I traumi del passato che operano nel presente

“Se vuoi cambiare la tua vita, allora cambiala” Com’è facile dire una frase ad effetto, a volte, ma tutti voi sapete – per aver magari provato a metterla in pratica – come sia poi difficile operarla.
E’ facile dire: “Voglio cambiare”, ma com’è facile trovare anche mille motivi per cui, dall’esterno solitamente, sorgono le scusanti per non cambiare e ci si cristallizza nei comportamenti!
Vedete, la persona che cristallizza nei propri comportamenti e disposizioni, nella maggior parte dei casi non si rende conto di essere cristallizzata; per essa, ciò che sta vivendo può essere, sì, un problema, ma non lo considera la vera fonte del suo modo di essere; non soltanto, ma molte volte si comporta in obbedienza alla sua cristallizzazione senza neppure rendersi conto di quello che sta facendo; il suo comportamento, insomma, le appare normale e adeguato alla situazione che sta vivendo.
Questo è il cristallizzato: una persona che vive una mancanza di energia che spesso influenza la sua vita e fatica a trovare le spinte per smuoversi dalla cristallizzazione.
Questa mancanza di energia è semplicemente un meccanismo interno che si mette in atto secondo un ciclo di comportamenti che si ripete nel tempo e che talvolta riuscite a individuare; e il fatto che voi riusciate a individuarlo, pensateci bene, è già una scoperta favolosa, perché molto spesso vivete queste situazioni e non vi accorgete di vivere ciclicamente un certo tipo di comportamento, specialmente se i cicli sono molto lunghi potete anche non riconoscerli, perché magari vanno al di là della vostra capacità di raccogliere tutti gli elementi per identificarli.
Ricordate comunque che, in fondo, qualsiasi ciclo voi possiate immaginare o trovarvi a vivere, piccolo o lungo che sia, ha una sua ragione d’essere: cercate di esaminarli, per quanto possibile, dal punto di vista del vostro presente, del “qui e ora”.
Mi rendo conto che il “vivere il presente sia è un concetto difficile per tutti voi da comprendere.
Vorrei specificare che quando noi parliamo di “vivere il presente” non ci riferiamo “semplicemente” o soltanto all’azione all’interno del piano fisico, ma al vivere il presente da parte “di tutti” i livelli dell’individuo.
Ora, una situazione traumatica vissuta 40 anni prima, secondo voi è “passato” e io vi dico che non è vero!
Se questa situazione traumatica in voi crea dei disturbi, significa che questa situazione traumatica è “presente”.
Ecco ciò che giustifica – almeno fino a un certo punto, entro certi limiti – il lavoro di certe correnti psicanalitiche che tendono a cercare di andare a individuare i traumi del passato; forse è sbagliata la concezione di alcune teorie, per cui si pensa che sia necessario e sufficiente andare a individuare il trauma all’origine, mentre sarebbe più importante riuscire a fare un ponte tra il trauma dell’origine e come opera il trauma interiormente nel momento attuale che vive l’individuo; perché, indubbiamente – ripeto – se il trauma ha un’influenza psicologica sull’individuo nell’attuale, significa che attualmente ciò che ha provocato quel trauma nell’individuo è ancora vivo ed esistente.
Ecco, quindi, che osservando voi stessi – come vi diciamo spesso – nel presente, potete riuscire a trovare questi allacciamenti tra ciò che siete adesso e ciò che magari in passato è stato e, grazie al confronto tra allora ed adesso, forse – con molta buona volontà e, più che altro, molto coraggio, molta sincerità – potreste riuscire a comprendere i vostri perché e, quindi, a risolverli.
Tenete presente che c’è un elemento molto importante che gioca a vostro favore: certamente il trauma del passato è presente in voi stessi e agisce, quindi voi direte: “E’ difficile poi, alla fin fine, riuscire a fare un confronto tra un trauma del passato e il trauma di adesso”, però c’è l’importante elemento costituito dal fatto che voi non siete più l’individuo che ha vissuto il trauma originario; il trauma è rimasto lo stesso ma voi siete diversi e, certamente, in qualche modo reagirete anche diversamente al trauma. Allora cercate di osservare questo vostro cambiamento, cercate di aggiornare voi stessi a come siete ora; perché, inevitabilmente, il ricordo di qualcosa che è successo in passato, nel momento stesso in cui in voi richiama le energie che in passato avevano scatenato il problema, fa sì che cerchiate di tenervi stretti a quell’immagine che avevate di quel momento.
Se voi, per esempio, adesso, soffrite ogni volta che vedete una persona anziana perché quando eravate bambini il vostro nonno preferito è morto, difficilmente vi accorgerete che la persona che reagisce di fronte alla persona anziana reagisce come quel bambino.
Reagisce certamente come l’uomo che è diventato quel bambino, però l’immagine che voi avete dentro di voi nella vostra reazione è ancora collegata all’immagine di quel bambino. Significa che se voi riuscite ad aggiornare la vostra immagine, staccandovi da quella porzione di bambino di allora che è rimasta dentro di voi, riuscirete anche a modificare la vostra condizione interiore e, quindi, a vivere diversamente il vostro problema.
Lo so che è complicato, ma spero che mi abbiate capito.

