Ritornando al concetto di decodifica, c’è ancora almeno una questione da chiarire nel nostro tentativo di fornirvi una corretta base teoretica. Il fatto che l’errore di decodifica venga attuato su un corpo particolare, ha qualche risvolto?
E, di conseguenza: cosa e come può cambiare la ricerca dei percorsi vibrazionali a seconda di quale sia il corpo in cui è avvenuta la decodifica sbagliata? O, per essere più dettagliati: il fatto che l’errata decodifica avvenga nel corpo fisico o in quello astrale o in quello mentale, comporta delle differenze significative nel compiere il nostro lavoro?
E, di conseguenza: cosa e come può cambiare la ricerca dei percorsi vibrazionali a seconda di quale sia il corpo in cui è avvenuta la decodifica sbagliata? O, per essere più dettagliati: il fatto che l’errata decodifica avvenga nel corpo fisico o in quello astrale o in quello mentale, comporta delle differenze significative nel compiere il nostro lavoro?
La principale considerazione da fare consiste essenzialmente nel fatto che il corpo più perturbato risulta essere quello interessato dalla decodifica sbagliata mentre per gli altri corpi non ci sono accadimenti di particolare rilievo; infatti, l’errore di decodifica non si ripete sugli altri corpi che attraversa i quali decodificano l’errore proveniente da un altro corpo secondo i loro parametri particolari, non commettendo errori a loro volta ma applicando giustamente la loro decodifica su ciò che hanno ricevuto.
Di conseguenza la vibrazione mal decodificata passa attraverso gli altri corpi portando con sé l’errore di decodifica che, però, non provoca ulteriori errori di decodifica nella traduzione fatta dagli altri corpi che, lo ripeto per sicurezza, non hanno compiuto errori di decodifica, ma hanno solamente attuato la decodifica di informazioni sbagliate in partenza.
Certamente gli effetti dell’errore di decodifica sono rintracciabili in tutti i corpi attraversati dalla vibrazione, tuttavia non aggiungono ulteriori perturbazioni vibrazionali inerenti tali corpi i quali, comunque, dal canto loro contribuiscono al passaggio dell’errore da un corpo all’altro fino ad arrivare all’estrinsecazione del somatismo all’interno del piano fisico.
Ne consegue che ciò che va identificato è e resta l’errore di decodifica che sta a capo del costituirsi del somatismo che si manifesta: l’osservazione degli altri corpi, tuttavia, rimane utile come elemento che permette l’individuazione del percorso continuo e non frammentario della vibrazione che si sta osservando.
Può risultare utile segnalare un ulteriore dettaglio. Il fatto che la decodifica errata si incontri – in mancanza di acquisizione di dati rilevanti ai fini della comprensione – sia nel corso della discesa verso il piano fisico che in quello della risalita verso il corpo akasico, ci permette di trascurare nella nostra analisi pratica la decodifica sbagliata nel percorso di discesa, dato che essa si ripeterà nella fase di ritorno all’interno dello stesso corpo e della stessa zona di quel corpo. Le modifiche apportate dall’esperienza vissuta sul piano fisico infatti, come abbiamo già visto in precedenza, diventeranno veramente rilevanti solamente allorché i dati raccolti dal corpo akasico lo indurranno a inviare una nuova richiesta di dati modulata diversamente rispetto all’invio precedente.
Indubbiamente ci troviamo davanti a un percorso di non facile tracciabilità. Fortunatamente esistono altri punti di vista dai quali osservare questo processo apparentemente ambiguo e indecifrabile.
Se accettiamo quanto abbiamo esaminato ed elaborato nel corso di tutti questi anni in cui abbiamo cercato di portare alla vostra attenzione il fatto che non esistono parti a sé stanti all’interno del Cosmo, ma che esso è una complessa sinfonia perfettamente architettata in maniera logica e sequenziale nella quale ogni individuo è, in se stesso, una ripetizione del Cosmo nella sua interezza e nei suoi meccanismi, mai a sé stante, bensì armonicamente parte dell’intero tessuto cosmico, devono esistere gli elementi che permettano al “microcosmo uomo” di operare al proprio interno per aiutarlo a ricercare e raggiungere la sua armonizzazione all’interno del Cosmo.
