Il circolo vibratorio e il disturbo somatico [A185-sdc9]

Come abbiamo accennato a più riprese nei messaggi precedenti, quale che sia la tipologia del somatismo presente nell’individuo, risulta essere importante il circolo vibrazionale che si forma tra l’incomprensione e la sua manifestazione all’interno del piano fisico, cioè nel corso dell’esperienza incarnativa dell’individuo.

Qualcuno potrebbe obiettare che non ci si può trovare, nel caso del presentarsi di reazioni somatiche, di fronte a un ciclo vibrazionale, dal momento che la caratteristica principale che riguarda la formazione di un somatismo è costituita dalla presenza di un’incomprensione (o, detta in un modo più aderente alla terminologia che abbiamo usato in questi ultimi tempi, di un errore di decodifica) che porta al formarsi di un blocco vibrazionale all’interno di uno dei corpi inferiori, per cui il circolo viene interrotto.

In realtà, se ci pensate con attenzione, non può essere veramente così, altrimenti il somatismo non avrebbe neanche la possibilità di estrinsecarsi all’interno della vita fisica individuale, mentre è evidente che così non è! Infatti il blocco vibrazionale (o vortice vibrazionale, se così preferite definirlo) non crea un ostacolo a tutte le vibrazioni che percorrono le informazioni nel loro cammino verso la loro manifestazione sul piano fisico, ma soltanto a quella particolare fascia di vibrazioni che più sono collegate all’errore di decodifica iniziale.

Ovviamente, la distorsione vibratoria che si viene a creare all’interno dell’individuo ha comunque delle conseguenze sul suo intero flusso vibrazionale come conseguenza di quell’effetto di risonanza tra le vibrazioni che abbiamo osservato in passato. Tali conseguenze, però, non interessano la totalità della massa vibrazionale che percorre i corpi inferiori, ma solo quella parte di vibrazioni che sono collegate, in maniera più o meno stretta, con l’errata decodifica che ha determinato l’insorgenza del sintomo somatico.

In altre parole il circolo vibratorio akasico/fisico di un individuo si viene a formare comunque, quali che siano le incomprensioni che l’individuo ha al suo interno, ma alcune delle sue componenti si manifestano in maniera distorta e dissonante quando vi è la presenza di un sintomo somatico, producendo particolari forme di reattività fisica, emotiva o razionale nell’individuo in quei particolari settori comportamentali nei quali l’errata decodifica fa sentire maggiormente la sua influenza. 

Al di fuori di quei settori il circolo fluisce liberamente e l’individuo si manifesta in maniera fluida al punto che, osservandolo nell’applicazione di tali aspetti, nulla farebbe presagire che vi possa essere qualche anomalia funzionale interna, anomalia che, invece, viene alla luce con prepotenza nel momento in cui l’individuo si trova davanti a un tipo di esperienza nel corso della quale deve adoperare il tipo di comprensione che ha male decodificato, col risultato di manifestare l’incomprensione di base attraverso quelle specifiche forme di reazione che, in fondo, sono i sintomi somatici, siano essi di tipo fisico che di tipo comportamentale.

D’altra parte, se non fosse così, non vi potrebbe essere un vero scambio tra esperienza e ampliamento della comprensione dell’individuo, dal momento che gli verrebbe a mancare la possibilità di imparare dalle esperienze compiute e di far arrivare al suo corpo della coscienza quelle nuove risultanze che, sole, possano portarlo gradatamente a decodificare in maniera sempre più adeguata le vibrazioni che gli vengono costantemente suggerite dalla Vibrazione Prima.

I due punti focali del circolo vibratorio sono, come ormai sappiamo, la richiesta di informazioni più dettagliate da parte del corpo della coscienza e la raccolta di informazioni rese possibile dalle reazioni dell’individuo nell’affrontare le esperienze che gli si presentano nel corso dell’incarnazione. 

Quindi vi è sempre uno stretto nesso tra ciò che più è interno all’individuo e ciò che, invece, più gli è esterno, ed è proprio l’esame dello stretto rapporto tra interiorità ed esteriorità dell’individuo, tra il modo in cui “sente” l’esperienza e quello in cui la affronta reattivamente sul piano fisico, che permette di applicare il “conosci te stesso” spostandolo progressivamente verso il più definitivo “comprendi te stesso”.

Se il punto di partenza, in tutti i tipi di somatismo, è comune, ovvero un’errata comprensione di qualche particolare aspetto della Vibrazione Prima e, di conseguenza, interiormente la radice formativa risulta essere comune, viene spontaneo domandarsi se questo tipo di situazione comune si verifica anche nell’osservare il rapporto del somatismo con l’esterno o se vi siano differenze distintive significative, al di là di quelle derivanti in partenza dall’aspetto che non è stato compreso.

Le principali differenze riguardano essenzialmente due elementi che fin qua abbiamo esaminato, ovvero i sensi di colpa che, come abbiamo visto, accompagnano sempre qualsiasi tipo di somatismo, e il grado di consapevolezza che ha raggiunto l’individuo, ovvero quanto si rende conto che il disagio che scaturisce dal suo somatismo gli appartenga e nasca dal suo interno e non dall’influenza che l’esterno esercita su di lui. Rodolfo

Ciclo sul senso di colpa

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