Gli Archetipi Permanenti nell’architettura della Realtà [A157-ap3]

Non è certamente un caso il fatto che praticamente tutte le cosmogonie, ovvero le teorie sulla nascita del Cosmo, che si sono sviluppate sul pianeta nel corso dei secoli, abbiano in comune la concezione di un elemento formatore del Cosmo che può venire ricondotto al concetto di vibrazione.

Dalla luce al verbo, dalle onde dell’oceano al canto, dalla contrapposizione/unione di yin e yang che dà sostanza e vita alla Realtà, alla creazione di un Cosmo vomitato dal suo Creatore.

Anche noi, in fondo, non ci discostiamo da questo concetto comune dal momento che, infatti, abbiamo sempre indicato come strumento primo della creazione del Cosmo la vibrazione e, in particolare, la Vibrazione Prima, indicandola come ciò che mette in moto il processo creativo del Cosmo e che gli imprime non solo tutte le direttive di base che caratterizzeranno le componenti e lo sviluppo di quel particolare Cosmo, ma anche il primo impulso che fornisce alla materia cosmica la spinta per strutturarsi e creare l’ambiente più adatto al propagarsi delle informazioni portate dalla Vibrazione Prima, le quali condurranno all’avviarsi dei molteplici processi che si formeranno all’interno dell’ambiente cosmico per avviare e mantenere stabile e continuo il suo percorso evolutivo.

In definitiva, possiamo affermare che la Vibrazione Prima è il primo strumento che viene usato dall’Assoluto per costituire la realtà del Cosmo e che, per analogia con concetti già usati in passato, potrebbe essere concepita come l’immagine stessa dell’Assoluto. Senza dubbio non si tratta di una sua immagine totale, in quanto le informazioni che trasmette al Cosmo hanno certamente legami con il Tutto ma ne sono solamente una manifestazione parziale; d’altra parte, ovviamente, non può essere che così, altrimenti si dovrebbe arrivare a dedurre una corrispondenza e addirittura un’identificazione tra il Cosmo e il Tutto, che, dal punto di vista logico, sarebbe come arrivare a identificare la mela con il melo che l’ha generata. Vito

La Vibrazione Prima, dunque, è uno strumento che, come un gioco di scatole cinesi, contiene al suo interno almeno un altro strumento essenziale alla strutturazione del Cosmo e all’innesco dei processi che in esso operano, ovvero gli Archetipi Permanenti.

Se della Vibrazione Prima possedete ormai una conoscenza di base univoca e accettabile (anche se certamente non completa, dal momento che essa è talmente complessa che difficilmente potreste veramente abbracciarne l’ampiezza e fare veramente vostra la totalità delle informazioni che essa contiene), degli Archetipi Permanenti, invece, avete una visione non molto strutturata anche se, per onestà, si può dire che abbiate per lo meno intuito e fatta vostra con una certa stabilità la concezione dell’influenza che essi hanno nell’indirizzare, nel richiamare verso la comunione col Tutto ogni creatura che all’interno del Cosmo esegue il suo percorso evolutivo.

Ma sono certo che se vi chiedessi (come, d’altra parte, ho fatto di recente) quanti e quali sono gli Archetipi Permanenti, vi trovereste impreparati a dare una risposta certa a tale domanda e, tanto meno, a dare una risposta accettata e condivisa con tutte le altre creature che, assieme a voi, cercano di stare dietro a quanto vi andiamo proponendo in questi ultimi anni di insegnamento. Per cercare di capire meglio la questione proviamo a seguire un percorso logico differente dall’usuale.

Tutta la Realtà, e non solamente quella di un singolo Cosmo, segue un percorso particolare che la conduce dall’Unicità alla Molteplicità o, per dirla in altri termini, che, partendo da un Tutto Unico, giunge a mettere in atto un suo virtuale frazionamento in elementi molteplici, ognuno piccolo frammento della Realtà dell’Assoluto. E, in questo modo, dà vita all’illusione del divenire, della dualità, della molteplicità delle forme, dell’evoluzione della coscienza, illusione vissuta come reale da ogni creatura che vive in un Cosmo a causa della sua limitatezza percettiva che non gli permette di riconoscere la sua totale ed eterna appartenenza al Tutto.

L’Archetipo dell’Amore, in quanto riflesso diretto della natura dell’Assoluto, racchiude in tutti gli elementi che all’Amore conducono, riunendo al suo interno tutti quei frazionamenti che, in seguito, daranno vita alla molteplicità dell’illusione ma che, data la loro natura di riflesso dell’Assoluto, non sono ognuno a sé stante ma sono strettamente interconnessi tra di loro e sono necessari e indispensabili per definirlo e completare la sua natura di specchio della Realtà del Tutto. Rodolfo

Questo cosa sta a significare, creature? Sta a significare che l’Archetipo Permanente dell’Amore (ma a questo punto potremmo arrivare tranquillamente a chiamarlo l’Archetipo Permanente di Dio) è il primo Archetipo Permanente, dal quale discende l’intera Architettura della Realtà. 

