gli esseri viventi muovono karma. Però quello che non riesco a capire è in che misura, quanto è pesante, come giustamente hai detto…
Dunque, evidentemente forse hai un attimo da chiarirti le idee in proposito. Infatti non posso lasciarti passare senza correzioni quanto tu hai affermato poco fa, ovvero che i minerali muovono karma. Noi abbiamo detto ultimamente che ciò che muove il karma, in realtà, non è l’azione, ma l’intenzione, giusto?
Ed abbiamo anche affermato che quando parliamo di intenzione come motore del karma, non ci riferiamo certamente alla vera intenzione, all’intenzione del Sé, all’intenzione della scintilla, ma ci riferiamo a quell’intenzione che viene mossa sotto le spinte del corpo akasico, d’accordo?
Ora, poiché nel minerale un corpo akasico non esiste, chiaramente il minerale non può muovere karma. Lo stesso, logicamente, vale per il vegetale e per la maggior parte degli animali, quantomeno fino a quando l’animale non arriva alle ultime vite da animale e quindi, non comincia ad avere già un rudimento di corpo akasico, d’accordo? […]
Il vero karma si muove solamente allorché vi è una spinta di coscienza di qualche tipo, ed è creato dal fatto che la coscienza non è ancora ben organizzata e quindi gli impulsi che invia all’essere incarnato non sono precisi, non sono giusti, non sono abbastanza raffinati per poterlo spingere in altro modo che egoisticamente.
Ma veniamo al nostro bambino e al suo porsi di fronte al karma.
Certamente il corpo akasico del bambino sarà più o meno organizzato a seconda dell’evoluzione che il bambino in partenza già possiederà.
Però questo potrebbe far pensare che il bambino dall’alta evoluzione non muoverà mai karma poiché, avendo un’alta evoluzione, avrà un corpo akasico quasi perfettamente strutturato, il che farà sì che la sua intenzione sarà sempre altruistica.
In realtà non è così, e anche questo lo si capisce da un altro piccolo aspetto dell’insegnamento di cui abbiamo più volte parlato, ovvero che i vari corpi dell’individuo si allacciano gradualmente e non è che l’individuo si ritrovi fin dalla nascita con i vari corpi già totalmente allacciati e interagenti fra di loro. Ecco così che il bambino, alla nascita, avrà sì un corpo akasico, magari, molto ben strutturato, molto ben organizzato, però i collegamenti con questo corpo akasico non saranno ancora perfetti, ma si andranno finendo di allacciare nel corso degli anni successivi, d’accordo?
[…] Ma ritorniamo al nostro argomento. Dicevamo che il bambino ha soltanto un corpo akasico più o meno strutturato che si va via via unendo con gli altri corpi per formare quello che alla fine sarà l’individuo maturo. Ora, certamente, fino a quando gli allacciamenti non sono completi, l’individuo ha degli scompensi nelle sue azioni; ha scompensi poiché l’equilibrio e la maturità dell’individuo vengono dati dall’azione complessiva dei suoi corpi, del corpo akasico, del corpo mentale, del corpo astrale e del corpo fisico; quindi, nel bambino non essendovi ancora questo equilibrio, vi saranno dei momenti di disequilibrio per cui le sue azioni, il suo modo di essere, anche le intenzioni che manifesterà poi sul piano fisico non avranno poi molto valore, in fondo, per la sua coscienza.
L’intenzione parte da vibrazioni inviate dal corpo akasico, d’accordo?
Questa intenzione vibra all’interno della materia mentale cercando vibrazioni simili che la guidino verso il piano fisico.
Allorché le trova, vibra con la materia astrale e anche qua viene favorita nel suo estrinsecarsi da vibrazioni simili, all’interno del piano astrale e, alla fine, si manifesta all’interno del piano fisico.
