Forse è il caso di riprendere per un attimo il discorso del DNA, riprendendo cose che avevamo già detto in passato, ma che possono essere importanti per i discorsi che stiamo facendo ultimamente.
Voi siete abituati, secondo la vostra scienza ufficiale, a considerare il DNA come una struttura prettamente fisica, fatta di sostanze chimiche, di molecole, di atomi che scambiano informazioni tra di loro, facendo sì che all’interno del corpo si applichino delle ripetitività di meccaniche che portano alla costituzione del vostro corpo fisico.
In passato avevamo detto che come è logico e come accade in tutto il Cosmo, d’altra parte qualsiasi materia fisica non è mai scollegata dalle altre materie, ma, per esistere, è necessario che sia collegata a materia astrale, a materia mentale, e anche a materia akasica; magari si tratta di materie che non sono ancora totalmente formate, magari come il cristallo si tratta di materie che sono praticamente indifferenziate, ad esempio. Tuttavia, affinché vi sia la manifestazione sul piano fisico di un corpo fisico, qualunque esso sia, è necessario che vi sia un aggancio con tutte le materie che compongono il tessuto della realtà, altrimenti la realtà si disgregherebbe. E questo mi sembra ovvio.
Questo significa, d’altra parte, che anche quello che voi siete abituati a concepire come parte strettamente fisica, materiale, fisiologica, debba avere una componente astrale e una componente mentale e che, essendo il corpo dell’uomo grandemente strutturato e possedendo un corpo akasico di una certa complessità, non farà più capo a materia indifferenziata, a materia poco strutturata, ma a sua volta avrà una struttura che si replica sui vari piani di esistenza di materia appartenente ai corpi che possiede l’individuo quando si incarna. Da qui proviene la nostra osservazione che la costruzione del corpo fisico è governata dalla porzione di DNA fisico, la costruzione del corpo astrale è governata nelle sue leggi, nei suoi movimenti dal DNA astrale e lo stesso avviene anche per il corpo mentale e, ovviamente, anche per quello akasico.
Il DNA governato dalle esigenze di comprensione
[…] Il DNA è a sua volta indirizzato nella sua costituzione, da che cosa? Dai bisogni di evoluzione dell’individuo. È, quindi, indirizzato direttamente dai bisogni di comprensione del corpo akasico; questo significa che nel momento in cui il DNA si costituisce in una determinata maniera, con una certa base che fornisce il carattere che poi sfocerà in personalità e nel tipo di reazioni che poi l’individuo avrà sul piano fisico, a seconda delle direttive provenienti dal corpo akasico, il corpo della coscienza, il quale, naturalmente, essendo inserito in un ambiente molto più vasto, a sua volta riceve le sue direttive dalle sfere più alte, ma lasciamo da parte questo aspetto, se no ci complichiamo troppo la vita.
Ordunque, il DNA non è che ha sua autonomia, ma è governato nelle sue reazioni, nei suoi meccanismi da quelle che sono le richieste di comprensione. Questo cosa significa?
Significa che dovete considerare il DNA una specie di relais, ovvero un meccanismo che viene messo in funzione a seconda di certi parametri esterni che attivano o disattivano determinate situazioni interne, e questo dà vita a un circolo di energie. Questo è vero per la corrente elettrica, per esempio, ma è assimilabile anche a quello che succede nel DNA. Il DNA viene attivato e riceve l’ordine di attivare, a sua volta, determinati suoi elementi interni, in accordo con le richieste dell’akasico; quindi non vi è nessuna decisionalità, discrezionalità da parte sua, non è il DNA che gestisce l’equilibrio delle energie ma è il corpo akasico che contribuisce a questa gestione delle energie attraverso i comandi e le vibrazioni che arrivano all’interno dei corpi inferiori dell’individuo attraverso il DNA.
D – Quindi la strutturazione del DNA muta in funzione della strutturazione del corpo akasico?
Certamente, questo era già insito in quanto avevamo detto prima, allorché avevamo detto che le varie peculiarità che formano il carattere di una persona provengono dalle sue incomprensioni e quindi provengono direttamente dal corpo akasico; e il corpo akasico è quello che dà questi elementi di base dell’individuo affinché possa, con gli strumenti che gli sono stati donati quando si incarna, fare esperienza e aggiungere nuovi elementi o sfumature di comprensione.
Mi sembra che risulti chiaro che tutto, comunque sia, fa capo a quelle che sono le vibrazioni, i dettami che provengono dai bisogni dell’akasico. Quindi, ripeto, cerchiamo di non immaginare il DNA come qualcosa che fa o decide: il DNA è uno strumento, così come sono uno strumento il vostro corpo fisico, il vostro corpo astrale, il vostro corpo mentale e anche, a ben vedere, anche il vostro corpo akasico.
D – Quello che hai detto non spiega, però, una cosa: in che modo il DNA riequilibra i corpi, anche se non lo fa di sua spontanea volontà.
[…] Il corpo akasico invia le richieste di esperienza che devono coinvolgere tutto l’individuo e farlo reagire sul piano fisico, e per governare l’insieme dei suoi corpi inferiori passa attraverso il loro DNA. L’azione che viene messa in moto all’interno dei tre corpi provoca uno spostamento dell’energia affinché le situazioni si evolvano, accadano, succedano e ci sia la possibilità di fare esperienza.
Ora, voi dite: “ma come, voi avete sempre detto che all’interno del sistema corpi inferiori la somme delle energie resta sempre costante! Ma com’è che resta costante? Cos’è che la fa restare costante?” La fa restare costante la consapevolezza del corpo akasico che l’energia che ha a disposizione è quella e non può essere diversa, cosicché sarà lo stesso corpo akasico che, attraverso l’attivazione o la disattivazione (diciamo dei geni per semplificare le cose) all’interno delle varie porzioni di DNA, provocherà un aumento o una diminuzione delle varie energie in modo da mantenere l’equilibrio energetico costante.
D – Comunque la regolazione avviene sempre tramite l’attivazione disattivazione di componenti che sono già nel DNA, non avviene una vera e propria modifica del DNA nell’ambito di una incarnazione.
Le modifiche ci possono essere certamente.
D – Proprio modifiche?
Proprio modifiche.
D – Ma di entità limitata o possono essere anche pesanti?
Generalmente di entità limitata; poi ci sono, come in tutte le cose, dei casi eccezionali in cui avvengono particolari reazioni, ad esempio, che so: la crescita di una nuova dentatura; questo è contro i dettami della fisiologia normale eppure avviene perché, evidentemente, c’era bisogno di fare quel tipo di esperienza, e allora deve attuarsi qualcosa di completamente lontano dalla norma.
Com’è possibile visto che il genoma dell’essere umano contiene l’ordine genetico che vi debba essere una nascita dei denti, una caduta dei denti da latte e una crescita della dentatura definitiva e basta che possa avvenire un’ulteriore dentizione? Questa seconda dentatura va contro ovviamente quella che è la struttura genetica normale dell’individuo, e questo significa che, a un certo punto, la struttura genetica dell’individuo è cambiata, significa, cioè, che quei geni che hanno provocato la prima dentatura si sono riattivati provocandone una seconda. E questo come può accadere? Può accadere soltanto per un intervento esterno che fa ripetere la stessa attivazione. Scifo
Grazie, molto chiaro. Mette luce sulla “fisiologia” dei rapporti tra coscienza e corpi inferiori