Gli psicofarmaci indubbiamente agiscono a livello fisico, certamente non possono agire a livello di corpo mentale. Questo cosa significa? Significa che uno psicofarmaco può inibire, mai disattivare del tutto ma quanto meno intorpidire, le funzioni cerebrali, quindi limitare le emissioni di vibrazioni all’interno della materia cerebrale, giusto? Questo cosa provoca?
Provoca fisiologicamente un certo benessere per il corpo, perché ci si trova meno perturbati fisiologicamente; effettivamente, per ottenere in un momento di forte ansia una certa calma, possono anche essere utili, tuttavia quello che è sicuro è che non risolvono il problema.
D – Aiutano a gestirlo.
Aiutano a gestirlo, certamente, ma è necessario poi intervenire in altre maniere per poter ottenere qualcosa. Chi si abitua, e conosco alcune persone tra di voi che lo fanno, agli psicofarmaci si nega delle capacità di comprensione, a meno che non intervenga in qualche altra maniera per approfittare della relativa apparente calma che lo induce ad assumere lo psicofarmaco per lavorare su se stesso in maniera più tranquilla, ma la maggior parte delle volte lo psicofarmaco finisce con l’intontire, col far perdere di vista, dall’interno del piano fisico, quello che è il proprio interesse interiore, ostacolando il circolo delle vibrazioni dall’esperienza alla coscienza.
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Anche perché, comunque sia, le vibrazioni provenienti dal corpo mentale continuano a esserci, e continuando a esserci continuano ad arrivare alla materia cerebrale, e non trovando nessun sfogo neanche verso l’esterno (perché magari la materia cerebrale in quella determinate direzione blocca queste vibrazioni) ecco che le vibrazioni continuano a colpire la massa cerebrale in un certo punto.
Voi sapete benissimo che ogni parte del cervello è collegata a qualche parte del vostro corpo fisico, e che se continuate a picchiare sempre sullo stesso nervo, prima a poi la terminazione di questo nervo diventerà dolente; ed ecco quindi la nascita di uno psicosomatismo, la nascita di un dolore, di vari sintomi psicosomatici quali voi siete abituati a subire nel corso della vostra vita.
D – Noi abbiamo un parente che è in uno stato di depressione e i medici consigliano gli psicofarmaci per dargli una fittizia tranquillità. Chi conosce le cose che dite può dispiacersi di questo perché lo vede come un impedimento ad avvicinarsi alla comprensione…
Un momento: io non ho detto che gli psicofarmaci non servono a nulla (d’altra parte nulla di quello che esiste non serve a niente)! Gli psicofarmaci servono per ottenere una situazione di tranquillità, di maggiore “apparente” tranquillità in modo da poter intervenire in qualche maniera più soddisfacente, intervento che, senza questa artificiale pace interiore, non si riuscirebbe neppure a mettere in atto.
D – Ma è utile togliergli questi psicofarmaci?
È utile intervenire in modo suppletivo all’azione dello psicofarmaco, cercando, comunque sia, di far sì che lo psicofarmaco non diventi una dipendenza, non diventi un eccesso ma sia soltanto una fase transitoria.
D – Quindi ogni psicosomatismo rimanderebbe a un fantasma della mente?
Diciamo che ogni psicosomatismo è collegato quasi sempre a un fantasma della mente; però questo è troppo riduttivo. Noi abbiamo parlato dei fantasmi della mente, cioè di questi circoli vibratori che si creano all’interno del corpo mentale, però, se volessimo adottare questa terminologia in un senso più ampio, potremmo anche dire, per analogia, che vi è un fantasma dell’astrale, ad esempio, con altre modalità, con altri perché, con altri modi di formazione, tuttavia anche all’interno del corpo astrale si formano degli schemi che continuano a girare su se stessi a meno che qualcosa non intervenga.
Quindi, anche a livello di emozioni, può succedere l’analogo di quello che succede all’interno del corpo mentale. E allo stesso modo, per quello che riguarda questo “fantasma dell’astrale”, anche esso può essere all’origine di quello che è lo psicosomatismo.
D – Praticamente è un vortice di energia.
Come un vortice. Quello che è da tenere presente è che molte volte quando c’è un “vortice”, come dici tu, all’interno del corpo astrale che porta alla manifestazione di uno psicosomatismo nella quasi totalità dei casi vi è associato anche un fantasma della mente, mentre non è detto che sia vero il contrario.
