I mezzi personali per opporsi al potere esistono [A204]

Il problema è costituito dal fatto che il vostro Io “occidentalizzato” si rifiuta di perdere ciò che ritiene di aver acquisito e che porta lustro alla sua immagine, rifiutando l’idea che per cambiare il mondo lui, per primo, dovrà fare delle rinunce, modificando, per prima cosa, la sua idea di cosa significhi benessere e di quale rapporto il concetto di benessere abbia realmente con il concetto di felicità.

Avere quattro televisioni, due automobili e una motocicletta, due cellulari, due Ipad, il robot da cucina, centinaia di libri o di supporti musicali o, che so io, una collezione di quadri d’autore o di francobolli, capi di abbigliamento firmati o alla moda fa veramente ampliare la vostra felicità o, invece, apre la strada all’infelicità di non avere, invece, cinque televisori, due automobili, un fuoristrada e una motocicletta, tre cellulari con doppia fotocamera, due Ipad e un tablet e via e via e via, in una logica del possedere che, alla fin fine, non risulta essere altro che un arido elenco di cose materiali apportatrici di una felicità solo effimera e transitoria dal momento che, comunque, arriverà certamente prima o poi il momento in cui dovrete abbandonare tutto ciò che avete posseduto, persino il vostro stesso corpo?

Come diciamo spesso “se volete cambiare la vostra vita, cambiatela!”. E, se davvero volete cambiarla, dovete prendere coscienza che davanti a voi si apre un sentiero che è fatto anche di rinuncia, almeno in parte, di ciò che è superfluo.

Tutti voi, ne sono sicuro, auspicate un mondo migliore ma come può migliorare se ognuno di voi non incomincia, nel suo piccolo, a renderlo tale? Credo che ognuno di voi giustifichi se stesso e la sua adesione ai falsi modelli di vita che vi vengono contrabbandati come ideali mete per un reale benessere, denunciando il fatto che, se pure ciò può anche essere vero, rimane il fatto che ognuno di voi non ha il potere di cambiare le cose e di non poter in alcun modo contrastare lo strapotere di governi, multinazionali, lobbies, poteri economici forti e via e via e via.

Non sono d’accordo e non posso esserlo, visto che il nostro parlare su quest’argomento negli anni ha sempre affermato che il reale cambiamento avviene non con le rivoluzioni armate ma con il cambiare del sentire della singola persona. Per riprendere una citazione già adoperata dal primo amico che ha parlato “niente può resistere nella via del potere di milioni di voci che chiedono di cambiare”.

I mezzi personali per opporsi al potere imposto (apertamente o subdolamente) esistono.

Se, per ipotesi, all’interno della vostra Unione Europea (unione di banche e vassallaggio della Germania, più che reale unione di popoli e di coscienza) tutti i cittadini comuni decidessero di non comperare più automobili tedesche, pensate che ciò non indurrebbe un cambiamento della politica europea senza aver dovuto adoperare la coercizione o la forza? Se, sempre per ipotesi, nessuno andasse a esprimere il suo voto sulla costituzione di un nuovo governo perché ritenuto composto da persone ormai senza ombra di dubbio miranti solo al loro tornaconto, non pensate che questo porterebbe, per forza, a un cambiamento?

Senza dubbio questi mezzi assumono valore soltanto allorché diventano appannaggio della massa ma perché ciò avvenga è necessario che si arrivi a un risveglio delle coscienze individuali e sono certo che la strada perché ciò accada è ormai stata imboccata, anche se apparentemente sembra che stia avvenendo esattamente al contrario osservando l’apparente perdita di valori, l’individualismo e il protagonismo esasperato indicato come modello di vita e la decadenza dei costumi e via e via e via che sembrano diventare la norma sociale.

Ognuno di voi è chiamato in prima fila per favorire il processo, specialmente voi che da così tanti anni cercate di seguire una linea di pensiero che si discosta da quella comune del gregge che preferisce restare ignaro della Realtà piuttosto che mettersi in gioco per timore di perdere anche solo una briciola di quello che possiede. Non vi diciamo di prendere le armi e di combattere perché la violenza, come insegna la storia, non serve ad altro che a favorire altra violenza, né di emulare San Francesco e vivere in assoluta povertà perché quando è possibile è giusto beneficiare dei doni che l’esistenza elargisce sia spirituali che materiali, ma di incominciare ad adoperarvi per essere, ognuno di voi, un germe di cambiamento.

Non nascondete dietro a un dito le vostre pasciute fattezze, creature, pensando, per esempio, di tacitare le vostre coscienze adottando un bambino a distanza che probabilmente mai incontrerete e al quale i vostri aiuti economici, come spesso accade, neanche arriveranno, o, magari con il piacevole risultato di ottenere una qualche detrazione fiscale, donando un vostro surplus economico a uno dei molti enti che vi chiedono in continuazione offerte che finiscono spesso più a mantenere viva e ampliare l’influenza di tali enti che a realizzare gli scopi dichiarati!

Certo, in fondo è meglio questo che niente, se è vero che è l’intenzione del donatore quella che conta. Ma, se l’intenzione porta a ottenere anche dei risultati più sicuri e meno strumentalizzabili da altri le cui intenzioni reali non vi sono né vi possono essere veramente note, non credo che sia una brutta cosa.

Per esercitare il vostro altruismo, creature, cominciate da poco e da vicino,  così vi potrete anche rendere più facilmente conto che, spesso, un atto di compartecipazione affettuosa o di sostegno morale può essere più utile di una donazione economica perché, dopo che il denaro è stato speso e, magari, il problema non è stato risolto che per un limitato lasso di tempo, la vicinanza spirituale che è stata trasmessa e ricevuta non si volatilizza ma resta nell’intimo di chi l’ha avvertita, ricevendone da essa conforto, speranza e la certezza di non essere davvero soli e abbandonati in balia della vita.

Visto che questa volta abbiamo abbondato in citazioni voglio esagerare ricordandovi il famoso “I have a dream” (“Io ho un sogno”) di Martin Luther King che mantiene inalterata la sua forza anche a cinquant’anni di distanza nel tempo.

Sono certo che ognuno di voi ha un sogno che configura dentro di voi un mondo centrato su quelle direttive che più avvertite come giuste. Volete che il vostro sogno resti un’ipotesi strumentalizzata dall’Io per pavoneggiarsi mostrando, solamente a parole, la sua sensibilità e il suo fervore rivoluzionario verso un mondo migliore? Se è questo che volete state tranquilli che non sarà difficile realizzarlo, d’altra parte è ciò che fate comunemente nella vostra vita di tutti i giorni!

Se, invece, volete adoperarvi per avviare il vostro sogno lungo la strada della sua realizzazione non fatevi fermare dalla consapevolezza che dovrete impegnarvi in prima persona, che sarà necessario fare delle rinunce, che perderete per strada dei privilegi economici, che verrete magari additati come illusi sognatori alla ricerca della costruzione di un’utopia irrealizzabile.

E restate pronti, quando il vostro sogno sarà all’orizzonte, a sognarne un altro, fino a quando non avrete più bisogno di sognare perché abbraccerete quella Realtà in cui il sogno ha ritrovato la sua reale essenza di strumento evolutivo e non di fine dell’evoluzione. Scifo

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