Abbiamo visto in precedenza come la materia del corpo astrale, allorché il corpo fisico viene sollecitato in modo particolarmente intenso a livello emotivo, emetta una sorta di «protuberanza» vibratoria che avevamo definito «picco», collegata e dipendente all’intensità dell’emozione provata.
Questi picchi, dipartendosi dal corpo astrale dell’individuo, scaturiscono e si propagano a una certa distanza da esso restando, però, all’interno di quella che è l’atmosfera astrale di quel corpo, ovvero con la possibilità di allontanarsi fin dove è sorretto dalle vibrazioni astrali emesse dal corpo astrale dell’individuo. Questo significa che detti picchi possono, nei casi in cui l’intensità emotiva è massima, arrivare fino ai confini dell’ambiente astrale individuale.
Per aiutarvi a comprendere questo concetto non vi è bisogno di fare dei grandi esempi che illustrino questo fatto: basta ragionare un attimo sui fenomeni ben noti quali l’isteria di massa per avere un esempio dell’ampiezza dei picchi astrali di persone soggette a una forte scossa emotiva e, inoltre, per poter giungere a comprendere, senza grandi difficoltà concettuali, come questi picchi possono (allorché arrivano a contatto con le atmosfere astrali di altre persone particolarmente ricettive a quel tipo di vibrazione in quel particolare momento) influenzare emotivamente altri individui.
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Se l’atmosfera astrale dell’individuo potesse essere scomposta nelle sue varie componenti quantizzando le intensità di ognuna di esse, si otterrebbe una mappa del corpo astrale dell’individuo fornendo un immagine della sua emotività talmente complessa ed articolata da rendere evidente ciò che noi così spesso vi abbiamo detto nel corso di questi anni di insegnamento, ovvero che ogni essere incarnato è unico e irripetibile.
Infatti i fattori emotivi (ovvero, in termini filosofici, le diverse vibrazioni dalle diverse intensità che li caratterizzano) sono talmente tanti e talmente dipendenti da quella che è l’evoluzione dell’individuo e, quindi dalle esperienze fatte nelle sue varie vite e da ciò che da dette esperienze è stato tratto a livello di comprensione, che ogni corpo astrale costituisce un’impronta «digitale» unica e personale. E ciò vale anche per ogni corpo fisico o, se è per questo, anche per ogni corpo mentale.
È bene tenere presente un’ulteriore considerazione da fare che, pur nella sua ovvietà (o forse proprio per questo) può sfuggire all’attenzione ma che, invece, costituisce una base importante per le conseguenze concettuali a cui porta: gli ambienti vibratori delle persone sono sì definibili individualmente e personalizzati dalle qualità astrali di ogni corpo astrale individuale, ma non sono isole vibratorie (o sfere vibratorie, se preferite) a sé stanti: esse si trovano in continuazione non solo in contatto ma anche in sovrapposizione con le atmosfere di altri corpi astrali.
Questo significa che proprietà vibratorie simili di ambienti astrali diversi si possono sommare, rafforzandosi, anche se temporaneamente, così come proprietà vibratorie discordanti di ambienti astrali diversi possono annullarsi o contrastarsi a vicenda.
Questo sta alla base, per fare un esempio molto banale, dell’attrazione che a volte provate verso un’altra persona sin dal primo momento in cui la incontrate o dall’istintiva ripulsa che avvertite verso altre persone con cui venite a contatto nel corso delle vostre giornate. Il discorso potrebbe anche essere ampliato maggiormente e in direzioni molto interessanti (un`esempio per tutti: la sfera sessuale), ma ciò esula dai miei scopi del momento e, perciò, lasciamo tale ampliamento a un’altra occasione più adatta.
Ritorniamo, dunque, al concetto di «picco» vibratorio, osservandolo brevemente nella sua realtà all’interno del corpo mentale, dal momento che, anche in esso, ovviamente, emergono questi improvvisi scoppi vibratori che abbiamo definito «picchi».
È evidente che, così come il corpo astrale e i picchi che da esso emanano sono conseguenza della qualità della materia astrale che reagisce all’intensità emotiva, anche per il corpo mentale essi scaturiscono dalla reazione della materia mentale all’intensità di pensiero. È altresì evidente che le varie meccaniche e modalità riscontrate nella nostra analisi dei picchi astrali sono, logicamente applicabili a quelli mentali.
Ciò che più vi ha messo in difficoltà è stato trovare un esempio di questi picchi mentali e comprendere come e da che cosa essi scaturiscano.