D – Quindi un fantasma mentale potrebbe non avere il suo corrispettivo nell’astrale.
Certo, perché potrebbe essere privo di emozioni.
D – Per uscirne?
Per uscirne la trafila è esattamente la stessa, ovvero quell’ulteriore circolo che va dall’ambiente esterno (e quindi dall’esperienza) per arrivare all’akasico e alla comprensione.
D – Ma come faccio a trovare gli elementi giusti?
Vivendo.
D – Vivendo un’esperienza simile a quella che ti ha creato il fantasma?
No, semplicemente vivendo. È un po’ lo stesso discorso del “se vuoi cambiare la tua vita allora cambiala”: quella, se ci pensate bene, era la verbalizzazione di un fantasma della mente, perché è un circolo quella frase, dà l’idea di qualche cosa che deve interrompere il ciclo di questo modo di essere, un qualche cosa che proviene dall’esterno o da se stessi, ma molte volte il cambiamento, lo scioglimento di questi fantasmi che sono così importanti nella vostra vita di tutti i giorni, arriva dal vivere la vita e l’esperienza della vita di tutti i giorni.
E non è detto che debba essere una grossa esperienza: voi vi aspettate che per interrompere un fantasma difficile da sciogliere dobbiate affrontare magari la morte di un parente o qualcosa del genere, ma non è detto: talvolta basta soltanto anche svegliarsi una mattina e trovare qualcosa di diverso nel sole che sorge, anche quello può essere lo stimolo giusto per farvi arrivare a sciogliere un fantasma della mente. L’importante è, quindi, vivere, cercare di vivere con attenzione (attenzione “superiore”, naturalmente) le vostre giornate e vedrete che gli elementi, comunque sia, arrivano e vi aiutano a costruire anche dove sembra che non si riesca a costruire nulla.
D – Hai parlato di attenzione akasica, ma si è consapevoli di questa attenzione? Normalmente uno può avere un’attenzione mentale di quello che fa…
Certamente non potete dire “Io adesso mi metto a stare attento con l’akasico”! L’akasico sta attento comunque sia. Quello che voi potete fare è di far sì che l’attenzione dell’akasico non venga inquinata dagli sforzi del vostro Io nel cercare d’interpretare e presentare la realtà dentro a se stesso diversa da com’è. Quello è il vostro compito principale, ovvero di cercare di svelare voi stessi in modo che l’akasico abbia delle ricezioni il più possibile limpide di quella che è la realtà.
D – La frase “Se vuoi cambiare la tua vita allora cambiala”, io l’avevo percepita come il voler cambiare l’atteggiamento verso la realtà esterna e da lì partire per sciogliere il fantasma della mente…
Le interpretazioni di una frase possono essere molte. È certo che ai fini dell’evoluzione e della comprensione qualunque sia il modo e il perché si cambia la propria vita – sia che si cambi con l’attenzione, sia che si cambi atteggiamento mentale, sia che si cambi un desiderio, sia che si cambi materialmente (ad esempio il posto in cui si vive) – è sempre e comunque un cambiamento.
Quindi ci sono tanti modi di cambiare la propria vita: a volte la vita, apparentemente, sembra che resti esattamente com’era prima, però qualche cosa è cambiata e non ve ne accorgete neppure, l’avete cambiata perché avete compreso qualcosa che vi ha permesso di osservarne in un’altra ottica quello che state vivendo. A volte, invece, avete bisogno veramente di prendere e cambiare completamente il vostro modo di vivere. Questo, naturalmente, varia da individuo a individuo come varia l’evoluzione di ogni individuo e, quindi, il bisogno di ogni individuo. Scifo
Grazie.
Argomento molto chiaro.
Grazie a Scifo e all’amministratore che lo ha reso fruibile in chat.
cambiare la propria vita quasi completamente aiuta
“Quello che voi potete fare è di far sì che l’attenzione dell’akasico non venga inquinata dagli sforzi del vostro Io nel cercare d’interpretare e presentare la realtà dentro a se stesso diversa da com’è. Quello è il vostro compito principale, ovvero di cercare di svelare voi stessi in modo che l’akasico abbia delle ricezioni il più possibile limpide di quella che è la realtà.”
Paragrafo essenziale da mandare a memoria. Non intorbidire il circolo vibratorio Coscienza-esperienza-coscienza: più il nostro “io” è trasparente più i dati arrivano “puliti”.