E questi elementi devono essere alla sua portata, da lui individuabili e utilizzabili, altrimenti sarebbe in balia di eventi a lui esterni su cui non potrebbe aver nessun controllo e nessun tipo di influenza e, di conseguenza, non avrebbe alcun senso parlare di una sua responsabilità personale nel processo evolutivo sia individuale che cosmico: il Cosmo diventerebbe l’immenso oceano con le sue correnti che porterebbe senza scampo la navicella umana lungo rotte predestinate e ineludibili, fisse per ogni individuo, il quale risulterebbe, di conseguenza, totalmente privo di alcuna libertà di azione, di movimento, di espressione e di arbitrio.
I dati per lavorare su di sé
[…] Gli elementi usabili dall’individuo per lavorare su se stesso, come dicevamo, devono non solo essere presenti ma, anche alla sua portata, affinché egli li possa adoperare per compiere l’osservazione di se stesso e contribuire allo sviluppo di quel processo evolutivo personale che tende ad armonizzare la sua coscienza non solo con le coscienze degli altri individui, ma addirittura con quella che potremmo considerare la Coscienza cosmica.
Dopo tutti questi paroloni e frasi a effetto, ci scommetterei un’ipotetica barba dell’Assoluto che se vi chiedessi quali sono questi elementi difficilmente riuscireste a dare una risposta adeguata.
Eppure, in realtà, essi sono semplici e conosciuti da tutti voi, e sono l’Io e i simboli che esso adopera per raffigurare al suo interno la Realtà nel compiere il suo percorso di esperienza all’interno del piano fisico. E, in fondo, il lavoro che vi abbiamo proposto è basato proprio sull’uso del vostro Io e dei suoi peculiari strumenti.
Seguire il filo vibrazionale che va dal somatismo sul piano fisico all’errore di decodifica cui è strettamente collegato significa avvicinare l’Io alla possibilità di rendersi conto di quale sia l’incomprensione che gli provoca sofferenza. L’Io, nelle sue varie componenti e in dipendenza della realtà a lui esterna con la quale si trova a reagire nel corso della vita sul piano fisico, usa i vari dizionari simbolici che ha a sua disposizione: sia quelli interni “specializzati” in relazione al tipo di materia e alle specifiche funzioni (fisicità, emotività, razionalizzazione) che tali tipi di materia permettono a ognuno dei suoi corpi, sia quelli esterni suggeriti dagli archetipi transitori di riferimento dell’individuo, i quali sono formati da una simbologia meno specifica relativamente alle funzioni dei corpi e nella quale si mescolano elementi fisici, emotivi e razionali, delineando, però, un insieme simbolico multidirezionale mirato alla sperimentazione di una particolare linea di esperienza.
È evidente che l’osservazione di questi simboli e la loro decodifica e strutturazione, pur essendo compiuta dal vostro Io, può permettere quanto meno di rintracciare il percorso che va dal sintomo all’errore di decodifica iniziale. Ed ecco ora a voi il Robin Hood della spiritualità, quel corpo akasico che tanto amate e che tendete a considerare alla stregua dell’altruistico eroe che toglie all’Io per dare alla Coscienza!
Diverse domande potrebbero sorgere, a questo proposito, all’interno delle vostre belle testoline, nel ragionare sul lavoro che stiamo tentando di proporvi.
Ad esempio: il corpo akasico può fare errori di decodifica? L’akasico non può fare errori di decodifica perché non elabora soluzioni ma raccoglie e collega i dati da cui esse scaturiranno naturalmente. Come abbiamo visto esso li posiziona al suo interno confrontandoli con gli schemi vibratori fissi della Vibrazione Prima e continua a inviare richieste fino a quando il suo schema interno e quello della Vibrazione Prima non sono perfettamente identici.
Ancora vi potreste chiedere: “Il corpo akasico probabilmente riceve informazioni dai corpi spirituali. Quindi non potrebbe commettere errori nel decodificare tali informazioni?”. No, non può accadere, e questo per più motivi. Intanto nel rapporto tra l’akasico e i corpi spirituali manca quella parte essenziale alla percezione soggettiva individuale, fucina di sommovimenti caotici e spesso contrastanti ed erronei, che è l’Io.