Alcuni di voi tendono ad attribuire l’origine dei vostri traumi a cose successe in vite precedenti.
Questo può anche essere vero e, qualche rara volta, può essere utile sapere o pensare che risale tutto a quel karma, a quella vita passata; però, in realtà, tutto questo che si presenta e che riemerge in voi, nel qui ed ora, da vite passate, è vivo “adesso”, rappresenta qualcosa di voi “adesso”, comunque sia.
Quindi, può essere folcloristico, può essere interessante, può essere curioso – anche se difficilmente potete avere una prova della realtà di tale collegamento con altre vostre esistenze – però considerate che voi dovete lavorare sul vostro Io di adesso, e che è quello importante, perché è quello che potete manipolare, quello a cui potete più facilmente arrivare.

Con una certa frequenza i turbamenti interiori sono accompagnati da crisi di panico.
Come si superano le crisi di panico? Le crisi di panico si superano, senza dubbio, riuscendo a comprendere il perché si hanno!
Voi direte: “Ha scoperto l’acqua calda!”, però quanti di voi hanno avuto le crisi di panico e sono riusciti a capire perché le avevano? E quanto tempo è andata avanti prima che la situazione cambiasse? Considerate che le crisi di panico, alla fin fine, se ci pensate bene, non sono altro che un effetto psicosomatico, quindi vale tutto quello che abbiamo detto per gli psicosomatismi.
Se voi applicate la vostra volontà per bloccare la vostra crisi di panico, certamente nel rapporto con gli altri, nel rapporto lavorativo, vi può essere utile, però non avete risolto il problema della crisi di panico, l’avete semplicemente schiacciato dentro di voi.
Ecco, quindi, che a quel punto il problema che si manifestava con la crisi di panico, che suonava il suo campanello dicendovi: “Ehi, ragazzi, state attenti; guardate che così c’è qualche cosa che non va, dovete cambiare finché siete in tempo” magari finisce come crisi di panico e si trasforma in qualche altro sintomo; e noi – e anche voi, immagino – non volete trasformare semplicemente il sintomo; volete eliminarlo il sintomo, giusto?.
Volete, cioè, cambiare la vostra vita. E, allora, se volete cambiare la vostra vita, cambiatela!
Ma cambiatela seriamente, non soltanto a parole!
Se vi manca il respiro e avete paura di morire, chiedetevi: “Perché ho paura di morire? Cos’è che mi fa così paura all’idea di non esserci più? Forse la perdita degli affetti, che potrei lasciare? Ma se ho paura di perderli morendo, vuol dire che non sono convinto di aver fatto quello che potevo fare per le persone che ho amato!”.
E allora è inutile avere le crisi di panico; cerchiamo, prima che venga il momento – che poi è sempre molto più lontano di quello che uno si immagina – di fare una buona volta quello che va fatto e di riuscire a lasciar cadere le difese dell’Io cercando di guardarsi veramente davanti allo specchio, faccia a faccia, negli occhi, senza più mentire a stessi.
Non conoscersi, non comprendersi, non essere sinceri con sé stessi, trovare scuse nel proprio comportamento, attribuire agli altri la causa di ciò che noi si fa, tutto questo dà dei problemi; convincetevene fino in fondo e la vostra vita sarà diversa.
Date a voi stessi le colpe che attribuite agli altri e allora sì che avrete incominciato a cambiare la vostra vita! Scifo