Ora, poiché nel bambino non tutto il corpo mentale e il corpo astrale né, tanto meno, il corpo akasico, sono allacciati, l’intenzione, la vibrazione che parte dal corpo akasico dovrà per forza compiere determinati cammini, avrà poche scelte nella sua manifestazione, potrà non trovare, ad esempio, nella sua manifestazione una vibrazione mentale che l’aiuti; questo cosa farà? Farà sì che la vibrazione che parte dal corpo akasico prenderà una direzione diversa da quella che prenderebbe normalmente in un individuo adulto, e quindi in qualche modo defletterà e si trasformerà, in modo anche vistoso.
Lo stesso accadrà allorché non troverà un’analoga vibrazione nel corpo astrale, il che vuol dire che molte volte l’azione del bambino sarà totalmente diversa da quella che poteva essere la spinta del corpo akasico, anzi al punto tale che non ci sarà stata possibilità alcuna, in realtà, nell’influenza del corpo akasico, di manifestare un’intenzione qualunque, proprio perché manca la materia prima perché il bambino la possa manifestare.
E siccome non vi è questa possibilità vera, l’azione del bambino non potrà muovere, in questi casi, un karma, in quanto il karma diventa attivo veramente quando l’intenzione che si manifesta potrà manifestarsi nel modo giusto, ma non lo fa perché fermata da fattori interni dell’individuo.
Noi avevamo detto, tempo fa, fra l’altro, che gli anni di vita del bambino sono molto importanti. Sono molto importanti perché preparano il bambino, che poi sarà l’individuo adulto, ad affrontare il karma che si troverà davanti nel corso della sua esistenza.
Insomma, nei primi anni (e non soltanto nei primissimi anni, come parte della psicologia dice, ma fino a quando l’individuo è maturo) l’individuo pone le basi del suo essere per aprire le strade, per aprire le vibrazioni al suo interno, per affrontare il karma che viene da vite precedenti.
A questo modo si spiegano i traumi infantili e le paure che il bambino si crea da piccolo e che poi si trova a dover affrontare da grande: questo è necessario all’individuo per poter essere strutturato in un certo modo, per poter già avere al suo interno gli impulsi, i movimenti, i dubbi, i perché che poi lo potrebbero portare a comprendere allorché sarà adulto, quindi in piena consapevolezza; o, perlomeno, a far sì che quando potrà usare la sua piena consapevolezza, se lo vorrà sarà in grado di affrontare il karma che gli si presenta, e da esso trarne un utile.
Con tutto questo discorso non intendo dire, però, che il bambino non muove mai karma.
Infatti vi sono dei casi in cui può muovere il karma (e questo è sempre una conseguenza di quanto spiegavo prima): accade allorché l’intenzione che parte dal corpo akasico in realtà trova già la materia prima con cui vibrare all’interno del suo corpo mentale, del suo corpo astrale.
Avevamo detto che i corpi del bambino non sono ancora completamente allacciati, ma lo sono solo in parte, parte che va aumentando quantitativamente con il passare del tempo. Ora il karma che può muovere il bambino può riguardare solo quella parte di cammini che sono possibili tra la sua coscienza akasica e la sua consapevolezza.
Può accadere, dunque, che arrivi al bimbo un impulso verso una comprensione e che abbia strutturato un percorso interiore che lo possa portare a comprendere la piccola o grande cosa che gli viene presentata. Il karma del bimbo si genera proprio allorquando potrebbe comprendere qualcosa, eppure non lo vuol comprendere; ecco, in questi casi può muovere un karma, che certamente non sarà mai un grossissimo karma, in quanto non è ancora completamente strutturato, tuttavia potrà essere già un elemento, una base di karma.
Naturalmente il discorso dei bambini è un discorso molto, ma molto complesso, proprio perché costituisce la base dell’individuo, costituisce il terreno su cui poi l’individuo edificherà se stesso e la propria possibilità di comprensione.