Consideriamo, poi, la strutturazione in vari sottopiani della materia tipica di ogni piano di esistenza seguendo la concezione che vi abbiamo fornito sotto forma di tabella.
Se ricordate, il sottopiano più “alto” di ogni corpo è quello che riceve le informazioni provenienti dal corpo a lui più vicino come sottigliezza di materia, ed è in questo sottopiano che viene effettuata la decodifica dei dati ricevuti.
Questa visione sembra avvalorare una vostra ipotetica tesi di possibilità di errata decodifica da parte del corpo akasico dell’individuo ma, se ci pensate meglio, vi accorgerete senza dubbio che non può essere così. Il sottopiano superiore del corpo akasico, infatti, è quello che ha già tutta la coscienza completamente strutturata e completa, quindi ciò che riceve non può andare incontro a errori di decodifica.
Mi sembra già di sentire l’eco dei vostri pensieri: “Ma se nel nostro corpo akasico abbiamo già formato la completezza della nostra coscienza, che senso ha tutto quello che stiamo dicendo e tutto questo pazzesco intreccio di errori di decodifica, simboli e quant’altro?”
Il problema sta nel fatto che, pur essendo già la vostra coscienza perfettamente formata, tuttavia essa non riesce a pervadere totalmente l’individuo nella sua interezza con le sue comprensioni, in quanto non vi è ancora la struttura adeguata che gli permetta di farlo, dal momento che gran parte delle sue vibrazioni non trovano il collegamento fluido e continuo con la totalità dell’individuo.
Ciò che accade sugli altri sottopiani del corpo akasico, ovvero l’invio di richiesta di esperienza con tutte le problematiche che quest’invio – sottoposto alle regole di corpi transitori soggetti alla percezione soggettiva e, quindi, alla parzialità delle informazioni che ricevono ed elaborano – ha la funzione, come abbiamo sempre detto anche se magari con altre parole, di ripristinare i collegamenti tra i sentire parziali che via via si riuniscono e si collegano, strutturandosi, e il sentire totale della coscienza definitiva dell’individuo.
[…] Non vorremmo che commetteste l’errore di finire con l’identificare le incomprensioni con gli errori di decodifica: le incomprensioni non sono gli errori di decodifica, sono ciò che li provocano, dando il via alla catena di effetti che arrivano a manifestarsi sul piano fisico in ciò che abbiamo definito somatismo.
Arrivare a identificare l’errore di decodifica con il lavoro che vi abbiamo proposto non significa affatto risolvere l’incomprensione, ma solo essere arrivati all’inizio di un sentiero da percorrere che porta dalla valle al cocuzzolo della montagna.
Nei vostri confusi tentativi di trovare la causa delle vostre sofferenze finite spesso per trovarvi sepolti da una valanga di ipotesi, tutte possibili, tutte probabili ma che vi lasciano, alla fine, davanti a un crocevia estremamente complesso, davanti al quale non sapete più quale sia il sentiero da prendere o, quanto meno, quale sia quello che vi può portare benefici più immediati e urgenti.
Col lavoro che vi abbiamo proposto potreste arrivare a ridurre il crocevia a un solo sentiero, e questo, secondo noi, costituisce già un miglioramento non indifferente.
Certo, non vi troverete davanti alla soluzione dei vostri problemi ma sarete dinnanzi alla possibilità di cercare di operare in maniera mirata abbandonando i frustranti tentativi a casaccio in cui solitamente vi cimentate.
E comunque, per mal che vada, avrete contribuito con il vostro lavoro e la vostra buona volontà, a tracciare percorsi lineari tra i vostri corpi inferiori lungo i quali le vibrazioni di ritorno al vostro corpo akasico avranno la possibilità di fluire con maggiore continuità.
E, elemento non indifferente dal punto di vista sia psicologico che del vostro Io, diminuirà il vostro senso di impotenza perché vi sentirete parte attiva all’interno del vostro personale processo evolutivo. Scifo
Grazie
Mi pare che tutto poteva essere detto in maniera più sintetica. Credo di aver colto solo alcuni elementi, mentre altri mi sono sembrati ripetitivi. Materiale da approfondire.