Ti avviso quando esce un nuovo post.
Inserisci la tua mail:

 

 

0 0 votes
Valutazione dell'articolo
Subscribe
Notificami
guest

12 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
Vedi tutti commenti
Alessandro B

Il Cerchio Ifior è un aiuto presente nel ‘presente’.
Grazie!

Roberto D.

Scelte fatte in passato a volte riaffiorano prepotentemente con sentimenti di dolore per ciò che le mie decisioni hanno procurato negli altri . Mi rendo conto che anche ciò può diventare una cristallizzazione . Inoltre la persona che ero non è quella che ora sono .
Le parole di Scifo cadono come il cacio sui maccheroni …

Roberta I.

Post pregnante, ricco di indicazioni preziose. Mi trovo pienamente in linea con ciò che qui viene espresso, anche grazie ad esperienze dirette, che mi hanno portato alla risoluzione di alcune problematiche, che senza un lavoro di conoscenza di sé, richiederebbero un supporto psicanalitico della durata di anni.
Forse la tematica potrebbe essere approfondita con lavori di gruppo.

Antonella

Molto interessante, grazie.

Alberta

Grazie, rileggero’con calma, da approfondire

Samuele Deias

Significativo. Grazie

Sandra Pistocchi

La parola magica credo sia “responsabilità”: mi assumo pienamente la responsabilità del vivere, divento artefici, né vittima né carnefice.
Grazie!

nadia

Leggendo, immagini del passato vengono alla luce come in un fotogramma. Attenderò qualche giorno prima di rileggere queste sentite parole. Grazie.

Alberto C.

Questo brano sembra fatto su misura per me.
Non è forse più doloroso vedere la cristallizazione che si sta vivendo, piuttosto che viverla pienamente senza accorgersene, “..perchè le appare normale..” ?

Grazie.

Maria b

“…..aggiornare la vostra immagine, staccandovi da quella porzione di bambino di allora che è rimasta dentro di voi”. Questo movimento mi risuona molto attuale e sento che sta entrando a far parte della mia comprensione. grazie, post molto pertinente.

Marco Dellisanti

Mi ha colpito in particolare l’ultima parte: “Ma se ho paura di perderli morendo, vuol dire che non sono convinto di aver fatto quello che potevo fare per le persone che ho amato!” Che equivale a dire che se so di aver fatto tutto quello che potevo non devo neanche temere di morire.
Grazie

nadia

Le immagini apparse alla prima lettura di questo post non corrispondono a ciò che realmente mi ha colpita nell’interiore. Attendere che qualcosa di più nitido risuonasse è stata necessità fin da subito e, con i sogni notturni tutto si è chiarito, ma non risolto!
Sono riuscita ad aggiornare la mia immagine rispetto alla bambina che ha avuto il trauma, si è trattato di un processo che ha richiesto tempo e dolore per la comprensione che andavo maturando. Ad oggi ancora sto “lavorando” a quella comprensione, piccoli tasselli alla volta vado ad aggiungere, riconoscendo il grande significato che questo rappresenta per me, in questa vita… Resta però in questo caso la paura. Decisamente meno viscerale rispetto ad un tempo, ma il timore rispetto ciò che quell’esperienza simboleggia, c’è…
Grazie.

12
0
Vuoi commentare?x