È essenziale, per chiarire questi elementi, avere ben chiara la suddivisione del corpo mentale nei suoi cicli interni, ognuno parzialmente a sé stante ma, alla resa dei conti, complementari: il ciclo interno che riguarda il corpo mentale inferiore e quello che riguarda il corpo mentale superiore.
Vediamo di specificare meglio.
Il corpo mentale inferiore, quello che, per convenzione, abbiamo situato più vicino al corpo astrale dell’individuo (in quanto costituito da materia più densa) è strettamente collegato a quello che è l’Io dell’individuo incarnato; i pensieri che esso formula ed elabora, sono conseguenza delle cognizioni acquisite nel corso della vita della persona stessa.
Essendo esso strettamente collegato all’Io agisce e reagisce direttamente a ciò che le componenti fisiche e astrali dell’Io vanno sperimentando nel rapportarsi all’esperienza incarnativa. Ecco, quindi, che un’esperienza particolarmente «forte» provoca forti reazioni fisiche e astrali ma, anche, forti reazioni di elaborazione mentale che forniscono l’intensità del pensiero al mentale inferiore, il quale emetterà picchi più o meno intensi grazie al circolo vibratorio di ciò che forma l’Io (fisico-astrale-mentale, ndr), in dipendenza diretta con ciò che sperimenta sul piano fisico.
Prendiamo come esempio la sessualità, visto che già ne avevo accennato poc’anzi: le reazioni fisiologiche di tipo sessuale vengono alimentate da vibrazioni emotive all’interno del corpo astrale (ma è vero anche l’inverso, naturalmente) le quali portano al nascere di pensieri indirizzati verso l’idea di esperienza sessuale all’interno del corpo mentale inferiore, il quale elabora fantasie sessuali, talvolta come fantasmi mentali perché I’esperienza può essere ancora incognita e, quindi, il corpo mentale alimenta la fantasia erotica provando il desiderio di compiere tale esperienza sotto la spinta del tentativo di risolvere una sua incognita a riguardo. L’intensità del desiderio di esperienza e, quindi, l’intensità del pensiero che la sorregge provoca un’emissione di energia mentale, un picco, verso l’oggetto del desiderio.
Il corpo mentale superiore, invece, essendo di materia molto più sottile, è situabile (sempre per convenzione figurativa) più vicino al corpo akasico e ne subisce maggiormente l’influenza. Questo non significa che a questa parte del corpo mentale non arrivino le spinte dell’Io, bensì che esse gli giungono meno intense e che, quindi, le vibrazioni che provengono dal corpo akasico possono sortire una maggiore influenza, proprio perché meno contrastate, nel loro propagarsi, dalle vibrazioni dell’Io.
Ne deriva come conseguenza che il pensiero, nel corpo mentale superiore, è sorretto e indirizzato principalmente dai bisogni del corpo akasico e non da quelli dell’Io. Ecco, perciò, che i picchi provenienti dal corpo mentale superiore prendono forza dal bisogno di comprensione dell’akasico e la loro intensità è diretta conseguenza dell’urgenza della comprensione o del fatto che, magari, il corpo akasico ritenga quell’esperienza essenziale al completamento di un certo tipo di comprensione.
È ovvio che anche in questo punto del ragionamento potrebbero essere inseriti molti altri concetti o molte altre considerazioni, non certo scevre d’importanza ma, anche in questo caso, preferisco fermarmi a questo punto.
Un’ultima cosa, per questa volta. È curioso che nessuno di voi si sia chiesto se esistono dei picchi fisici e in che maniera, eventualmente, si manifestino, magari citando un esempio. Pur cercando di adoperare tutto il mio ottimismo, non penso che la mancanza sia dovuta al fatto che voi avete già compreso questo aspetto della realtà. Molto più probabilmente proprio non vi è neppure venuta l’idea che anche il corpo fisico potesse emettere dei picchi.
Vi do io, dunque, qualche esempio di picco fisico: il sudore, oppure il rossore o il pallore delle guance, oppure cercatene da soli degli altri, se v’interessa farlo! Si tratta, dunque, di reazioni improvvise e più o meno violente della materia fisica sotto la spinta delle sollecitazioni che riceve la materia del corpo dell’individuo, e che arrivano a propagarsi in quello che è I’ambiente individuale del corpo fisico il quale, come abbiamo accennato in precedenza, è molto limitato a causa della relativa rigidità della materia fisica che lo costituisce e, quindi, della vibrazione fisica che è in grado di emettere. Scifo
Argomento complesso ma molto chiara l’esposizione.
Grazie Scifo e grazie amministratore.
Chiara è l’esposizione. Credo che sia molto importante tener conto della distinzione tra ciclo vibrazionale mentale inferiore e superiore: da approfondire. Grazie.