Domanda – Stavo pensando se questo discorso che hai appena fatto può essere valido anche per i bambini handicappati, cioè per quel tipo di handicappati che hanno un corpo fisico che non può rispondere a questi impulsi che provengono dagli altri piani, tutto questo sempre per quel che riguarda il karma.
Direi che il discorso è ancora valido. È ancora valido anche nei casi non soltanto in cui il bambino è handicappato ma anche l’individuo, in generale, non riesce a manifestare se stesso in modo totale sul piano fisico.
Ed è valido esattamente nella stessa misura anche se non riesce a manifestarsi, in quanto (lo ripetiamo e questo è un concetto che dovete comprendere a fondo): non è la manifestazione che muove il karma, ma è l’intenzione a muoverlo.
Se l’individuo handicappato ha un suo corpo akasico ben strutturato, ha un suo corpo mentale che, in realtà, è ben strutturato, ha un suo corpo astrale che è ben strutturato, o almeno conformemente alla sua evoluzione, ecco l’intenzione e quindi una possibilità che smuova il karma.
Che poi gli organi fisici preposti alla manifestazione dei sentimenti o dei pensieri non rispondano nel modo adeguato all’interno del piano fisico, questo non significa assolutamente che l’individuo rispetto alla sua coscienza non accumuli karma.
Anche positivo, naturalmente.
D – Prima si diceva che – dalla nascita fino alla piena maturità – tutti questi anni servono per allacciare i vari piani, i vari corpi, e tutto questo a sua volta serve per preparare l’individuo a sciogliere i suoi karma. Allora tutto quello che dice la psicologia: l’influenza dell’ambiente, dell’educazione, della cultura, dello stato sociale, della religione etc., anche questo serve soltanto per fornire al bambino quegli stimoli per arrivare ad essere pronto ad affrontare quel determinato karma? Traumi compresi?
Ma senza dubbio!
Tutto quanto accade all’individuo inserito nella propria famiglia, nel proprio ambiente, nella propria società ha la funzione di metterlo davanti alle esperienze e alle situazioni di cui ha bisogno.
Questo accade sempre.
D – Sì, però noi abbiamo parlato di karma che si muove, non di karma che si subisce, uno il karma lo può subire anche a 10 anni? Un bambino che perde entrambi i genitori a 7-8 anni sta subendo un effetto karmico?
Qua il discorso è da rendere un poco più sottile, forse. Diciamo che l’azione del karma la subisce – nel caso che tu hai appena detto– supponiamo giusto a 10 anni.
Ma, in realtà, il karma vero e proprio si esplica poi, dalla maturità in avanti, in quanto è dalla maturità in poi che può comprendere le cose che l’azione subita in precedenza gli ha messo davanti.
Diciamo: l’esperienza avviene prima, la possibilità di comprendere viene dopo. Quindi in realtà il karma, siccome spinge verso la comprensione, la comprensione che prima non può raggiungere, è un karma protratto che va dall’azione subita fino al momento della comprensione, o meglio della possibilità di comprensione. […]
Sembra difficile tutto questo. È difficile, come stiamo ripetendo più volte in questi ultimi tempi, riuscire a mettere assieme tutti i vari tasselli. Però, a me sembra che, se si tengono presenti le ultime cose che abbiamo detto, il velo dell’intenzione del corpo akasico, del passaggio di questa intenzione attraverso la volontà che la sorregge fino a manifestarsi nel piano fisico, allora molte cose hanno già da sole una spiegazione. Basta seguire un semplice processo logico e cercare di capire questo processo di manifestazione attraverso l’individuo per comprendere un sacco di cose. Moti
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Molto molto ben spiegato e stimolo di ulteriore studio. Utilizzerò la versione pdf per stamparmelo e rileggerlo con calma. Grazie
Moto chiaro, non avevo mai riflettuto sul fatto che da bambini l’esperienza può avvenire prima, come nell’esempio riportato e la comprensione poi. ma questo credo possa succedere anche da adulti. Prima si fa una esperienza e solo dopo avviene la comprensione di quanto accaduto.