In quest’ottica possiamo arrivare ad affermare che, in termini strettamente logici, vi è un solo e unico Archetipo Permanente, appunto l’Archetipo dell’Amore, perché è ad esso che tutti gli altri archetipi possono essere ricondotti in quanto tutti, in qualche modo, sono suoi attributi necessari alla completezza delle informazioni che la Vibrazione Prima trasmette in tutti i Cosmi dell’intera Realtà.

Ci troviamo, così, a una sorta di struttura piramidale – come qualcuno aveva supposto – ma con una particolarità: non si tratta di una struttura costituita da un archetipo principale e da una serie di archetipi secondari ad esso collegati, bensì di una struttura piramidale interna all’Archetipo dell’Amore alla quale appartengono tutti gli attributi necessari alla sua completezza.

In viola l’Archetipo Permanente dell’Amore

Se volessimo essere pignoli potremmo chiamare le formazioni vibrazionali di questi attributi in maniera diversa per distinguerle dall’Archetipo Principale, ma preferiamo continuare a definire ognuno di questi elementi come Archetipi Permanenti, in quanto ognuno di essi possiede le stesse peculiarità che contraddistinguono l’archetipo principale: sono permanenti, invariabili e immodificabili nel tempo e nello spazio anche allorché entrano in contatto con le varie materie che compongono i molteplici Cosmi, e il loro raggio di azione sulla Realtà è ampio tanto quanto quello dell’Archetipo principale.

È molto probabile che vi possa nascere la sensazione che questa sia una complicazione o una sottigliezza inutile nell’architettura della Realtà che vi stiamo delineando ma, credetemi, non è così. Ci rendiamo perfettamente conto che cercare di farvi veramente comprendere la complessità dello sviluppo della Realtà sia un po’ come cercare di fare entrare l’oceano in un’ampolla, ma, se vogliamo che il nostro costrutto filosofico non vada a carte quarantotto e presenti dei buchi logici non consequenziali, siamo spesso costretti – pur cercando di essere il più semplici possibile su argomenti che indubbiamente non è facile semplificare senza travisarne il contenuto – ad affrontare anche sfumature apparentemente inutili o insignificanti.

In realtà la presenza degli attributi di cui stiamo parlando e che stiamo trattando alla stregua di veri e propri Archetipi Permanenti, è necessaria e indispensabile a mantenere intatto il collegamento tra le varie parti della Realtà e a rendere fluido e senza interruzione il circolo delle energie al suo interno.
Vediamo se riesco a farvi comprendere il perché, partendo dall’evoluzione della coscienza dell’individuo.

Voi sapete che la coscienza dell’individuo amplia la sua comprensione e il suo sentire a mano a mano che avanza lungo il suo percorso evolutivo, adoperando i diversi strumenti a sua disposizione per acquisire una gamma vibrazionale del suo sentire sempre più vicina e più simile a quella sussurrata in continuazione, nel sottofondo della Realtà, dall’Archetipo dell’Amore in tutte le sue molteplici componenti.

Gli Archetipi Permanenti che fanno capo, ognuno di essi, a un attributo dell’Archetipo dell’Amore garantiscono la continuità vibrazionale tra l’Archetipo dell’Amore e le coscienze in via di evoluzione: a mano a mano che esse arrivano ad acquisire e a fare proprie le informazioni appartenenti a un particolare attributo dell’Archetipo dell’Amore il loro sentire si avvicina sempre di più all’identità vibrazionale con l’Archetipo dell’Amore.

È un po’ come se ognuno di voi dovesse arrivare sulla vetta di un’immensa struttura a gradini e riuscisse a procedere passo dopo passo salendo un faticoso gradino dopo l’altro. Se un gradino venisse a mancare la vetta diventerebbe chiaramente irraggiungibile. Gli attributi/archetipi sono i gradini che devono esistere per creare le condizioni affinché ognuno di voi possa avvicinarsi alla meta, e il fatto che ognuno di essi sia collegato non solo tra di loro ma anche e specialmente con l’Archetipo dell’Amore fa sì che qualunque coscienza e qualunque sia il percorso di esperienza che ha affrontato nel suo percorso possa sempre e comunque trovare gli elementi che gli permettono di avanzare su un nuovo gradino, più prossimo alla meta. Scifo

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